Dott.ssa Alessandra Marra

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Dott.ssa Alessandra Marra

Psicologa, Mindfulness Teacher, formata in Compassion Focused Therapy e operatrice olistica

Rapporto conflittuale con mia madre

Salve, vi scrivo perché sono esasperata. Da che ho memoria ho sempre avuto un rapporto conflittuale con mia madre, non ho ricordi belli con lei. Tutti ricordi che ho sono negativi o comunque tristi: dalla volta in cui mi critica pure nel modo in cui mangio all’altra in cui mi dice che il mio ex non tornerà mai con me per via del mio carattere (quando la decisione di lasciarci l’ho presa io stessa). Ha sempre da ridire sul mio modo di parlare, di fare i capelli o sulle mie frequentazioni. Anche ieri quando per sbaglio mia sorella ha fatto cadere un bicchiere d’acqua bagnando il divano se l’è presa a prescindere con me dandomi uno schiaffo sulla coscia senza neanche notare che io di bicchiere in mano non ne avevo. Mi sento quella presa di mira a prescindere. Non so, forse sto ingigantendo tutto perché ho come mezzo di paragone mio padre che è totalmente diverso, la parte migliore della famiglia. Ha sempre sostenuto noi figlie e non ci ha mai fatto mancare nulla: il nostro benessere viene sempre prima del suo anche quando non dovrebbe essere così. Mio padre è sempre stato quello che ha fatto i salti mortali per vederci felici, mia mamma quella che non ha neanche la voglia di prendere la macchina e farsi 20km quando viene chiamata per una supplenza. Lei ha una storia familiare complicata costellata da disturbi psicologici e non si è mai sentita inclusa veramente nella sua famiglia, tra i suoi cugini; forse anche per questo spesso ha atteggiamenti infantili e da bullo anche con me, magari cerca di riprendersi tutte le occasioni in cui non ha potuto farlo da ragazza. Non so veramente cosa pensare, so che il problema non sono io ma non so come affrontare la situazione. Ogni volta che penso a come mi tratta o a quello che fa mancare alla famiglia sto male e piango a dirotto. Non so come uscirne

Buongiorno,

immagino sia estremamente difficile questa situazione, soprattutto in questo periodo che rende la convivenza in casa più serrata e non ci lascia possibilità di sottrarci alle relazioni famigliari.

Mi pare però di cogliere nelle sue parole una buona riflessione che potrebbe costituire il punto di partenza per un lavoro terapeutico che la aiuti a superare la ferita che si rinnova ogni qualvolta si sente trattata da sua madre in modo per nulla amorevole.

Come ha ben sottolineato, le esperienze che ognuno di noi fa nella sua vita, insieme al nostro patrimonio genetico, lasciano tracce spesso indelebili che ci portano a ripetere, col nostro prossimo, gli stessi errori di cui siamo stati vittime. Solo un percorso di presa di coscienza e un profondo desiderio di cambiare possono servirci a trasformare questo meccanismo autonomatico. Purtroppo questo non è sempre possibile, non per tutti almeno. E ciò dipende da tanti fattori, non è sempre semplicemente una questione di volontà.

Quello che lei può fare è lavorare su di sé, visto che non abbiamo il potere di cambiare gli altri. Come? Cercando di fare per se stessa questo passo: partire da ciò che non le piace (essere trattata così da sua madre) e provare a vedere che, se sua madre si comporta così, non è perché lei se lo merita. Il comportamento di sua madre non c'entra nulla col suo valore. Non la riconosce e non la apprezza perché non ci riesce. Provi a vedere le sue azioni come un limite personale, anziché come un'aggressione deliberata o una mancanza d'amore nei suoi confronti.

Provi a chiedersi cosa la fa soffrire nel comportamento di sua madre. Non c'è forse una parte di lei che crede di essere indegna d'amore? Se non credesse del tutto al messaggio squalificante che sua madre le passa, potrebbe restare serena, magari anche essere compassionevole verso di lei, sentire che rimane una separazione fra il bisogno di sua madre di ferirla e il suo vissuto.

Se smette di entrare nella dinamica vittima/carnefice, sarà come indossare occhiali con lenti nuove e magari potrà vedere la situazione in una maniera diversa. E' un cambiamento di prospettiva che richiede molto coraggio e molta pazienza. A volte può essere utile farsi accompagnare, ma sarà una sua scelta.

Per ora spero di esserle stata utile.

Cordiali saluti.

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Dott.ssaAlessandra Marra

Psicologa, Mindfulness Teacher, formata in Compassion Focused Therapy e operatrice olistica - Varese

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