Dott.ssa Antonella Bellanzon

leggi (5)

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare

Rifiuto da parte dei figli di un nuovo compagno

Da nove (9) anni il mio compagno e io viviamo insieme, entrambi divorziati e con 4 figli ultratrentenni. Le mie 2 figlie hanno accettato e hanno un buon rapporto con lui. I suoi 2 invece non hanno mai voluto conoscermi e la femmina, ora madre a sua volta, rifiuta tale possibilità, attribuendo al suo psicologo che "per star bene nella vita, deve assecondare i suoi sentimenti e fare ciò che si sente" e ora anche il rapporto con suo padre é incrinato, anche per la strumentalizzazione della figlioletta. Ma davvero queste ottusità, queste intransigenze sono giustificabili dagli psicologi ? Il mondo cammina, a parte le tante ipocrisie di matrimoni falliti che sono mummificati per convenienza sociale ed economica, moltissime copie si separano a 50/60 anni e si rifanno una vita... A 30 anni molti figli non vedono ad di là del proprio naso, sono egoisti e immaturi fino a quando non capita a loro...

Ciao Elisabetta, capisco quanto questa situazione possa risultare frustrante e dolorosa. La frase "fare ciò che si sente" riflette un approccio terapeutico incentrato sull’ascolto e il rispetto dei propri sentimenti, tipico di alcuni modelli come la terapia centrata sulla persona. Tuttavia, questo non significa che tale approccio giustifichi automaticamente atteggiamenti di chiusura o rifiuto nelle relazioni familiari. Ogni individuo porta con sé esperienze e ferite personali, e nei casi di dinamiche familiari complesse come quelle che descrivi, i sentimenti di insicurezza, paura del cambiamento o del “sostituto” possono influenzare profondamente le relazioni. È possibile che il consiglio ricevuto dallo psicologo sia inteso a invitare la figlia a esplorare e riconoscere le proprie emozioni, ma ciò non esclude la necessità di stabilire un dialogo aperto e un percorso di riconciliazione graduale con tutte le parti coinvolte. In situazioni del genere, potrebbe essere utile considerare un percorso di terapia familiare, in cui si lavori insieme per comprendere le resistenze e i conflitti, trovando modalità che rispettino sia il bisogno di esprimere i propri sentimenti sia la necessità di costruire relazioni sane. Quindi, non si tratta tanto di giustificare atteggiamenti di intransigenza con una formula psicologica, ma di riconoscere che ogni persona ha tempi e modi diversi per accettare nuove realtà e che, spesso, è necessario un intervento mirato per facilitare questo processo. Spero che questo punto di vista possa offrire qualche spunto di riflessione per affrontare e, magari, lavorare insieme su questi dissidi.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

domande e risposte articoli pubblicati

Dott.ssaAntonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara

  • Ansia generalizzata
  • Crescita Personale ed Esistenziale
  • Affettivita', difficoltà relazionali e familiari
  • Difficoltà legate alle diverse fasi di vita
  • Disagio o difficoltà relazionali sociali, di coppia o familiari
  • Sostegno alla separazione, e all'elaborazione del "lutto" del distacco
CONTATTAMI