Dott.ssa Anna Dallavo

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Dott.ssa Anna Dallavo

psicologo, neuropsicologo, psicoterapeuta, psicodiagnosta

Paura della vecchiaia

Buonasera,
ho 51 anni, una carriera costruita nel tempo, una figlia quasi adolescente e un marito freddo e controllato che non amo più e che accetta la nostra relazione senza sesso e affetto con la speranza che io lo accetti così senza volere cambiare nulla. Non sono capace di lasciarlo per vari motivi tra cui il non saper vivere da sola. Prima di lui ho avuto solo un'altra relazione di 8 anni. Mi vedo brutta vecchia, sono stata una donna timida e semplice ma a detta di tutti in gamba e molto intelligente.. E oltre a questo anche piacente è quindi con parecchi corteggiatori. Non ho mai avuto una grande autostima di me ma riconosco guardando le foto di qualche anno fa di aver avuto un corpo molto curato e in forma ma quello che più ha sempre colpito le persone sono stati la mia testa e la mia ironia
Ancora adesso capita che per lavoro qualche giovane mi faccia delle avance, ed io mi sento ridicola e a disagio soprattutto avendo delle belle colleghe giovani intorno e non capisco come qualcuno possa accorgersi di me.
Sto male, mi sento vuota e sto diventando una persona di ghiaccio esattamente come mio marito. Io però sono diversa e passionale e non so più che fare e mi sembra sempre più di essere inghiottito dallo spettro della vecchiaia e del nulla. Grazie

Buon giorno,

Gentile Signora, una persona di cinquantuno anni si può definire nel pieno della sua vita adulta e molto lontana dalla vecchiaia, molte cosa belle e interessanti ancora la aspettano. Da quanto leggo fino ad ora, è riuscita a costruire una vita piena, con una famiglia e una carriera lavorativa che al momento però non riesce a vedere come pienamente soddisfacenti.

Da quanto scritto nella sua lettera si può notare come, le persone che la circondano la riconoscano come una persona intelligente, in gamba e piacente tale da attrarre le avance di alcuni giovani colleghi. Questi apprezzamenti, che riflettono il modo positivo in cui la vedono gli altri, si scontrano con la  sua visione negativa di se stessa.

Il pensiero negativo, legato a una bassa autostima, la porta ad avere un’attenzione concentrata su tutto quanto lei ritiene negativo di se, offuscando quanto c’è di buono nella sua vita e a non dare sufficiente valore a quanto percepito dagli altri.

Il pensiero negativo incide sulle emozioni che prova, provocando tristezza e malinconia. Molto spesso, tali pensieri incidono sul comportamento, poiché la convinzione di “non essere” determina dei comportamenti di evitamento che possono portare a prestare meno attenzione alla propria persona, rifiutare di uscire in compagnia oppure, a livello lavorativo, rifiutare avanzamenti di carriera e quant’altro, peggiorando nettamente il proprio vissuto psicologico, confermando il proprio pensiero negativo di non valore.

Credo potrebbe esserle utile cercare di individuare e correggere tali pensieri negativi, lasciando in tal modo spazio alla parte, che lei si riconosce come diversa e passionale, di emergere permettendole di ottenere molte soddisfazioni dalla vita.

Rimando a disposizione per qualsiasi chiarimento in merito e la saluto cordialmente.