Figli- pacchi postali si o no?

Buonasera,
Al momento della separazione voluta da me, non ho osato chiedere nulla al mio ex marito, gli ho lasciato la casa, non ho chiesto soldi, e ho lasciato lui le bimbe al 50%. A parte le sue strane scelte educative, e il repentino coinvolgimento della sua compagna nella vita di routine nella casa di famiglia al posto della madre con una convivenza durata 4 mesi dopo soli 15 giorni che la madre era uscita di casa ( una donna vista dalle bimbe 3 sole volte e conosciuta dal padre tre mesi prima), non posso dire che le tratti male... anzi un padre assente per anni adesso finalmente passa del tempo con le figlie. Loro però, sono tre, dopo l’inizio della scuola hanno cominciato a non tollerare più i traslochi settimanali perché impegnativi fisicamente e psicologicamente. La domanda è: i bambini possono stare bene e crescere sereni senza routine continuative? Possono avere due case in cui condizione educativa ed economica sono completamente diverse? Riescono a barcamenarsi bene in queste situazioni? Il cinquanta percento di tempo con entrambi i genitori compensa non avere una dimora fissa? Ma soprattutto se esprimono un disagio bisogna forzarli ad accettare la situazione perché si abitueranno e staranno bene, oppure devono essere ascoltati mettendo da parte le esigenze genitoriali degli adulti? Mi piacerebbe sapere quale è l’ orientamento di pensiero più comune tra i professionisti che rispondono qui. Grazie (età 8, 11 e 13 anni)

Gentile Signora, non vi è dubbio che i figli, nella fascia di età di cui dice, debbano avere dei punti di riferimento chiari e condivisi (tra loro e i genitori), dopo una separazione genitoriale. La routine di cui accenna fa parte di uno di questi punti di riferimento, insieme ad una visione educativa simile tra la madre e il padre che se separati. Le esigenze dei  figli vanno particolarmente ascoltate e riconosciute. Poi si capirà quali dei bisogni emersi vadano in qualche modo esauditi e quali no. Ma intanto conoscerli è un modo di avere un' indicazione sullo stato di benessere psicologico dei bambini. Perciò la madre e il padre si devono parlare per trovare punti in comune come genitori. È contro producente anteporre i bisogni dell'adulto su quelli dei figli. In certi casi i figli sono disposti ad accettare tutto, pur di non perdere la sicurezza affettiva dei genitori. Ma è necessario stare attenti affinché non si generino disagi, non comunicati.

I due genitori possono anche farsi aiutare da un mediatore familiare o da uno psicologo, in questo compito di trovare un accordo.

I miei auguri,

Dr Cameriero Vittorio