Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Dott.ssa Antonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare

Fratello che vive nel suo mondo

Buongiorno, vi scrivo perchè da circa un anno mio fratello si sta chiudendo sempre di più e vorrei capire se posso aiutarlo e/o come indirizzarlo verso un percorso con uno specialista. Mio fratello è sempre stato un bambino molto gioioso da piccolo, crescendo però, alcune cose della vita (più o meno regolari - abbiamo avuto la fortuna di non subire traumi) lo hanno segnato cambiandolo e portandolo ad essere a 22 anni un ragazzo molto chiuso, che non esce praticamente mai di casa se non rarissime volte e che quindi ha solo il suo punto di vista...di conseguenza è molto difficile farlo ragionare. Tutto ciò ora sta degenerando. Apparentemente lui ha tutto dalla vita, i nostri sono sempre stati molto presenti per noi e ci hanno sempre seguito e supportato talvolta sacrificandosi anche parecchio. Fine 2023, quando c'è stata la morte di nonna, a cui eravamo molto legati, penso sia stato un po' il punto di non ritorno. Mio fratello sta seguendo un corso di studi in una facoltà privata (a fronte di sacrifici dei nostri genitori), ci teneva moltissimo a fare questo corso, e il primo anno era andato anche molto bene. Poi però il caos, dal 2024 (quindi il secondo anno) iniziano gli esami insormontabili, trascorre l'ultimo anno facendo sessioni a vuoto, durante questo periodo conosce una ragazza cinese su una app di scambio linguistico a cui si lega moltissimo e ora ci ritroviamo nella situazione in cui non esiste altro al di fuori di questo viaggio in cina che sta organizzando con i soldi che ha risparmiato da quando è al mondo/di lavori fatti in passato. Dopo un anno di sessioni a vuoto, a giugno ha passato 2 esami, inizialmente era molto contento anche se l'obiettivo erano 4. E anche io ero contenta per lui perchè mi sembrava si stesse sbloccando qualcosa. I miei però no, chiaramente, perchè ormai gli esami da recuperare sono molti e il problema di un anno fuori corso da pagare è reale. I miei gli hanno messo molte pressioni in questi anni per concludere velocemente, quindi lui ora è nella situazione per cui l'università non va e ha pressioni e il viaggio in cina gli salta perchè dovrà studiare per la prossima sessione. Sarebbe tutto abbastanza ok se non fosse che io, e da poco anche mamma, siamo seriamente preoccupate per la sua sanità mentale. Non ha interessi, mamma gli ha proposto di farsi seguire da uno psicologo, aveva accettato ma poi non ci si è più messo in contatto, faceva palestra ma ha rinunciato perchè non voleva far spendere troppi soldi ai nostri. Vive le sue giornate da più di un anno in casa, in camera, in un anno sarà uscito 10 volte. E ora improvvisamente vuole andare dall'altra parte del mondo ma fallisce anche questo suo progetto. è veramente difficile cercare di agganciarlo, l'unico modo in cui sono riuscita è dicendogli che anzichè annullare completamente il viaggio (sì perchè con lui è bianco o nero), poteva studiare e passare altri due esami e poi sarei andata con lui ad ottobre. Ora sono terrorizzata perchè penso di aver fatto entrare nella sua testa la cosa che passare gli esami sia una merce di scambio...non so assolutamente come approcciarlo, cosa provare a dirgli per farlo uscire fuori da questo modo di vivere degenerante. Come posso spingerlo verso una terapia? ho sbagliato penso per il viaggio in cina, come posso addrizzare il tiro nel mentre? cosa mi consigliereste?

Emilia, Da quello che descrivi, tuo fratello sembra trovarsi in uno stato di ritiro sociale marcato, che in alcuni casi può evolvere in forme note come "hikikomori" (un termine giapponese usato ormai anche in Italia). Non si tratta di un’etichetta da attaccargli, ma di una possibile condizione psicologica complessa, spesso alimentata da:

  • pressioni esterne molto forti (familiari, accademiche, sociali)

  • una profonda sfiducia in se stessi

  • fuga nella fantasia o in legami virtuali come compensazione del vuoto o della frustrazione

  • un senso di fallimento e di immobilità cronica, che porta alla perdita di iniziativa

Tutto questo è amplificato, probabilmente, da:

  • la morte della nonna, che ha destabilizzato un equilibrio emotivo già fragile

  • la sensazione di deludere i genitori nonostante i sacrifici fatti

  • la relazione online, che può rappresentare una forma di evasione e di "ancora" salvifica, ma anche illusoria.

Hai sbagliato con il viaggio in Cina? No, non hai sbagliato. Hai trovato l’unico modo che sembrava funzionare per riaccendere in lui un po’ di motivazione, anche se con un compromesso. Quello che forse va ricalibrato è il tipo di messaggio sottostante:

  • Non: "Passa gli esami = ti premiamo con il viaggio"

  • Ma: "Hai dei desideri, delle passioni, ed è giusto cercare di realizzarle. Se l’università è un ostacolo in questo momento, possiamo affrontarlo insieme. Non sei solo."

Il tuo obiettivo non deve essere farlo studiare o farlo uscire, ma aiutarlo a rientrare in contatto con se stesso, con i suoi desideri veri, con la realtà, con il mondo.

1. Rinforza il legame con lui, senza obiettivi nascosti Evita di “tirarlo fuori” a tutti i costi. Lavora invece su: Dialogo sincero, fraterno, senza giudizio
(“Come ti senti? Ti va di raccontarmi com’è andata la giornata?”) Condivisione, anche banale, anche via chat se in presenza non riesce. Presenza silenziosa ma costante.

Proponi la terapia in modo più personale. Anziché dire “vai da uno psicologo”, prova con:

“A me sta a cuore capire come stai davvero, e sento che hai tante cose dentro che non riesci a dire. Hai mai pensato di parlarne con qualcuno che non ti giudica e che può aiutarti a rimettere insieme i pezzi? Io posso accompagnarti, o aiutarti a trovare la persona giusta.”

Evita di legare la terapia alla malattia o al fallimento. Presentala come uno strumento per capirsi meglio, non per aggiustarsi.

Coinvolgi i tuoi genitori nel modo giusto.Puoi aiutare anche loro a cambiare approccio. Spiegagli che:

  • La pressione (pur comprensibile) sta aggravando la situazione

  • In questo momento serve meno giudizio e più ascolto

  • Hanno bisogno anche loro di supporto per affrontare questa situazione (magari una consulenza familiare potrebbe essere utile)

Considera tu un primo contatto con uno psicologo.A volte, parlare tu stessa con un/una terapeuta (anche solo per 1-2 incontri) può aiutarti a: capire come approcciarlo meglio, gestire il tuo senso di colpa e di impotenza,capire se e come accompagnarlo nel primo passo

Infine: il viaggio in Cina.Se per lui quel viaggio è così importante, può essere utile non cancellarlo del tutto ma trasformarlo in un progetto più sostenibile, ad esempio:

  • posticiparlo a una data più realistica

  • mettergli accanto degli obiettivi piccoli e chiari per avvicinarsi al viaggio

  • affrontarlo insieme, con supporto, senza “baratti”

Con affetto

Dott.ssa Antonella Bellazon

 

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Dott.ssaAntonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara

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