Dott. Cristian Livolsi

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Dott. Cristian Livolsi

psicologo, psicoterapeuta, sessuologo

Come riconoscere i Disturbi di Personalità

Un disturbo di personalità rappresenta un modello di esperienza e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo, è inflessibile, esordisce nell’adolescenza o nella prima età adulta, è stabile nel tempo e determina disagio o menomazione (Delisle, 1992).
Per un terapeuta gestaltista, la personalità è quel modo relativamente stabile di organizzare gli elementi cognitivi, emotivi e sensorio-motori della nostra esperienza e il disturbo della personalità è una modalità disadattativa e inflessibile di organizzazione di questi tre elementi.
I disturbi di personalità sono collocati sull’Asse II della diagnosi psichiatrica (DSM-IV) e sono considerati condizioni predisponenti allo sviluppo dei disturbi di Asse I, in grado di influenzarne le manifestazioni, il decorso e la risposta al trattamento.
Tratti patologici di personalità si riscontrano in quasi il 30% della popolazione generale, mentre il 10-20% soddisfa i criteri per una o più diagnosi di disturbo di personalità.
Il DSM-IV classifica i disturbi di personalità in tre gruppi o cluster: A,B e C.
 
Cluster A (strano od eccentrico)
Comprende soggetti con emotività coartata, sfiducia negli altri e tendenza all’isolamento sociale.
Del cluster A fanno parte:
 
-       disturbo di personalità schizoide: tipico di persone incapaci ad instaurare e mantenere relazioni interpersonali significative. La vita dei pazienti schizoidi è caratterizzata da assenza di relazioni strette, anche coi familiari, scelta di attività solitarie, incapacità di esprimere forti emozioni, ridotto desiderio di avere esperienze sessuali, indifferenza nei confronti di disapprovazione e critica, mancanza di amici o confidenti e coartazione affettiva. Fondamentalmente i soggetti con disturbo di personalità schizoide non desiderano avere rapporti interpersonali. Tali caratteristiche sarebbero di frequente riscontro tra i parenti degli schizofrenici.
 
-       disturbo di personalità schizotipica: la personalità schizotipica è caratterizzata da povertà del pensiero, esperienze percettive inusuali, credenze insolite (ad es. di tipo magico); questi pazienti mostrano affettività coartata, ansia nei rapporti sociali, eccentricità nell’aspetto, nel comportamento, nell’ideazione e nelle percezioni, quali ad es. convinzioni strane, devianti rispetto alle norme culturali (senza essere tuttavia chiaramente deliranti), idee di riferimento, attribuzione di significati speciali e personali ad eventi ordinari, percezioni distorte od illusioni, sospettosità pervasiva, abbigliamento stravagante, linguaggio inappropriatamente concreto od astratto.
 
-       disturbo di personalità paranoide: si tratta di soggetti caratterizzati da una pervasiva sfiducia nei confronti degli altri; essi manifestano la sospettosità osservata nella personalità schizotipica, ma senza l’isolamento sociale e l’eccentricità. Le loro peculiarità sono rappresentate dall’ipervigilanza e dalla generale sfiducia riguardo alle intenzioni degli altri: si aspettano sempre di essere raggirati, dubitano della lealtà di amici e colleghi e della fedeltà del coniuge, intuiscono motivi nascosti nelle azioni degli altri e negli avvenimenti, sono irascibili e serbano a lungo rancore per i torti subiti. Il disturbo di personalità paranoide verrebbe considerato predisponente alla sviluppo del disturbo delirante (paranoia).
 
Cluster B (melodrammatico, emotivo, imprevedibile)
I soggetti sono caratterizzati da forte emotività, instabilità affettiva, identità fragile e marcata impulsività.
Il cluster B comprende:
 
-       disturbo di personalità borderline: si tratta di soggetti caratterizzati da fluttuazioni dell’umore, relazioni interpersonali instabili ed intense, intolleranza della solitudine, disforia, impulsività, comportamenti autolesivi, tendenza all’abuso di sostanze, marcati e persistenti disturbi dell’identità personale, cronica sensazione di vuoto o di noia, tentativi di evitare un abbandono reale od anche soltanto immaginario. Frequentemente i pazienti borderline presentano episodi depressivi che tuttavia sono relativamente poco persistenti e poco gravi, mentre manifestano una correlazione reattiva con gli eventi. Secondo alcuni autori si tratterebbe di forme attenuate o varianti atipiche dei disturbi dell’umore, come dimostrato da studi di comorbidità intra-familiare.
 
-       disturbo di personalità istrionico: si tratta di soggetti iperemotivi, egocentrici e dipendenti, che tendono ad assumere atteggiamenti seduttivi, sessualmente provocanti. Corrispondono alla vecchia categoria degli isterici. Studi effettuati sui gemelli indicherebbero l’esistenza di una base genetica. Sembra che il disturbo di personalità istrionico possa predisporre allo sviluppo del disturbo di somatizzazione.
 
