Dott.ssa Antonella Bellanzon

leggi (5)

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare

Rapporto ambivalente

Sono una donna di 32 anni e sto affrontando un momento di assoluto sconforto e profonda preoccupazione. Per meglio comprendere quanto sto per scrivere, premetto che in 32 anni ho avuto esperienze sessuali e relazionali con un unico uomo, oltretutto molto più grande di me, con il quale sono stata molti anni. La mia vita sentimentale e sessuale non è mai stata ricca, perché fino a 19 anni non mi sono mai "sentita vista", a livello intellettuale e sessuale, se non da sporadici spasimanti tutt'altro che affidabili e gradevoli (soprattutto psicologicamente, più che esteticamente). A questo riguardo, ho sempre valorizzato molto l'attrazione mentale e intellettuale sopra la gradevolezza estetica, perché per me sentirmi attratta e valorizzata dalle grandi capacità intellettuali è fondamentale per nutrire anche un'intesa più profonda (e un interesse anche sul piano fisico). Senza queste cose, infatti, mi sento vuota, nonostante sappia bene che le elevate capacità intellettuali non implicano affatto buone qualità emotive. Alla luce di tutto questo, da più di un anno mi frequento con un uomo che credevo essere sentimentalmente interessato a me, per sua esplicita dichiarazione: inizialmente mostra tutti i tratti che mi rendono affascinata da lui (appare molto gentile, premuroso, è estremamente colto e appassionato, abbiamo tanti interessi comuni, non è una persona banale). Per mesi mi sento al settimo cielo. Mi fa sentire bella e desiderabile, intellettualmente e fisicamente. Di colpo, però, quest'uomo cambia atteggiamento e diventa più aggressivo e ostile nei miei confronti quando gli chiedo di trascorrere più tempo insieme, da lui (non sono mai potuta andare a casa sua e questo mi pesava, nonostante mi dicesse che doveva accudire dei familiari). Inoltre, non ha rapporti sessuali completi con me, mentre richiede spesso solo altre pratiche (perlopiù sesso orale, tra l'altro non ricambiato). Ho pensato di parlarne perché magari poteva avere un disagio, ma non mi ha mai ascoltata. Non ho voluto insistere ma le pochissime volte che ho sollevato l'argomento ha reagito molto male. Lui mi ha sempre ripetuto che devo dirgli ciò che vorrei fare perché le relazioni devono essere simmetriche, ma ogni volta che gli ho chiesto di stare in intimità normalmente mi ha risposto alzando i toni. Di recente, dopo avergli chiesto delicatamente se potessimo andare da lui per stare più tranquilli e parlare meglio di noi, è esploso e mi ha detto che vuole stare solo (questo, aggiungo, subito dopo avermi chiesto galantemente sesso orale). Mi sono sentita distrutta perché fino a quel momento mi parlava di relazione sentimentale con me, cosa che è arrivato anche a negare (gaslighting?). Arriva a dirmi che mi sono illusa e che non ha mai nutrito interesse. Quello stesso giorno mi richiama più volte e mi dice che vuole ricostruire il rapporto con me su nuove basi perché è interessato a me. Ho paura che questi cambi improvvisi di comportamento siano dovuti ad un disturbo di cui non so. Io mi sento molto attratta da lui soprattutto per l'attrazione emotiva e intellettuale che nutro (cosa per me rara), ora sto cercando di raccogliere i pezzi ma sto molto male. Inoltre, Non avendo avuto molte esperienze sessuali, ho paura che l'idea di poter fare l'amore con un uomo che mi ha affascinata così tanto mi abbia fatta sentire legata più del dovuto, come se fosse stata una specie di fantasia (e nei fatti purtroppo lo è stata, visto che non ha mai condiviso quel momento con me, pur prospettandomelo). Cosa dovrei fare?

