Preoccupata per figlia 13anni e mezzo
Buongiorno, inizio a preoccuparmi seriamente perché, pur cercando di pensare a come si pongono i preadolescenti oggi , ultimamente mia figlia sta esagerando e lascia di tutto in giro, cellulare, ha perso 2 volte le chiavi di casa, la borsetta più di due volte da quando è finita la scuola, perciò neanche un mese. Premetto che accetto non standoci male ma cercando di pazientare perché si sa bene che è dovuto all'età, la società ecc, infatti è svogliatissima, musona se non quando parla al telefono con amica, e risponde male e come se le sia tutto dovuto. Ma anche riprendendola a volte su questi stessi atteggiamenti e' da mesi o anche un anno che sono comunque preoccupata. E ora il menefreghismo che sta dimostrando perdendo per poi fregarsene varie cose, mi fa pensare che forse dovrei consultare una figura specializzata.
Ciao Erika, la sua preoccupazione è più che legittima, e il fatto che stia osservando e riflettendo su questi segnali con pazienza e apertura è già un passo importante. Ciò che descrive — svogliatezza, sbalzi d'umore, distrazione, oppositività, perdita di oggetti, e una certa apatia relazionale — sono comportamenti frequenti nella preadolescenza, ma è altrettanto vero che meritano attenzione quando diventano ricorrenti, impattanti o troppo marcati.
Proviamo a distinguere: comportamento “normale” da segnali d’allerta
Tipici della preadolescenza (evolutivi):
Distrazione e disorganizzazione: Il cervello sta cambiando, la corteccia prefrontale (quella della pianificazione, attenzione e controllo) è in fase di sviluppo.
Perdita di oggetti: Succede perché si è concentrati su altro, spesso sul mondo interno o sulle relazioni sociali.
Umore instabile: Irritabilità, silenzi, toni scortesi o risposte brusche sono spesso modalità maldestre di “difendere il proprio spazio”.
Ritiro emotivo dai genitori: è parte della costruzione dell’identità.
Ma attenzione se:
Le dimenticanze diventano così frequenti da creare rischi (per es. rimanere senza chiavi, perdere oggetti di valore ripetutamente).
L’apatia si trasforma in disinteresse totale per tutto, anche per attività prima amate.
C’è un netto isolamento sociale, oppure l'unica relazione sembra quella virtuale.
Le risposte aggressive diventano offensive o provocatorie in modo costante.
Non c’è nessuna apertura al dialogo, anche minimo, neanche nei momenti di tranquillità.
Cosa potrebbe aiutarla in questo momento
Parlare, ma nei tempi giusti
Eviti il confronto “a caldo”. Cerchi momenti in cui lei è più rilassata (es. mentre si fa qualcosa insieme).
Più che giudicare, usi domande aperte:
“Senti, ho notato che ultimamente perdi spesso le cose. È perché hai la testa altrove? Ti senti stanca? Confusa? Posso aiutarti in qualcosa?”
Dare responsabilità “piccole” ma chiare
Ad esempio: tenere un'agendina, usare un portachiavi più vistoso, fare insieme una routine prima di uscire (controllare cosa porta).
Non per “punire”, ma per costruire abitudini.
Dare spazio emotivo senza rinunciare al limite
È importante che lei senta che ha diritto di essere arrabbiata, stanca, silenziosa, ma non ha diritto di mancare di rispetto o ignorare responsabilità base.
Serve uno psicologo o educatore? Forse sì, se...
Non serve patologizzare tutto, ma un aiuto esterno può essere un supporto preventivo, non solo “curativo”.
Valuti un consulto se nota che:
Gli episodi si intensificano.
Il tono verso di lei è diventato stabilmente aggressivo.
La ragazza sembra triste, chiusa o confusa più del solito.
Lei, come genitore, sente di non avere più strumenti per comunicare.
Un breve ciclo di colloqui (anche solo 3-4) con uno psicologo dell’età evolutiva o un consulente familiare può essere molto utile per normalizzare la situazione e capire come affrontarla meglio. Lei non sta esagerando: sta osservando, riflettendo e cercando risposte. È normale che la preadolescenza porti squilibri e tensioni, ma il suo atteggiamento vigile e non giudicante è già una risorsa enorme. Consultare un professionista non significa “pensare che ci sia un problema serio”, ma prendersi cura del legame e della crescita in modo consapevole.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara