Dott.ssa Caterina Zanusso

Dott.ssa Caterina Zanusso

psicologo, psicoterapeuta cognitivo costruttivista

Paura del controllo

Salve, io da diversi anni sto vivendo una paura non semplice da spiegare. Origina da un rapporto malsano in famiglia. In particolare, "temo" di ricevere aiuti dai miei genitori, sia per una questione di orgoglio (ho 27 anni e mi voglio rendere indipendente anche se non ho un lavoro stabile), sia perchè temo che, l'accettazione di un loro aiuto comporti inevitabilmente per me anche l'accettazione delle loro regole, della loro condotta, della loro visione della vita e soprattutto della strada lavorativa che loro vogliono per me. In questo caso, mi dico, che senso ha abboccare ad un amo avvelenato?
Non è semplice in questo caso uscire dalla loro sfera di influenza in quanto, perennemente soli, tutta la loro attenzione maniacale è focalizzata sul loro figlio. Grazie per i suggerimenti di aiuto che vorrete darmi.

Caro Francesco,

svincolarsi dalla visione di sè di figlio è un suo compito, che può essersi reso complicato a livello psicologico per diverse ragioni dipendenti da entrambe le parti, ma qui è lei che scrive quindi è su di lei che mi concentrerò. I soldi mi pare che per lei siano un simbolo di un legame ambivalente "ne ho bisogno ma mi sta stretto". Mi chiedo che ruolo abbia lei in questo legame, oltre alla parte dei suoi genitori che descrive. La domanda che ci pone esattamente quale sarebbe? Se pensa che farsi aiutare economicamente dai suoi genitori implichi questo, e ciò non lo vuole nella maniera più assoluta, prenda altre strade. Ma allora mi dico che non avrebbe il dubbio..cos'è esattamente che l'ha spinta a scriverci? Mi chiedo inoltre se abbia parlato apertamente con i suoi genitori di questo dubbio che ha e dei suoi desideri e vissuti e cosa implichi per lei farlo o meno..

Ogni scelta comporta un dazio, lei quale preferisce pagare?

Saluti