Come combattere l'ansia e guarire

Al giorno d’oggi, problematiche legate a stati di ansia e attacchi di panico sono diventate sempre più frequenti ed invalidanti. La vita odierna, i ritmi, il caos, la fretta e i tanti impegni quotidiani sembrano aver sballato i tempi e le cadenze adeguate e naturali ad una vita piena e serena. Così come è ormai usuale l’utilizzo di farmaci tranquillanti, ansiolitici, calmanti e sedativi che vanno a placare gli animi e a “robotizzare” l’individuo in un’efficienza senza ostacoli. L’obiettivo principale è raggiungere obiettivi; essere al top fisicamente, psicologicamente e moralmente; essere costantemente adeguati, puntuali e, per l’amor di Dio, senza sintomi. 

Questo meccanismo delle volte va in tilt, il nostro corpo smette di funzionare come vorremmo e si crea una disconnessione tra quello che prova il cuore, ciò che desidera il corpo e ciò che pretende la testa. Se questi tre non si mettono d’accordo non si va da nessuna parte. E se ci riempiamo di pasticche il sollievo è momentaneo, ma non appena sarà possibile, uno dei tre ci impedirà di andare avanti e nella stessa direzione. 

Cosa significa? 

Significa che il sintomo di ansia, o l’attacco di panico, o tutti i disturbi legati a stati ansiogeni ci parlano e ci inviano un messaggio. Fino a che non siamo disposti ad ascoltare, loro continuano e ci perseguitano per un’esistenza intera. Sembra assurdo ma è esattamente così! 

Cos’è l’ansia?

Alla base dell’ansia c’è un sentimento di paura che ci permette di reagire in caso di pericolo. L’ansia è una risposta fisiologica dell’uomo che si manifesta quando è presente uno stimolo considerato pericoloso. Essa ci permette, infatti, di avere una reazione sia fisica (aumento frequenza cardiaca, ritmo respiratorio, vasodilatazione sanguigna, ipersudorazione ecc.) che mentale (stato di allerta, vigilanza, attenzione sostenuta), che emotiva (paura). 

C’è un pericolo – sento paura – ansia (fisica e mentale) – scelgo se attaccare o fuggire. 

L’ansia ha permesso alla specie umana di salvaguardarsi nel tempo. Essa è necessaria e funzionale alla nostra sopravvivenza.

L’ansia diventa un problema quando si manifesta senza un pericolo reale, concreto, chiaro. Per coloro che ne soffrono, la paura e l’angoscia diventano castranti, bloccano nelle attività di tutti i giorni, nel sonno, a lavoro, in famiglia. Il meccanismo utilizzato è l’evitamento di tutte quelle situazioni nelle quali si teme di sentirsi male, di non essere aiutati e capiti, di impazzire. Ne conseguono isolamento e fortissima frustrazione per gli ambiti della vita che vengono alterati da questo problema. 

Intervento psicoterapeutico.

La Gestalt considera il sintomo in senso evoluzionistico, ovvero la strada che il Bambino ha intrapreso per crescere e sopravvivere. L’espressione del sintomo non va eliminata ma va ascoltata nel qui ed ora. Le persone che soffrono di stati di ansia sono proiettate nel futuro ed è per questo che l’attenzione al presente diventa un grandissimo aiuto.

Una delle tecniche che utilizzo in terapia, è la FOCALIZZAZIONE CORPOREA. Si tratta di un vero e proprio focus guidato, in stato meditativo, che permette di giungere alla consapevolezza delle proprie parti del corpo, visualizzandole e sentendole pienamente. Questo dà la possibilità alla persona di sintonizzarsi sul corpo e sui suoi bisogni autentici, connettendosi anche a stati emotivi rinnegati. 

In Analisi Transazionale, la pratica Gestaltica è integrata dalla possibilità di accedere al dialogo tra Bambino e Genitore, che contamina l’Adulto nel quale ogni parte è in accordo con le altre (corpo, cuore, mente).

Nel percorso terapeutico si parte dal corpo, il quale produce un’attivazione emotiva e permette un graduale RI-APPRENDIMENTO. La mente riapprenderà a prendersi cura del corpo e dell’animo della persona. 

La responsabilità è sempre centrale in terapia perché da un lato riconosce il potere decisionale, il potenziale e la tendenza propria all’autoregolazione e dall’altro concede la possibilità di rispondere a domande come:

Cosa sto facendo ora nella mia vita?
Cosa sento?
Cosa voglio?
Cosa evito?
Cosa mi aspetto?
Il sintomo è un dono e come tale va accolto.

 

 

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