Giulia, 

Dalle tue parole emerge un rapporto ambivalente, instabile, in cui convivono attrazione, idealizzazione, delusione, rabbia, desiderio e senso di colpa. Questa ambivalenza si riflette nel comportamento dell’uomo che frequenti, che:

  • Alterna fasi di coinvolgimento e attenzione a fasi di distacco, aggressività e freddezza;

  • Chiede ma non dà, specialmente sul piano sessuale ed emotivo;

  • Promette una relazione ma non mantiene, arrivando a negare ciò che ha detto;

  • Ti colpevolizza per aver “frainteso”, mentre sei stata chiara e coerente nei tuoi desideri;

  • Dopo una rottura, torna cercando una “ricostruzione” ma alle sue condizioni.

Questi comportamenti sono fortemente manipolatori, e sì, possiamo parlare di gaslighting, ovvero una forma di abuso emotivo in cui l’altro ti fa dubitare della tua percezione della realtà.

Perché sei così legata a lui?

  1. Attrazione mentale ed emotiva: hai sempre dato grande valore all’intelletto e all’intesa profonda. Lui inizialmente ti ha dato esattamente questo: attenzione, stimolo mentale, approvazione. Questo crea un forte legame, spesso più intenso di quello fisico.

  2. Scarsità di esperienze precedenti: il fatto che tu abbia avuto pochi legami sessuali ed emotivi rende questo rapporto più carico di significato. Non è debolezza: è naturale. Ma questo può anche renderti più vulnerabile al meccanismo dell’idealizzazione.

  3. La promessa mai mantenuta: il fatto che tu non abbia vissuto con lui un’intimità completa, ma che questa sia stata spesso prospettata, ha generato una sorta di aspettativa emotiva non realizzata. Le aspettative frustrate possono tenerti più legata di una relazione realizzata, perché l’incompiuto continua a illudere.               

  4. Segnali d’allarme da non ignorare

  • Ti fa sentire in colpa per desideri legittimi (intimità, tempo insieme, trasparenza);

  • Reagisce male ai tuoi bisogni, anche quando espressi con delicatezza;

  • Non ricambia sul piano sessuale, ma ti chiede prestazioni unilaterali;

  • Ti confonde, promettendo e poi negando, creando ansia e incertezza;

  • Non ti rende partecipe della sua vita reale (non ti ha mai portata a casa sua).

Questi sono comportamenti tipici delle relazioni disfunzionali o addirittura tossiche, dove il legame non si basa sulla reciprocità, ma sul controllo, sull’ambiguità e sulla tua insicurezza.

Cosa puoi fare:

  1. Ascolta le tue emozioni. Se ti senti svuotata, confusa, trascurata e mai abbastanza… è perché probabilmente questa relazione non ti sta dando ciò che meriti.

  2. Dai valore alla tua esperienza. Non hai frainteso: hai solo ascoltato le sue parole e ci hai creduto. Non è colpa tua se lui è incoerente.

  3. Poni dei limiti chiari. È lecito dire: “Questa relazione mi fa stare male e non sento reciprocità. Ho bisogno di allontanarmi per proteggermi.”

  4. Non cercare di guarirlo. Anche se avesse un disturbo (cosa possibile, ma solo ipotizzabile), non sta a te risolverlo. Le relazioni sane si costruiscono tra adulti che si prendono cura l’uno dell’altro, non tra chi salva e chi fa male.

  5. Cerca uno spazio di sostegno per te. Parlare con uno/a psicologa può aiutarti a:

    • Elaborare il dolore e la disillusione;

    • Ricostruire la tua autostima e identità relazionale;

    • Imparare a riconoscere relazioni sane e protettive.

Tu meriti una relazione autentica, basata sulla reciprocità, sul rispetto, sulla comunicazione sincera, anche nei momenti difficili. Il fatto che tu sia sensibile, selettiva e attratta dalla mente è una ricchezza, non una condanna. Ma devi metterla al servizio della tua felicità, non della tua sofferenza.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

domande e risposte articoli pubblicati

Dott.ssaAntonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara

  • Ansia generalizzata
  • Crescita Personale ed Esistenziale
  • Affettivita', difficoltà relazionali e familiari
  • Difficoltà legate alle diverse fasi di vita
  • Disagio o difficoltà relazionali sociali, di coppia o familiari
  • Sostegno alla separazione, e all'elaborazione del "lutto" del distacco
CONTATTAMI