Sindrome del nido vuoto
Salve, mi chiamo Maria, ho 56 anni, vedova da 14 e con due figli di 32 e 26 anni. Il grande è partito 5 anni fa ma le cose non sono andate come sperava ed è rientrato a casa da circa 3 mesi. La piccola (si fa per dire) tra due giorni andrà a convivere, sempre nella mia città. Ho già vissuto la sindrome del nido vuoto soffrendo anche di depressione dopo la partenza del maschio ed ora il pensiero che mia figlia lascerà casa, mi fa sentire un immenso dolore. Premetto che con lei ho un rapporto molto profondo e per me lei è tutto. Durante l'assenza di mio figlio, abbiamo vissuto momenti brutti che ci hanno reso più unite che mai ma abbiamo anche condiviso tantissima gioia e complicità. Ora, sento il vuoto dentro ed anche se sono consapevole che è la legge della vita e che pian piano mi adatterò (almeno spero), in questo momento sento una profonda angoscia. Sicuramente sarebbe stato peggio se mio figlio non fosse mai tornato perché mi sarei ritrovata completamente sola. Ma questa cosa non mi consola...immagino quando lei non sarà più in casa e mi viene da piangere, mi sento il cuore spezzato. Non so come affrontare questo evento che mi sta opprimendo le giornate...io, che sono sempre stata forte per tutti.
Cara Maria, il dolore che provi è profondamente comprensibile. Sei una mamma che ha dedicato la sua vita ai figli, e il distacco – anche se naturale – porta con sé un senso di vuoto difficile da colmare. La tua reazione è normale e dimostra quanto sia stato intenso e speciale il legame che hai costruito con tua figlia. La buona notizia è che non la stai perdendo, la tua relazione con lei cambierà, ma resterà sempre forte. Non è un addio, è una trasformazione. La vostra complicità potrà continuare in modi diversi: con incontri, telefonate, e momenti speciali che vi ritaglierete. Non c'è nulla di sbagliato nel provare tristezza, paura e malinconia. È una fase di passaggio, e con il tempo troverai un nuovo equilibrio. Per anni il tuo ruolo di mamma è stato centrale, ma ora è il momento di riscoprire Maria come donna, non solo come madre. Ci sono passioni, hobby o attività che hai messo da parte? Potrebbe essere il momento giusto per esplorare nuove strade. Crea nuovi rituali con tua figlia; magari potreste avere una cena fissa insieme ogni settimana, o una giornata madre-figlia per mantenere viva la vostra vicinanza. Se la tristezza diventa troppo pesante, non esitare a parlare con un professionista. Il dolore va accolto e affrontato, non nascosto.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara