Dott.ssa Verusca Giuntini

Dott.ssa Verusca Giuntini

Psicologa Psicoterapeuta Terapeuta E.M.D.R.

Crisi di pianto

Salve, sono una mamma di 31 anni. Quest’anno mia figlia che compie 6 anni a dicembre ha iniziato la scuola prima elementare. La prima settimana con difficoltà perché al momento dell’entrata a scuola piangeva e aveva difficoltà a staccarsi. Successivamente non ha mai fatto problemi.
Ora a distanza di un mese dall’inizio appena arriviamo a scuola piange (in modo composto cercando di non farsi vedere dagli altri genitori/bimbi) si attacca a me e ripete “voglio mamma”. Così fa anche a danza a cui andava molto volentieri già L anno prima. Io lavoro come infermiera e tutte le volte che devo andare a lavoro piange, dai nonni, dalle zie, dalla cugina. Piange come una matta e ripete sempre “voglio mamma” poi si calma e si tranquillizza ma per me sta diventando un problema grosso.

Io cerco di sdrammatizzare ma ammetto che questo mi provoca molta ansia. È sempre stata attaccata a me, ma in questo periodo la cosa sta degenerando.
Ripete in continuazione “voglio mamma”. Ho provato anche a parlare: ho chiesto se erano successe situazioni che le hanno creato disagio ma lei mi continua a ripetere di no. La sua motivazione è “voglio mamma”. È veramente stressante per me ma anche e soprattutto per lei.
Quando stiamo a casa mi chiede molte volte soprattutto il pomeriggio se devo lavorare di notte. Se sto a cada e quel giorno sono di riposo si tranquillizza. Invece se le dico che la sera dovrò andare a lavoro inizia già a piangere e a disperarsi.

Che devo fare? A scuola è ovvio che deve andarci, ma a danza? Devo insistere? Devo continuare a portarcela? Sbaglio qualcosa io? Mi sento una mamma inadeguata.

Gent.ma Sara,

la situazione appare molto stressante sia per lei che per sua figlia, ma, forse, anche per le persone che si prendono cura della bimba quando lei non c'è...

Lei Sara ha un lavoro molto importante e impegnativo, sia dal punto di vista emotivo che dal punto di vista pratico, e immagino che ulteriori difficoltà, come quella che ci descrive, possano metterla a dura prova.

Io credo che la sua bambina abbia bisogno di sentirsi maggiormente al sicuro e con la richiesta che fa dicendo "voglio mamma", io capisco che ha bisogno della sua "base sicura" (intesa come l'ha teorizzata Bowlby), ovvero del suo affetto, della sua fiducia e della relazione unica (e insostituibile) che c'è fra di voi.

Inoltre, probabilmente sua figlia è una bambina sensibile, perciò (inconsapevolmente) questa ansia nel distacco potrebbe essere il risultato di una preoccupazione che nutre nei suoi confronti: magari per la sua salute (lei lavora in ospedale?).

Ogni volta che vi preparate al "distacco", cerchi di parlarle in modo da rassicurarla sul fatto che appena lei sarà di ritorno potrete stare insieme e sul fatto che lei (mamma) è al sicuro nel suo lavoro; e, se la bambina vuole saperlo, le spieghi anche come si protegge rispetto ai contagi mentre lavora. Infine, per sdrammatizzare le racconti degli episodi (semplici e positivi) che possono accaderle sul lavoro, come piccoli aneddoti buffi: questo contribuirà a creare un sentimento di "vicinanza" in sua figlia anche quando lei non c'è.

Il 2020 è stato (e continua ad essere) un anno difficile per tutti e le conseguenze sul piano psicologico sono state serie anche se non le abbiamo ben consapevolizzate o, talvolta, neppure prese in considerazione. L'ansia manifestata dalla bambina è l'espressione di un bisogno che va visto ed accolto.

Mi verrebbe da pensare ad un percorso psicologico-psicoterapeutico che possa prendervi in carico come diade madre-figlia: sua figlia probabilmente non riesce a mettere in parole quello che sente.

Oppure, potrebbe provare con un sostegno per lei stessa Sara, magari con un percorso orientato alla genitorialità che la possa aiutare nella gestione della situazioni di separazione dalla bambina.

Sono usciti molti articoli che parlano delle conseguenze dello stress dovuto alla pandemia, soprattutto per i bambini; faccia una ricerca sul web. Anch'io, insieme a una collega, ho parlato di "riprendere insieme la vita"... (le allego il link dell'articolo di seguito se fosse interessata ad approfondire: https://www.breakoff.it/riprendere-insieme-la-vita/ ).

Riguardo alla danza cerchi di parlarne con la bambina; le dica che capisce profondamente quello che sente e provi ad insistere, ma dolcemente e con amore e comprensione, affinché porti avanti le sue attività per se stessa (questo se il motivo del rifiuto è l'ansia, diversamente trovate insieme un'attività alternativa).

Se avesse ulteriori domande o richieste inerenti a dei chiarimenti, resto a disposizione senza problemi.

Saluti cordiali,

Dott.ssa Verusca Giuntini