-       disturbo di personalità antisociale: origina quasi sempre nell’infanzia come disturbo della condotta. Si associa ad una compromissione del funzionamento sociale e mostra una sostanziale persistenza nel tempo. I soggetti affetti da disturbo antisociale di personalità mostrano le seguenti caratteristiche: fascino superficiale, assenza di deliri e di altri segni di pensiero irrazionale, assenza di nervosismo, inaffidabilità, mancanza di sincerità, assenza di rimorso e di sentimenti di colpa, comportamento antisociale inadeguatamente motivato, incapacità di apprendere dall’esperienza, egocentrismo patologico ed incapacità di amare, vita sessuale superficiale, incapacità di pianificazione e comportamenti di tipo criminale, il tutto corredato da mancanza di insight.
 
-       disturbo di personalità narcisistico: caratteristiche del disturbo sono il bisogno di alimentare l’autostima mediante fantasie grandiose, le ambizioni esagerate, l’esibizionismo, la sensazione che tutto sia dovuto; vi sono poi la tendenza a strumentalizzare le persone per il conseguimento dei propri scopi, una esagerata sensibilità al giudizio altrui e mancanza di empatia.
 
 
Cluster C (ansioso o pauroso)
I soggetti con tali disturbi sono spesso ansiosi e manifestano comportamenti apparentemente finalizzati a ridurre l’ansia. Qualora gli individui del cluster C manifestino sindromi psichiatriche di Asse I, queste saranno per la maggior parte rappresentate da disturbi dell’umore e da disturbi d’ansia.
 
 Il cluster C comprende:
 
-       disturbo di personalità evitante: è caratterizzato da tendenza verso l’inibizione, l’introversione, l’ansia, bassa stima di sé, evitamento delle situazioni sociali nel timore di un rifiuto, ipersensibilità alla critica, paura di sentirsi imbarazzati, desiderio di accettazione incondizionata, eccessiva preoccupazione per i pericoli potenziali, sensazioni di disagio in situazioni ordinarie.
 
-       disturbo di personalità dipendente: tali soggetti presentano una modalità di comportamento dipendente e sottomesso, determinata dalla paura di essere abbandonati. Essi lasciano che siano gli altri a prendere le decisioni, trovano difficile iniziare o completare un compito da soli, si sentono a disagio e indifesi quando sono soli e in preda alla disperazione quando si chiude una relazione. Per evitare il temuto abbandono gli individui dipendenti possono tollerare maltrattamenti, umiliazioni, dirsi d’accordo con le persone anche quando pensano che stiano sbagliando ed uniformarsi ai desideri del coniuge o del superiore, anche quando tali desideri vengono considerati irragionevoli dagli altri. Il dipendente rappresenta uno dei disturbi di personalità più frequentemente riportati nella pratica psichiatrica.
 
-       disturbo di personalità ossessivo-compulsivo: i soggetti con disturbo di personalità ossessivo-compulsivo sono inflessibili, rigidi, perfezionisti, ipercoscienziosi, al punto che questi tratti interferiscono con il loro funzionamento; eccessivamente preoccupati per i dettagli, perdono di vista l’obiettivo finale dell’azione e non la portano a termine, nel tentativo di mantenere standard troppo elevati; si sentono più a loro agio nel lavoro (soprattutto se questo è ordinato e strutturato) che nelle attività di tempo libero e nei rapporti di amicizia. Il perfezionismo rappresenta un ostacolo al processo decisionale, per cui qualunque decisione viene posposta ed evitata, in uno stato di continua ruminazione sulle priorità. Sono presenti inoltre difficoltà nel disfarsi di oggetti, anche di nessun valore, nell’ipotesi che possano essere utili in futuro ed una ridotta risonanza emotiva nelle relazioni interpersonali. Studi effettuati sui gemelli indicherebbero la presenza di una base genetica. Il disturbo di personalità ossessivo-compulsivo non sembra predisporre allo sviluppo del disturbo ossessivo-compulsivo, mentre vi sarebbe una correlazione col rischio di depressione.
 
 
Altri disturbi di personalità:
 
-       disturbo di personalità passivo-aggressivo: tali soggetti mantengono un comportamento ostruzionistico più per resistere alle richieste di adeguate prestazioni che per affermare la loro volontà. Rimandano, dimenticano o sono intenzionalmente inefficienti nei compiti che preferirebbero non svolgere, si lamentano di ricevere richieste irragionevoli, diventano polemici, criticano le persone che occupano una posizione di autorità, si risentono per i suggerimenti su come essere più produttivi. Questi individui in genere non riconoscono a livello cosciente la loro ostilità verso figure d’autorità, sono dipendenti e mancano di fiducia nelle loro capacità. Affinché possa essere fatta diagnosi di disturbo di personalità, il comportamento passivo-aggressivo deve essere pervasivo e non limitato ad una particolare situazione. Ampia la sovrapposizione col disturbo borderline di personalità.
 
-       personalità depressiva: si tratta di soggetti che esperiscono sentimenti pervasivi di infelicità, mancanza di allegria e di entusiasmo, sentimenti di esclusione. Sono individui eccessivamente seri, privi di senso dell’umorismo, ipercritici nei confronti degli altri e di se stessi, con una bassa autostima e tendenza a provare colpa o rimorso. Difficile la distinzione tra personalità depressiva e disturbo distimico: è probabile che i due disturbi possano essere collocati in uno spettro nel quale il disturbo di personalità rappresenterebbe la variante ad esordio precoce e a carattere persistente.

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