Continua ansia della morte dei miei cari
Sono una ragazza di 22 anni, quest'anno è stato un anno difficile per me, a marzo ho fatto un incidente stradale in cui non sono stata ferita (io ero al volante) e la colpa è stata parzialmente anche mia. Purtroppo una persona dell'altra auto coinvolta si è fatta male, la cosa mi ha logorato per mesi e non ho più guidato fino a un mesetto fa. Nonostante il peggio penso sia passato ormai, dopo essermi sentita in colpa per mesi, oggi ho la constante ansia ogni volta che ad esempio mia mamma prende la macchina. L'ansia che le succeda qualcosa di grave all'improvviso tipo anche a causa di malattie in realtà la ho costantemente. Sono tranquilla quando magari sono in sua compagnia o con altre persone, ma appena sono sola, ad esempio la sera non riesco mai a rilassarmi completamente perché ho questa ansia della morte. Ogni volta che leggo una notizia o social di qualche incidente stradale o persona che muore per qualsiasi motivo ovviamente mi fa rimuginare ancora di più, perché penso sempre al fatto che quella cosa che è capitata a quelle persone potrebbe capitare a me ai qualsiasi persona a me cara in qualunque momento. Come faccio a non vivere con l'ansia costante per qualcosa che è inevitabile e imprevedibile come la morte? Tra l'altro subito dopo l'incidente ho fatto un percorso per qualche mese di EMDR che però devo dire purtroppo non sento mi abbia aiutata molto...
Ciao Sara,
Un incidente stradale, anche quando non ci sono ferite gravi per sé, può essere un evento traumatico. Nel tuo caso si sono sommati senso di colpa, paura e il confronto improvviso con la possibilità reale della morte. È come se la tua mente, dopo quell’evento, fosse rimasta in “modalità allerta”: cerca di prevenire qualsiasi altra tragedia, anche quando razionalmente sai che non puoi controllare tutto.
Non sei “strana” né fragile: l’ansia che provi è una risposta molto comune dopo un trauma. Il fatto che l’ansia aumenti quando sei sola e diminuisca in compagnia è tipico dell’ansia anticipatoria: la mente, senza distrazioni, inizia a rimuginare e a immaginare scenari catastrofici. Il continuo impatto di notizie e social su incidenti e morti rinforza il meccanismo: il cervello interpreta queste informazioni come “prove” che il pericolo sia ovunque. La domanda che fai è profondissima: come non vivere con l’ansia per qualcosa di inevitabile e imprevedibile?
La risposta onesta è: non possiamo eliminare del tutto questa paura, ma possiamo smettere di farle governare la nostra vita. Il tuo problema non è la consapevolezza della morte (che tutti abbiamo), ma il fatto che la tua mente la tratti come un pericolo imminente e costante, invece che come una possibilità lontana e non controllabile.
Il fatto che l’EMDR non ti abbia aiutata non significa che tu sia “irrecuperabile” o che la terapia non funzioni per te.
A volte: serve più tempo, oppure un altro approccio (ad esempio terapia cognitivo-comportamentale per l’ansia, o un lavoro più mirato sull’ansia di morte e sul senso di colpa).
È assolutamente legittimo cambiare terapeuta o metodo.
Dopo un trauma, la fiducia nel mondo si rompe. Il lavoro ora non è “smettere di avere paura”, ma tornare gradualmente a sentire che la vita è anche sicura, non solo pericolosa. Il senso di colpa che hai provato per mesi dice molto di te: sei una persona empatica e responsabile. Ma non sei onnipotente, e non lo sei mai stata. Quell’incidente non ti rende responsabile della fragilità della vita.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Psicologo- Mediatrice familiare - Massa-Carrara