Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Dott.ssa Antonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare

Tossicodipendenza in famiglia. Cosa faccio?

Buonasera, sono sposato e attendiamo una bimba; la data presunta di nascita sono i primi di novembre. Vi contatto poiché abbiamo una situazione che mi preoccupa non poco. Il fratello di mia moglie è un ragazzo di 24 anni. Da quando ha 17/18 anni fumava saltuariamente marijuana. All’età di 21 anni si è trasferito fuori casa dei genitori per lavoro, e l’assunzione di marijuana è diventata sempre più frequente. Da circa 4/5 giorni sono venuto a conoscenza che fa frequentemente uso di cocaina. La cosa mi ha gettato in una situazione di sconforto più totale. Non ho partecipato la cosa ne a mia moglie, per l’imminente parto, ne ai suoi genitori che si trovano a 1000 km di distanza. Vi contatto per chiedere aiuto, per capire come comportarmi per affrontare al meglio la situazione. Lui lavora, vive in affitto e percepisce un reddito di circa 1500 € senza spese fisse se non quelle di casa. Aspetto con ansia un vostro messaggio. Vi ringrazio anticipatamente.

È importante non portare questo peso completamente sulle tue spalle. L’uso di sostanze come la cocaina non è una “brutta abitudine” ma una dipendenza che richiede interventi professionali — medici, psicologici e sociali.
Non puoi “curarlo” da solo, ma puoi attivare la rete giusta intorno a lui.  Rivolgiti subito a un servizio pubblico per le dipendenze In Italia puoi contattare il Ser.D (Servizio per le Dipendenze Patologiche) della tua ASL di zona.
È gratuito, riservato e aperto anche ai familiari — puoi chiedere un colloquio per avere consigli su come muoverti e come parlare con lui, anche senza fare il suo nome all’inizio se vuoi mantenere la riservatezza. Ti spiegheranno:

  • come avvicinarlo al trattamento senza spingerlo a chiudersi o negare;

  • quali opzioni terapeutiche e di supporto ci sono (psicoterapia, gruppi, centri residenziali se necessario);

  • come proteggere la tua famiglia, anche sul piano emotivo.

Quando ti sentirai pronto (magari dopo esserti confrontato con un operatore del Ser.D), potrai affrontarlo.
Qualche linea guida:

  • Fallo in un momento di calma, non quando è sotto effetto o agitato.

  • Evita il tono accusatorio (“sei un tossico”, “stai distruggendo la tua vita”) — questo lo porterà a chiudersi.

  • Usa un tono preoccupato e affettuoso: “Mi sto accorgendo che stai passando un periodo difficile, e sono preoccupato per te. Ti voglio bene, ma penso che ti serva aiuto professionale.”

  • Offrigli un contatto concreto, tipo: “Possiamo parlare insieme con il Ser.D o con un medico di fiducia, se vuoi.”

Hai fatto bene a non dirlo subito a tua moglie, vista la gravidanza imminente. Tuttavia, non puoi tenere il segreto per sempre, perché la situazione potrebbe emergere comunque.
Puoi però aspettare che sia in un momento più sereno (magari dopo il parto) e che tu abbia già un piano d’azione o un supporto attivo con il Ser.D.

Nel frattempo:

  • Parla con qualcuno di fiducia (amico, psicologo, medico di base).

  • Se senti che l’ansia cresce, valuta qualche colloquio di sostegno psicologico anche per te.
    I familiari delle persone con dipendenze spesso hanno bisogno di aiuto per non sentirsi impotenti.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara

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