Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Dott.ssa Antonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare

Difficoltà nella comunicazione

Buongiorno, sono una ragazza di 22 anni e da tempo ho difficoltà a relazionarmi con i miei genitori. Loro sono sempre stati piuttosto severi, critici e freddi e questo mi ha portato a chiudermi in me stessa e a condividere poco o nulla con loro. Si interessano poco o nulla a me, mi domandano solo le date degli esami e i voti che prendo, non si preoccupano nemmeno di chiedermi che materie sto studiando. Qualche settimana fa ho fatto una domanda per svolgere un periodo di tirocinio all' estero e tra poco saprò se sono stata selezionata. Non ho detto nulla ai miei genitori perché temo la loro reazione. Ho paura che si arrabbino perché non gliel'ho detto prima. Ogni giorno mi sveglio con l'idea di dirglielo ma poi non ci riesco mai. Questa situazione è frustrante. Ne ho parlato anche con la psicologa ma non è servito a molto, penso di avere un blocco. Ho scritto una lettera ma non so se sia la scelta migliore. Voglio risolvere questo mio blocco. Fargli leggere la lettera sarebbe la scelta più facile ma credo che non mi aiuterebbe a risolvere il problema. Cosa mi consigliate di fare? Grazie, buona giornata

Cara Irene

Da quello che scrivi, emerge un vissuto di freddezza e distanza emotiva da parte dei tuoi genitori, che ti ha portata a chiuderti, a sentirti sola e a sviluppare una comprensibile paura di esporsi con loro. È importante riconoscere che questa difficoltà non è "colpa tua", ma il risultato di un rapporto che probabilmente non ti ha mai dato lo spazio sicuro di cui ogni figlio ha bisogno per potersi aprire. Hai già fatto un passo significativo scrivendo quella lettera. Anche se ti sembra la via “più facile”, in realtà è una forma concreta e matura per iniziare a comunicare ciò che senti, soprattutto se la comunicazione verbale è carica di tensione o blocchi emotivi. Scrivere non è una fuga: è uno strumento. Può essere l’inizio di un dialogo. Potresti consegnare la lettera e poi prepararti a un confronto verbale successivo, magari quando sentirai che l’emotività si è un po’ distesa.

Temere che si arrabbino è legittimo, ma la scelta di candidarti per un tirocinio all’estero è una dimostrazione di autonomia e responsabilità, non una mancanza di rispetto. Spiegare loro che hai esitato per paura e non per cattiva volontà potrebbe aiutarli a capire (o almeno a farti sentire che hai detto la tua verità, che è ciò che più conta per te in questo momento

  1. Consegna la lettera, se credi che sia il modo più autentico per rompere il silenzio. Può essere un ponte tra il tuo bisogno di dire e la loro possibile difficoltà a comprendere subito.

  2. Preparati a un confronto, sapendo che potresti non ottenere la comprensione che desideri subito. Ma ogni volta che ti esprimi con onestà e rispetto verso te stessa, stai costruendo qualcosa di importante.

  3. Dai valore ai tuoi passi, anche piccoli. Parlare con una psicologa, scrivere questa lettera, chiedere consiglio qui… sono segnali di forza, non debolezza.

  4. Non aspettarti di cambiare loro: l’obiettivo è liberare te stessa da questo blocco, non ottenere il cambiamento dei tuoi genitori. Se cambieranno qualcosa, sarà un effetto secondario.

Non sei sola, anche se a volte può sembrarlo. Le difficoltà con i genitori sono comuni, ma questo non le rende meno dolorose. Cerca alleati: amici, persone fidate, professionisti con cui ti senti ascoltata davvero. Coltiva chi ti fa sentire vista. Fai bene a voler risolvere questo blocco. Non per compiacere loro, ma per vivere la tua vita con più libertà.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara

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