Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Dott.ssa Antonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare

Lutto morte cane

Buongiorno dottori. Non scrivo tanto per chiedere aiuto, ma anche solo per sfogarmi, ed esternare ciò che provo con persone esterne alle mie conoscenze. ( Non che non mi siano vicini, anzi). Purtroppo due giorni fa è venuto a mancare il mio adorato cane di 14 anni, era malato da due anni ma nell'ultima settimana è peggiorato drasticamente, fino a spegnersi "fortunatamente" tra le mura domestiche circondato dai suoi cari. Dico fortunatamente perché mi ha evitato la terribile scelta dell'eutanasia in un lettino di clinica. Pensavo di essere pronta alla sua dipartita, sono due anni che ci penso ed oramai mi ero messa il cuore in pace, è il ciclo della vita mi dicevo. Invece, sono caduta nella disperazione più totale. Mi manca come l'aria. Soprattutto dopo questo periodo dove mi sono dovuta prendere cura di lui in modo più impegnativo, non dormendo le notti per stargli dietro. Guardandolo decadere giorno dopo giorno. Dove non mangiava, non beveva e non riusciva più a muoversi. Solo adesso ho capito quanto è grande il mio amore verso di lui. Sento un grosso vuoto dentro, anche se razionalmente so che purtroppo le cose volente o nolente vanno così e non posso farci nulla. Ho difficoltà ad accettare il fatto che non ci sia più, non poterlo più vedere da un giorno all'altro. Guardo la sua cuccia vuota e mi viene un tonfo al cuore. Dormo con la sua felpa con me per sentirlo più vicino, annuso la sua coperta. Mai e poi mai ho provato dolore più grande. Sembro e sono inconsolabile. Tanti dicono "è solo un cane", si è vero ma prendersi cura di lui, crescerlo, viaggiare assieme, diventare parte della quotidianità, della vita e poi vederlo invecchiare, ammalarsi ed infine lasciarlo andare, non è diverso da ciò che si fa con una persona, un figlio, un parente. Lui non era trattato da "animale" non era solo in casa, portalo giù e dargli da mangiare come fosse un sopramobile. lui è sempre stato con me, era la mia ombra, l'ho portato ovunque, l'ho cresciuto, educato, viaggiato e fatto tante esperienze assieme. Tutti stiamo soffrendo, ma tra me e lui c'era un rapporto speciale, sintonia e amore incondizionato. Mi manca da morire, la casa senza di lui nonostante ci siamo noi ed altri due cani è vuota e silenziosa. Quando realizzo che non lo vedrò più, mi sembra di perdere un appiglio, mi perdo. Tengo un diario, ed ogni mattina scrivo le mie sensazioni, scrivo come scrivessi a lui. Poi chiudo e cerco di andare avanti nella vita di tutti i giorni, a stento. Ora riposa sotto un albero di pesco, dove pianterò della lavanda. Questo è il mio modo per onorarlo. Facendolo tornare a far parte della natura. Non pensavo di poter soffrire così tanto per la sua perdita.

Cara Elisa, il tuo dolore è così limpido e profondo che si sente tutto, riga dopo riga. Non c'è nulla da correggere o sminuire in ciò che scrivi: stai vivendo un vero e proprio lutto, e il tuo cuore sta solo facendo quello che è naturale — piangere un amore che è stato reale, costante e profondissimo. Non era “solo un cane” Chi dice questa frase probabilmente non ha mai amato un animale come lo hai fatto tu. Il tuo compagno a quattro zampe non è stato solo un animale da compagnia: è stato presenza, conforto, famiglia, abitudine, dialogo silenzioso. È stato qualcuno che ti ha amata ogni giorno della sua vita, senza condizioni, senza giudizio, solo con fedeltà. Vivere accanto a lui per 14 anni — prendersene cura, viaggiare insieme, affrontare la vecchiaia e la malattia — è stato un atto d’amore autentico, che ora lascia un vuoto all’altezza di quello che è stato. Molte persone vivono un lutto per un animale con la stessa intensità (o maggiore) rispetto alla perdita di una persona. Perché? Perché il rapporto con un animale è puro, quotidiano, non filtrato da ruoli sociali o maschere. Tu hai amato liberamente e sei stata amata allo stesso modo. E ora che non c'è più, tutto il tuo mondo cambia. La casa è la stessa, ma non lo è più.
I suoni sono gli stessi, ma ti sembrano silenzi.
Le giornate vanno avanti, ma tu resti un passo indietro. Il tuo modo di elaborare è sano e pieno di amore Scrivere nel diario come se parlassi a lui è bellissimo e utile: stai mantenendo viva la relazione in una forma nuova, mentre ti prepari piano piano a lasciarla andare. Dormire con la sua felpa, annusare la coperta: non c'è nulla di infantile in questo. È il tentativo profondo di restare ancora un po' con chi amavi. Il rito dell'albero e della lavanda è un gesto commovente, pieno di simbolismo. Hai creato un luogo, un segno, un’ancora. E questo è importante. Col tempo, il dolore cambia forma Non passerà tutto in fretta. E non deve. Ma a un certo punto, quel dolore lancinante lascerà spazio alla gratitudine: per averlo avuto, per essere stata scelta da lui, per ogni momento vissuto insieme. Un giorno, guardando la sua coperta o quell’albero di pesco, sentirai una lacrima che non punge più, ma che ti scalda.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara

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