Dott.ssa Carmela Renzo

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Dott.ssa Carmela Renzo

Psicologa clinica - Neuropsicologa

Figlio e compagno

Buonasera,
Da due anni a questa parte i rapporti fra mio figlio e il mio compagno che x 9 anni erano stati meravigliosi, sono declinati velocemente fino ad arrivare ad una precaria sopportazione pronta ad esplodere ogni volta che si incontrano, motivo per cui mio figlio non sta mai a casa.

Ma cominciamo dall'inizio. Sono divorziata ed ho avuto due figli dal mio ex che è americano e non ha mai mandato mantenimento x i figli né mantenuto rapporti con loro. Sono tornata in Italia 13 anni fa (i bambini avevano 7 e 9 anni) e sono stata aiutata dalla mia famiglia e poi dal mio compagno, con il quale 9 anni fa ho fatto una figlia. Fin dall'inizio i bambini lo hanno adorato (volevano il suo cognome) e lui se ne è preso cura come fossero figli suoi senza fargli mancare niente, né affetto e cure, né soldi. Poiché io guadagnavo poco e saltuariamente e non percepivo mantenimento alcuno, li ha praticamente mantenuti lui senza mai battere ciglio, nonostante le resistenze dei miei.

Ma il maggiore (che è sempre stato in terapia per problemi di sindrome compulsiva-ossessiva/ maniaco-depressiva/autistico-asociale mai davvero diagnosticata) al liceo ha cominciato ad assumere un atteggiamento critico, polemico su tutto rifiutandosi di studiare e finendo x essere bocciato al quarto anno, dopodiché (poiché aveva 18anni) se ne è andato a vivere dalla nonna. Ha rintracciato il padre biologico e lo è andato a trovare negli Usa tornando con un sacco di soldi x sé e x il fratello (parliamo dai 2000€ ai 4000€).

Anche il fratello minore a 18 è voluto andare là tornando con tantissimi soldi in tasca. A quel punto sono iniziati gli screzi. Noi ci aspettavamo che il padre mandasse qualcosa x il mantenimento dei figli, o almeno che i ragazzi cedessero una parte x contribuire. E invece non è stato così. Hanno cominciato a fumare, farsi tatuaggi, comprare motorino, non tornare più a mangiare e fare regali esagerati alle ragazze.

Quest'anno la stessa cosa. Il mio compagno insiste perché il ragazzo ragioni col padre e lo convinca a mantenerli o che almeno contribuisca lui in minima parte all'economia familiare con i soldi avuti. Il ragazzo si rifiuta e così iniziano i litigi, le minacce, le offese, ecc... che sprofondano tutti in uno stato di nervosa depressione, compresa mia figlia che ha smesso di mangiare e si è strappata le ciglia.
Io sono stata accusata di aver scelto il mio compagno piuttosto che loro e di non essere una buona madre, e invece cerco di far ragionare tutti e mantenere la pace senza successo. Capisco le ragioni di entrambi e anche i torti, ma vorrei che mio figlio studiasse all'università senza preoccuparsi di andare via di casa x i litigi. Allo stesso tempo vorrei che capisse che un contributo è dovuto x aiutare chi x tanti anni si è preso cura di lui. In ogni caso non si può continuare così.
Che devo fare?

Salve, probabilmente i suoi figli, che per molto tempo non hanno avuto modo di avere contatti con la figura paterna, sentano ora il bisogno di avere un momento di fusione con lo stesso e di vivere un'unicità del rapporto, portando dunque lei ed il compagno ad essere esclusi da queste dinamiche. La cosa più funzionale che lei può fare è non insistere in questioni di tipo economiche e non far leva sui ragazzi affinché possano comunicare al padre di volere un mantenimento, in quanto al momento, la sola cosa di cui si sentono bisognosi è quello di avere il suo affetto ed il suo riconoscimento. La richiesta di denaro infatti potrebbe, secondo i ragazzi, allontanare nuovamente il padre per cui è una richiesta che non possono assecondare.

Saluti