Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Dott.ssa Antonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare

Come vado via di casa?

Salve, sono una ragazza di 19 anni che vive in un ambiente disfunzionale fin da piccola...
Purtroppo non ho il sostegno di nessuno in casa, mia mamma è mancata due anni abbondanti fa (era alcolizzata)...
Fin da piccola ho subito violenze psicologiche con insulti (non da poco), sia da parte di mia madre che di mio padre. E questo, negli anni, mi ha fatto sviluppare attacchi di panico e ansie molto potenti, quasi a volte ingestibili...
Ho molta fatica con l’abbandono, a superarlo, perché ho sempre paura della solitudine... Essendo che mi hanno sempre lasciata un po’ così...Ancora oggi scappo di casa qualche giorno dal mio ragazzo... Vorrei andarmene da casa ma non so come fare...
In più ho lasciato la scuola, ma i miei genitori me lo hanno sempre fatto pesare con frasi del tipo: “sei una vergogna”, ecc. ecc.
Faccio difficoltà a dormire, praticamente in questa casa servo solo per le pulizie. Ho preso una piccola qualifica da poco, ma è un gran traguardo per me... Ho sempre fatto tutto io in casa, guardare mio fratello, ecc., e mio padre ancora oggi mi tratta male.
Vorrei tanto un lavoro per andare via...

Cara Aurora, le tue parole arrivano dritte al cuore. Raccontano di una ragazza giovanissima, ma con dentro già una forza immensa che forse nemmeno tu riesci ancora a vedere. Sei cresciuta in un ambiente che avrebbe dovuto proteggerti, ma che invece ti ha ferita profondamente. Nonostante questo, sei qui a scrivere, a chiedere aiuto, a cercare una strada: questo è il segno che dentro di te c'è una voglia fortissima di vivere diversamente.

Prima di tutto, voglio dirti questo con chiarezza: Non sei tu quella sbagliata. Sei una ragazza che ha sofferto molto, che ha dovuto fare da adulta quando era ancora una bambina, e che ora desidera solo una cosa semplice e giusta: essere libera e al sicuro. E sì, si può andare via da casa anche a 19 anni. Ma serve un piano, e soprattutto serve non sentirsi più sola.

1. Fai rete: chiedi aiuto concreto Non devi fare tutto da sola, anche se sei abituata a farlo. Ecco a chi puoi rivolgerti:

  • Servizi Sociali del tuo Comune: puoi chiedere un colloquio riservato con un assistente sociale. Spiega la tua situazione familiare e il disagio psicologico. Possono aiutarti con:

    • Percorsi per l’autonomia abitativa

    • Inserimento in comunità giovanili (non sono case-famiglia, sono spazi per ragazze come te)

    • Supporto psicologico gratuito

  • Sportelli Giovani, Spazi Donna o Centri Antiviolenza della tua zona: anche se non c’è violenza fisica, la violenza psicologica è reale e lascia segni profondi. Ti ascolteranno senza giudicare.

  • Un consultorio familiare (anche pubblico): hanno psicologi ed educatori che possono supportarti gratuitamente.

  • 2. Lavoro: anche senza diploma ci sono possibilità Hai già una qualifica, e questo è un punto di partenza importantissimo. Molti lavori entry-level (commesse, magazziniera, receptionist, aiuto cuoca, operatrice in strutture per anziani, babysitter…) non richiedono diplomi, ma persone affidabili, volenterose e serie.

Ti consiglio:

  • Iscriviti ai Centri per l’Impiego della tua zona

  • Vai nelle agenzie interinali (tipo Adecco, Manpower, Gi Group)

  • Se puoi, scrivi un piccolo curriculum, anche semplice, dove spieghi:

    • le tue competenze (anche “gestione della casa”, “cura di bambini”, “resistenza allo stress” sono competenze!)

    • la tua disponibilità (giorni, orari, zone)

Se vuoi, posso aiutarti a scrivere un curriculum anche adesso.

3. La questione psicologica: non trascurarla. Gli attacchi di panico, l’ansia, la paura dell’abbandono… non sono colpe, sono ferite. E tutte le ferite, se curate, possono rimarginarsi. Cerca aiuto psicologico. Anche se non hai soldi:

  • I consultori pubblici offrono supporto gratuito o quasi.

  • I centri giovani spesso hanno sportelli psicologici gratuiti.

Tu non devi curarti da sola, e non devi vergognarti di quello che provi. I tuoi sintomi sono la risposta a un ambiente che ti ha fatto del male, ma non definiscono il tuo futuro.

Ti abbraccio con rispetto e stima. 

Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Dott.ssaAntonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara

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