Dott.ssa Anna Antinoro

Dott.ssa Anna Antinoro

psicologo, psicoterapeuta, analista transazionale

Come gestire la situazione con questo ragazzo portatore di un grave handicap?

Salve Ho 28 anni e di recente sono stato contattato da un ragazzo, portatore di un grave handicap sia fisico che mentale, che frequentava con me una delle associazioni scout della mia città. Ai tempi, circa 14 anni fa, si legò particolarmente a me visto che ero l'unico che non lo prendeva continuamente in giro ecc. Una volta uscito dall'associazione non l'ho più sentito, salvo qualche sporadico contatto da parte sua (auguri di Natale o Pasqua), nel quale continuava a dimostrare un certo attaccamento nei miei confronti. Di recente, tramite facebook e whatsapp mi contatta e mi chiede di uscire; io accetto, facciamo una passeggiata e una chiacchierata. Da allora ha iniziato a cercarmi con una certa insistenza, rinnovando le richieste di uscita ecc. Ora, non sono un ipocrita, e dico subito che la cosa mi secca e non poco. Se esco lo faccio solo per pietà della sua condizione di disabile, della sua solitudine e della sua situazione familiare. Dall'altra parte mi vergogno fortemente del mio sentimento di repulsione nei confronti di questo ragazzo, il quale ha tutto il diritto di avere una vita relazionale come qualsiasi ragazzo della sua età. Per quanto mi riguarda, sono una persona abbastanza solitaria, ho pochissimi amici, relazioni familiari buone solo in apparenza, e per 10 anni ho combattuto con disturbi della sfera sessuale, che solo da poco e con enorme fatica sono riuscito a superare, grazie anche ad un percorso psicoterapeutico. Sto ultimando i miei pessimi studi universitari e da poco ho cominciato a lavorare, cercando di prendere una direzione e ricominciare a vivere dopo tutti questi anni di totale sbandamento. Vorrei qualche consiglio su come gestire la situazione con questo ragazzo, questa amicizia del tutto ipocrita da parte mia, senza ferire i sentimenti di nessuno, né i miei, né soprattutto i suoi. Vi ringrazio per la pazienza.

Buonasera, 

penso che questa sia l'occasione giusta per aiutare questo ragazzo a non sentirsi sempre "poverino" o "sfortunato" di fronte alla condizione di malattia o disabilità. Spesso vedere ragazzi con difficoltà porta a comportarsi come dei crocerossini in cui l'altro viene sottovalutato o scambiato per una persona da "non ferire".

Io penso che il rispetto per l'altro ci debba essere a prescindere dalla condizione medica. Spesso persone con queste condizioni sono circondate da altre che provano tenerezza o dispiacere per lui, fino a sfociare alla commiserazione. Ciò che lei prova è un disagio legittimo legato probabilmente ad un forte bisogno da parte del ragazzo di avere qualcuno accanto, tuttavia, non è quello il suo ruolo e lei non è tenuto a salvarlo.

Detto ciò, ribadendo il rispetto e la tutela dell'altra persona, le consiglio di parlare in maniera autentica con lui di quello che sente e di quelle che sono le sue possibilità relazionali attuali. Il piacere di essersi visti va bene ma, visto che in questo momento sta passando anche lei un momento importante, è bene che se ne prenda cura.

Questo non è necessariamente un "mai più" ma ogni persona ha dei confini e dei momenti da rispettare, lui ha i suoi e lei i suoi.

In tutto questo non c'è ipocrisia, solo un autentica relazione legata alla sincerità e al rispetto. Sono certa che detto nel modo giusto, verrà capito anche dall'altra persona e finalmente qualcuno lo tratterà come una persona come altre, senza condizionamento di malattia o disagio.

Resto a disposizione