Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Dott.ssa Antonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare

Non riesco a farmi valere - Abbiamo un figlio

Buongiorno, ho già scritto. Ho un figlio piccolo con un uomo che non ha mai voluto una relazione vera con me, dividendosi sempre con la figlia adolescente (avuta da un precedente matrimonio) e venendo a trovare me e il figlio un paio di giorni a settimana. Abbiamo però sempre avuto intimità e lui mi diceva di aver bisogno di tempo, che magari prima o poi la nostra storia sarebbe sbocciata. Invece mi ha sempre trattata male: se chiamo la sera e ci siamo già sentiti mi dice che rompo le scatole, se chiedo di vederci una volta in più mi dice che lo soffoco, se piango dice che lo manipolo e non ne può più di me, se gli dico che ho bisogno perché il bambino (anni 2) sta male, dice che non capisco niente e avendo delle pretese lo allontano sempre di più, che se lui è a casa sua non puo aiutarmi e quindi la telefonata è inutile. Il problema è che, invece che chiudere il rapporto e non poterne più, più mi tratta così più io mi dispero, penso che le cose che dice di me siano vere e che quindi non merito niente. Con la testa so benissimo che mi tratta male, ma poi mi ricordo quei pochi momenti sereni, che ancora ogni tanto ci sono, e cado preda della nostalgia e della speranza. Lui è più grande e ad oggi ha un problema di salute serio, anche se risolto. Lui per noi non fa nulla, io vivo in un piccolo appartamento in affitto e quando gli ho detto che devo trovare altro perché qui non c'è la camera per il bambino, mi ha detto: e a me cosa me ne frega? Arrangiati. Economicamente da poco, la metà dell'asilo nido in pratica. Lui non voleva il figlio e me lo ri faccia ogni settimana, dicendo che è fin troppo bravo cosi. Come faccio a farmi valere? Come faccio a uscire da questa situazione, pretendere un aiuto economico vero, non farmi sentire in colpa e non avere comportamenti compulsivi? Quando lui decide che io mi sono comportata male, ad esempio perché ho chiesto di vederci un giorno in più o ho osato chiamare quando è con la figlia, non mi parla per ore o giorni dicendo che me lo merito e io impazzisco, arrivando a chiamarlo varie volte. Sono disperata, grazie a chi risponderà.

Ciao Ele,
prima di tutto voglio dirti una cosa chiara: non sei sbagliata. Non sei "esagerata", "pesante" o "soffocante" come lui ti vuole far credere. Quello che stai vivendo è una relazione tossica e, da quello che racconti, c'è un chiaro meccanismo di manipolazione emotiva (si chiama gaslighting: ti fa dubitare di te stessa e dei tuoi bisogni legittimi). Il problema non sei tu, il problema è il modo in cui lui ti tratta. Accetta che non cambierà
So che è doloroso, ma ogni volta che speri che migliori, ti incateni ancora di più alla delusione. Le rare "briciole" di affetto che ti dà sono proprio il meccanismo che ti tiene legata. È una trappola emotiva. Interrompi il ciclo tossico. Ogni volta che lui ti punisce con il silenzio o ti insulta, tu senti l'urgenza di rincorrerlo. Questo gli dà ancora più potere. Taglia il meccanismo: non inseguirlo. Se sparisce, tu rimani ferma. Non chiamarlo. Ti sembrerà impossibile, ma ogni volta che resisti, ti riprendi un pezzo di forza. Pensa a tuo figlio
Tu meriti di essere felice. Ma ancora di più, tuo figlio merita di vedere sua madre rispettata e serena. I bambini assorbono tutto. Proteggerti è proteggere anche lui.

1) Agisci per vie legali: Assegno di mantenimento: tu hai diritto a chiedere (e ottenere) un contributo economico dignitoso per tuo figlio, a prescindere da quanto "bravo" lui si creda di essere. Rivolgiti a un avvocato (se non hai disponibilità economica puoi chiedere il patrocinio gratuito). Non devi supplicarlo di aiutarti: è un obbligo legale per lui.
2) Chiedi supporto esterno Da sola è difficilissimo. Ti consiglio di cercare:

-Un centro antiviolenza: non serve che lui ti picchi perché ti possano aiutare. Anche la violenza psicologica conta.

-Un percorso psicologico: per ricostruire la tua autostima e curare la dipendenza emotiva che si è creata.

Smetti di giustificarlo
Il fatto che sia malato, che abbia problemi o che abbia un'altra figlia NON GIUSTIFICA il fatto che ti maltratti, ti ignori, ti umili o ti abbandoni con il bambino.

  • Tu sei una donna che sta facendo il massimo in una situazione difficilissima.

  • Chiedere rispetto non è egoismo. Pretendere presenza per tuo figlio non è "rompere le scatole", è essere una madre responsabile.

  • Lui non ti sta facendo "un favore" ad esserci ogni tanto: ha delle responsabilità precise che sta scegliendo di ignorare.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara

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