Rapporto genitori figli...perche secondo loro sbagliano sempre i figli
Ho compiuto 40 anni e vivo coi miei perché non riesco a trovare lavoro né con il diploma né con la laurea. Non ho fratelli o sorelle. Per il mio carattere, fin dall’adolescenza, nelle vacanze estive ho sempre aiutato in casa nelle faccende domestiche e non mi è mai pesato.Negli ultimi anni sto facendo anche cose in più: aiutare a pagare le bollette online, dato che i miei non sono ferrati dal punto di vista tecnologico; accompagnarli a fare la spesa e portare le buste; non limitarmi in casa solo a spolverare o lavare i pavimenti, ma anche a rassettare il contenuto di mobili e cassetti, anche per dar vita a oggetti magari dimenticati ed evitare di comprarne di nuovi, dato che mia madre si occupa di lavare e cucinare e non ha il tempo di arrivarci.Ho messo in vendita o donato miei oggetti personali e buttato ciò che era rotto e non aggiustabile. Per le cose di uso comune chiedevo sempre ai miei, ma loro, anche se rotte o danneggiate, tengono tutto lo stesso perché “non si sa mai”, e siamo stracolmi di oggetti. Io stessa non riesco più a pulire e a tenere in ordine la casa e, soffrendo di stress e ansia, ho bisogno di un ambiente ordinato.Mesi fa ho rassettato gli interni dei loro armadi senza buttare nulla, solo ordinando, dato che i miei non ci arrivano, ed è successo un putiferio. I miei se la sono presi con me dicendomi bruttissime parole che qui non mi sento neanche di scrivere. Non me lo merito: cosa ho fatto di male?Anziché stare davanti a un PC o a una TV mi sento più utile nell’aiutare e fare dei lavori che, anche se non si vedono perché chiusi in un armadio, secondo me sono sempre utili, anche per far prima a prendere i vestiti. Loro dicono che li faccio disperare perché ordino ma faccio tutto io.La mia domanda è: ma i genitori non dovrebbero gradire che una figlia, senza che le venga chiesto, li aiuti in casa, a maggior ragione se è adulta e se sta moralmente meglio facendo ciò? Perché loro la devono distruggere emotivamente ancora di più? Perché, se gli dico “voi non ci arrivate perché fate altre faccende in casa, li faccio io e vi aiuto”, la prendono come un’offesa? Ma cosa c’è di male?So che non potrò mostrare loro nessuna risposta che riceverò, perché si arrabbierebbero, anche perché ho scritto qui. È per capire io, soprattutto, su come comportarmi in futuro.
Ella, anche se tu lo fai con buone intenzioni, per loro il riordinare armadi o mobili può sembrare un’intrusione nel loro spazio personale. Alcune persone vivono gli oggetti come parte della propria identità e faticano a lasciarli o anche solo a vederli spostati.
• Differenza di valori: tu senti il bisogno di ordine per ridurre ansia e stress, loro invece hanno un approccio più “conservativo” (“non si sa mai”). Questo crea uno scontro di visioni.
• Orgoglio e autonomia: quando dici “voi non ci arrivate, lo faccio io”, anche se lo intendi come aiuto, può essere percepito come una critica o come se li considerassi incapaci. Da qui la loro reazione difensiva.
• Non hai sbagliato nel voler aiutare. Il tuo desiderio di rendere la casa più vivibile e ordinata è legittimo.
• Il problema non è cosa fai, ma come loro lo interpretano. Non è colpa tua se reagiscono male: è una dinamica familiare che nasce da sensibilità diverse.
Come comportarti in futuro:
• Chiedere consenso prima di agire: anche se ti sembra ovvio che sia utile, prova a dire: “Vi va se sistemo questo armadio? Così magari troviamo cose che vi servono”. In questo modo li coinvolgi e non si sentono scavalcati.
• Piccoli passi condivisi: invece di riordinare tutto da sola, proponi di farlo insieme, anche solo un cassetto alla volta. Così non vivono il cambiamento come imposto.
• Separare il tuo spazio dal loro: se possibile, crea un angolo o una stanza che puoi gestire come vuoi, ordinata secondo i tuoi criteri. Ti darà sollievo senza entrare in conflitto con loro.
Non hai fatto nulla di male: il tuo bisogno di ordine è legittimo e il tuo aiuto è prezioso. La difficoltà nasce dal modo in cui i tuoi genitori percepiscono le tue azioni. Per ridurre i conflitti, prova a chiedere consenso, coinvolgerli e proteggere uno spazio personale dove puoi esprimere il tuo bisogno di ordine.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara