Dott.ssa Verusca Giuntini

Dott.ssa Verusca Giuntini

Psicologa Psicoterapeuta Terapeuta E.M.D.R.

Provo uno strano stato di malinconia

Salve a tutti, sono una ragazza di 18 anni e da un po' di giorni ormai convivo con una strana malinconia, mi spiego meglio: Ho la perenne sensazione di star sprecando la mia vita, eppure non ho voglia di fare molto, sono sempre stata un po' malinconica ma ho sempre risolto uscendo con gli amici a fare un aperitivo, mettendomi a leggere, guardando un film o stando con i miei genitori.
In questi giorni però c'è un pensiero che mi tormenta: "un giorno morirò e tornerò come prima di nascere, nulla".
Non ho un forte spirito religioso, o meglio, credo in dio ma non pienamente, comunque, questo pensiero non mi consente di stare tranquilla, sento di star sprecando la mia gioventù, però proprio non riesco a provare interesse per le cose che facevo prima.
Nulla riesce a catturare a pieno la mia attenzione.
Trovo "conforto" solo parlando con mia madre, spesso parliamo di filosofia quando ho questi periodi e un po' mi aiuta.
Penso un po' sia anche monotonia, forse mi sono sentita persa passando il mio ultimo anni di scuola superiore facendo le videolezioni.
Non riesco a stare tranquilla e non provo interesse praticamente per nulla.
È un periodo?
Come potrei risolvere?
Qualche tempo fa stavamo parlando di consultare una psicologa, però al momento i miei economicamente non potrebbero permettersela.
Come potrei rompere questa "monotonia"?

Cara Betty,

I quesiti esistenziali fanno parte della sua età ancora adolescenziale e, certamente, il lungo periodo trascorso senza la possibilità di uno scambio relazionale variegato ha avuto un peso sulla sua sensazione di malinconia... 

Il suo tormento interiore, con il pensiero della "morte" al quale accenna, è semplicemente la forma che la sua stessa malinconia assume: lei sembra essere una ragazza con una accentuata inclinazione intellettuale.

In ogni caso, il problema che descrive è di tipo esistenziale e sarebbe importante per sé stessa chiarificarne il significato. Cioè, approfondirne il senso che esso assume nella sua vita al fine di trarne un vantaggio personale, in termini di autorealizzazione.

Questo lo potrebbe fare certamente con un rapporto psicoterapeutico (nella sua zona non ci sono risorse pubbliche o che applichino tariffe calmierate?).

Diversamente, approfondisca da sola argomenti filosofici o, ancora meglio, di psicologia, soprattutto, ad orientamento esistenziale (autori come Maslow, Frankle...) o psicosintetico (autori italiani come Assagioli, Ferrucci, Alberti) o, infine, la psicologia analitica di Jung portata avanti, in seguito, da Hillman...

Se le può essere utile e se vuole, mi può scrivere senza indugi.

Sono, tuttavia, abbastanza certa che si sentirà meglio una volta tornata alla socialità (se pur ancora limitata).

Spero che si rassereni presto anche conservando la sua bella nota malinconica.

Saluti cordiali,

Dott.ssa Verusca Giuntini