Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Dott.ssa Antonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare

Preoccupata per figlia 13anni e mezzo

Buongiorno, inizio a preoccuparmi seriamente perché, pur cercando di pensare a come si pongono i preadolescenti oggi , ultimamente mia figlia sta esagerando e lascia di tutto in giro, cellulare, ha perso 2 volte le chiavi di casa, la borsetta più di due volte da quando è finita la scuola, perciò neanche un mese. Premetto che accetto non standoci male ma cercando di pazientare perché si sa bene che è dovuto all'età, la società ecc, infatti è svogliatissima, musona se non quando parla al telefono con amica, e risponde male e come se le sia tutto dovuto. Ma anche riprendendola a volte su questi stessi atteggiamenti e' da mesi o anche un anno che sono comunque preoccupata. E ora il menefreghismo che sta dimostrando perdendo per poi fregarsene varie cose, mi fa pensare che forse dovrei consultare una figura specializzata.

Ciao Erika,  la sua preoccupazione è più che legittima, e il fatto che stia osservando e riflettendo su questi segnali con pazienza e apertura è già un passo importante. Ciò che descrive — svogliatezza, sbalzi d'umore, distrazione, oppositività, perdita di oggetti, e una certa apatia relazionale — sono comportamenti frequenti nella preadolescenza, ma è altrettanto vero che meritano attenzione quando diventano ricorrenti, impattanti o troppo marcati.

Proviamo a distinguere: comportamento “normale” da segnali d’allerta

 Tipici della preadolescenza (evolutivi):

  • Distrazione e disorganizzazione: Il cervello sta cambiando, la corteccia prefrontale (quella della pianificazione, attenzione e controllo) è in fase di sviluppo.

  • Perdita di oggetti: Succede perché si è concentrati su altro, spesso sul mondo interno o sulle relazioni sociali.

  • Umore instabile: Irritabilità, silenzi, toni scortesi o risposte brusche sono spesso modalità maldestre di “difendere il proprio spazio”.

  • Ritiro emotivo dai genitori: è parte della costruzione dell’identità.

 Ma attenzione se:

  • Le dimenticanze diventano così frequenti da creare rischi (per es. rimanere senza chiavi, perdere oggetti di valore ripetutamente).

  • L’apatia si trasforma in disinteresse totale per tutto, anche per attività prima amate.

  • C’è un netto isolamento sociale, oppure l'unica relazione sembra quella virtuale.

  • Le risposte aggressive diventano offensive o provocatorie in modo costante.

  • Non c’è nessuna apertura al dialogo, anche minimo, neanche nei momenti di tranquillità.

Cosa potrebbe aiutarla in questo momento

  1. Parlare, ma nei tempi giusti

    • Eviti il confronto “a caldo”. Cerchi momenti in cui lei è più rilassata (es. mentre si fa qualcosa insieme).

    • Più che giudicare, usi domande aperte:
      “Senti, ho notato che ultimamente perdi spesso le cose. È perché hai la testa altrove? Ti senti stanca? Confusa? Posso aiutarti in qualcosa?”

  2. Dare responsabilità “piccole” ma chiare

    • Ad esempio: tenere un'agendina, usare un portachiavi più vistoso, fare insieme una routine prima di uscire (controllare cosa porta).

    • Non per “punire”, ma per costruire abitudini.

  3. Dare spazio emotivo senza rinunciare al limite

    • È importante che lei senta che ha diritto di essere arrabbiata, stanca, silenziosa, ma non ha diritto di mancare di rispetto o ignorare responsabilità base.

Serve uno psicologo o educatore? Forse sì, se...

Non serve patologizzare tutto, ma un aiuto esterno può essere un supporto preventivo, non solo “curativo”.

Valuti un consulto se nota che:

  • Gli episodi si intensificano.

  • Il tono verso di lei è diventato stabilmente aggressivo.

  • La ragazza sembra triste, chiusa o confusa più del solito.

  • Lei, come genitore, sente di non avere più strumenti per comunicare.

Un breve ciclo di colloqui (anche solo 3-4) con uno psicologo dell’età evolutiva o un consulente familiare può essere molto utile per normalizzare la situazione e capire come affrontarla meglio. Lei non sta esagerando: sta osservando, riflettendo e cercando risposte. È normale che la preadolescenza porti squilibri e tensioni, ma il suo atteggiamento vigile e non giudicante è già una risorsa enorme. Consultare un professionista non significa “pensare che ci sia un problema serio”, ma prendersi cura del legame e della crescita in modo consapevole.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Dott.ssaAntonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara

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