Come comportarmi con un figlio con difficoltà relazionali

Mio figlio ha 18 anni ed è nato prematuro (PCI) con mobilità ridotta all'emilato destro. E' sempre stato consapevole di ciò che ha avuto e non ha problemi di accettazione dei suoi limiti motori. Ma non mai avuto amici e i suoi compagni di scuola in estate "spariscono". Lui è molto bravo a scuola e i compagni lo "adorano" perchè bravo ma in estate le relazioni si dimostrano inesistenti. Non ha difficoltà a socializzare ma gli interessi, le capacità e le performance adolescenziali sono diverse e lui non riesce ad inserirsi positivamente in un gruppo: lo allontanano. A questo reagisce a volte con dispiacere, altre volte con rabbia e atteggiamenti autolesionistici (si prende a schiaffi).
Quando conosce qualcuno, ragazzo o adulto che sia, non ci sono problemi e lui si sente accolto ed accettato ma nel tempo tali relazioni non diventano solide e in generale, i coetanei lo rifiutano.
Il padre prova ad aiutarlo con "chiacchierate" ma è essenziale ed io come mamma, provo a consolarlo o a stimolarlo ma mi rendo conto che oggettivamente non riesce ad instaurare un rapporto amicale sereno. Il fratello più piccolo, ora si rende conto che gli altri coetanei lo deridono o per lo meno "non lo vogliono". La sua autostima è buona ma "minacciata" e mi sembra che riversi "troppe" aspettative sulle prestazioni scolastiche che sono per lui il suo punto di forza.

Buongiorno Signora, mi sembra che suo figlio abbia investito forse un po troppo sulle prestazioni cognitive scolastiche e meno su quelle emotive relazionali. Cosa significa? 

Significa che probabilmente lui ha bisogno di sviluppare atteggiamenti più sicuri nelle sue relazioni, credendo e chiedendo di più agli altri. Ad es  invece di rimproverare se stesso (dandosi gli schiaffi), provare a esternare la frustrazione e la rabbia verso gli altri, in modo da attirare maggiormente l'attenzione degli altri si suoi bisogni. Sarebbe utile favorire qualche esperienza di gruppo organizzata, a cui poter partecipare. È consigliabile un breve percorso psicologico per potenziare in qualche modo la sua autostima sociale, imparando nuovi strumenti di comunicazione, con la guida di uno psicologo. Questo può servirgli ad uscire dallo stato di rinuncia ed arrendevolezza, in cui può trovarsi.

Auguri,

Dr. Vittorio Cameriero