Dott.ssa Anna Antinoro

Dott.ssa Anna Antinoro

psicologo, psicoterapeuta, analista transazionale

Il mio compagno fa uso di cocaina da 10 anni

Salve, mi chiamo Jenni, sono una ragazza di 21 anni e dopo mesi di dubbi, ho scoperto che il mio compagno, 36 anni, fa uso di cocaina da 10 anni. Ora dice di voler smettere (cosa a cui non credo e che ritengo molto difficile) senza neanche l'aiuto di uno specialista. Ma la mia domanda è un'altra: ho scoperto da una settimana di essere incinta, vorrei sapere, gentilmente, se l'uso prolungato di cocaina nel mio compagno possa danneggiare la mia gravidanza, il bambino una volta nato (malattie di tipo psichico o fisiche) e la sua vita (svilupperà anche lui/lei una dipendenza da cocaina? O nascerà già con la dipendenza?). Il mio compagno, nella situazione in cui si trova, sarebbe in grado di fare il padre? Vi ringrazio per l'attenzione, cordiali saluti.

Buongiorno Jenni,

purtroppo non sento di avere abbastanza competenze per darle informazioni accurate dal punti di vista dei rischi fisici del feto per l'uso di sostanze del suo compagno e su questo la invito a contattare uno specialista. 

Sulla domanda legata alla paternità non è possibile dare una risposta definitiva. Le persone dipendenti da sostanze tendenzialmente risentono per loro la mancanza della cocaina o simili e nel caso di carenza possono diventare irrascibili o facilmente irritabili. Questo atteggiamento comporta sfiducia, paura e anche rabbia nei confronti dell'altro quindi, per evitare di arrivare a un gioco di colpe, è importante fermarsi ad ascoltare quello che è il bisogno in un momento. ci sono persone che dopo la notizia smettono, altri che continuano, altri che alternano.

Detto questo voglio spostare il focus su di lei:sente di voler portare avanti questa gravidanza? e al di la di quello sente di poter lavorare con il suo compagno per costruire un rapporto di coppia diverso? magari iniziando un percorso di terapia insieme? e lui sarebbe disposto a farlo?

Tutti questi vissuti di dubbi vengono in qualche modo sentiti dal bambino che comincia già nella pancia a percepire cosa succede. Le dico questo non per spaventarla ma per aiutarla a consapevolizzare quanto la gravidanza sia un momento che merita di essere vissuto in un certo modo e con un certo stato d'animo: per lei, per il partner e per il bambino.

Le rinforzo di parlare con un medico per l'aspetto dei rischi e con uno psicologo per cominciare a fare chiarezza in queste due grandi notizie, anche se di diverso peso.

Resto a disposizione