Non ho più voglia di chiedergli attenzioni

Buongiorno scrivo perché ho un problema con mio marito che non so come risolvere. Sono sposata da 8 anni e ho due bellissimi bambini che mi danno tante soddisfazioni. Ho 38 anni e ho un ottimo lavoro. Mio marito è un bravissimo e premuroso padre e fa del suo meglio anche a casa dando il suo contributo per quello che riesce ed è capace. Il problema e che come coppia la situazione non va assolutamente.. sono praticamente 7 mesi che non abbiamo intimità e periodi del genere sono già capitati. Non ho più voglia di chiedergli attenzioni, sono una bella ragazza e non mi va davvero più di elemosinare attenzioni. Prima di sposarci non abbiamo avuto rapporti per mie motivazioni (che a posteriori reputo insensate) poi fin dal primo giorno di matrimonio ho capito che non c’era un gran feeling in quel senso. Però ero convinta che fosse lui l’uomo della mia vita. Purtroppo questa situazione di disinteresse verso il sesso e verso le mie esigenze in tal senso (oltre che una generale tendenza al non fare e una disorganizzazione cronica) ormai per me è diventata inaccettabile. Il clima a casa non è teso, non ci sono litigi e le bimbe sono serene ma, mentre prima periodicamente gli facevo notare questa situazione, in maniera più o meno delicata, ora non ho più proprio interesse a farlo. Ritengo che se la situazione è questa non vada forzata ma che del resto non si possa continuare così. Sono ancora giovane e piena di energie e penso di meritare una vita felice con i miei bambini e, se capiterà, con qualcuno al mio fianco. La separazione a mio avviso (una separazione tra persone civili però, non la guerra dei roses) è l’unica soluzione, non gliene ho mai parlato però. Il motivo è che temo i risvolti pratici della separazione (la casa in cui viviamo è di proprietà di mio marito ed è lui a pagare il mutuo) e quelli emotivi dei bimbi (2 e 5 anni) e di mio marito, che non so come potrebbe reagire… Non ho parlato mai a nessuno di questo, nemmeno alle mie amiche e ho davvero tanto bisogno di un consiglio…

Gentile Simona, penso che quanto lei rivendica sia qualcosa di importante, e come tale, è giusto che non venga sottovalutato, anche perché di sicuro un atteggiamento rinunciatario o ancor peggio di mistificazione del problema non approderebbe a nulla. 

Detto questo però si dovrebbe capire quanto quelle funzionalità del vostro rapporto che hanno funzionato fino ad ora, vengano a scemare, creando un momento di sbilanciamento, dove il proprio desiderare, diventa un'esigenza (del tutto naturale), mentre prima, anche se malvolentieri, era una situazione diciamo accettata.

Da questo punto di vista verrebbe da chiedersi cosa sia cambiato da allora quando la sessualità era argomento da non esperire prima del matrimonio, ad oggi che risulta essere un'esigenza rivendicata.

Ad esempio con suo marito, ha avuto modo di parlarne liberamente, cercando oltre che di far comprendere le proprie necessità, (che lei tra l'altro presenta molto bene, attraverso l'esigenza di ricevere attenzioni), anche cercando di comprendere i motivi delle sue “disattenzioni“?

Quando dico cosa sia cambiato, sottolineo anche il fatto, che lei stessa non abbia scoperto di poter voler bene ad un altro uomo, o il pensare di poter vivere in altra situazione sentimentale, immaginata migliore dello stato attuale.

Vede nei rapporti d'amore, non valgono gli stessi valori così detti democratici, oppure di educazione, ma questi valori passano sotto altri registri, che sono già difficili a noi stessi comprendere, figuriamoci se possano essere gli altri a doverlo e poterlo fare. Ritengo quindi, nel possibile ,di chiarire prima cosa a se stessi, lo stato delle cose, e successivamente poterne parlare al proprio partner, marito, compagno. In modo da poter rendere questo percorso di chiarimento, un qualcosa che inviti l'altro ad un rapporto, invece che una drastica rivendicazione. 

Ad esempio ha mai provato a pensare di dedicare solo per voi dei momenti al di fuori della vostra famiglia, per permettervi di vivere, anche se per un attimo (una serata un we), quella situazione di coppia che vi permetta delle possibili complicità, che molte volte sono una spezia essenziale nel rapporto.

Su altro versante potreste provare, se ci sono i presupposti a frequentare uno psicologo, per dei colloqui di coppia, dove potreste cercare quella serenità necessaria a ristabilire un dialogo affettivo, che le vicissitudini familiari hanno interrotto.

Ben conscio di non poter ulteriormente rispondere alle sue questioni, e nella speranza di aver aggiunto una modalità di osservazione, alla soluzione della sua questione, le faccio i miei più sinceri auguri.

distinti saluti