Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Dott.ssa Antonella Bellanzon

Psicologo- Mediatrice familiare

Non riesco a mantenere relazioni ed essere all'altezza di un rapporto a due.

Non riesco a sentirmi all’altezza di un rapporto profondo con la persona che ho accanto. Mi manca la capacità di provare un’empatia autentica: ciò che riesco a offrire è soltanto un simulato fluire di parole, privo di quella verità emotiva che dovrebbe sostenere una relazione. Ho purtroppo sperimentato molte volte questa realtà,; nel corso della mia vita, ho gettato al vento amori e amicizie per questo. Mi sento inadeguato, privo di energia e per nulla maturo emotivamente. Le persone che entrano in relazione con me, inizialmente, sono attratte dalla mia capacità dialettica e espressiva. Trasmetto questa impressione. Purtroppo, è solo un modo per alimentare quell'aurea di sicurezza e intraprendenza. La realtà è sottotraccia e pian piano viene fuori, alimentando delusione e sconforto. Non sono capace poi di mantenere le promesse che faccio agli altri e soprattutto a me stesso. La conclusione è il fallimento, con la conseguenza dell'allontanamento di chi ha posto fiducia su di me e infine l'isolamento.

Henry, quello che hai condiviso è molto intenso e coraggioso. Riconoscere con lucidità le proprie difficoltà nelle relazioni non è un segno di debolezza, ma di consapevolezza. La tua descrizione mostra una grande capacità di analisi: sai osservarti, sai mettere a fuoco i meccanismi che ti portano a sentirti inadeguato e isolato. Questo è già un passo importante, perché la consapevolezza è la base di ogni cambiamento.
Quello che racconti – l’impressione iniziale di sicurezza e dialettica che poi lascia spazio a delusione – non significa che tu sia “falso” o incapace di provare empatia. Significa piuttosto che ti affidi a un linguaggio brillante come protezione, come maschera. È una strategia che molti adottano: mostrarsi forti e sicuri per nascondere fragilità interiori. Il problema non è la maschera in sé, ma il fatto che tu stesso sembri non concederti la possibilità di essere autentico, vulnerabile, imperfetto.
Ti invito a considerare questo: le relazioni profonde non si fondano sulla perfezione, né sulla capacità di mantenere sempre le promesse. Si fondano sulla verità, anche quando è scomoda. Dire “non ce la faccio”, “ho paura”, “mi sento fragile” può sembrare un fallimento, ma in realtà è ciò che apre lo spazio all’empatia autentica. Le persone non cercano un compagno impeccabile, cercano qualcuno con cui condividere la verità della propria umanità.
Forse il nodo non è che ti manca l’empatia, ma che ti manca la fiducia nel permetterti di mostrarla. L’energia che senti assente potrebbe essere bloccata proprio da questo continuo tentativo di “essere all’altezza” di un ideale che non esiste. Nessuno è sempre all’altezza. La maturità emotiva non è non sbagliare mai, ma imparare a stare dentro i propri limiti senza vergogna.
Henry, la tua capacità di esprimere con chiarezza ciò che vivi è già un dono. Se riuscirai a trasformare questa lucidità in apertura verso gli altri – mostrando anche le tue fragilità – potresti scoprire che non sei destinato all’isolamento, ma che puoi costruire relazioni più vere, anche se imperfette.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

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Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara

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