Dott. Charbel Farah

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Dott. Charbel Farah

Psicoterapeuta cognitivo comportamentale (in for)

Spostata da neanche un anno e giá non lo sopporto piú. Che fare?

Buonasera, come nell'oggetto del post, mi sembra di non sopportare piú mio marito. Siamo sposati da neanche un anno e giá mi sembra impossibile pensare di starci una vita... Prima del matrimonio siamo stati insieme sei anni. Lui è una persona estremamente critica e negativa, discute su tutto e non si rende mai conto quando è il caso di evitare. Se esprimo un'opinione contraria alla sua ti tartassa fin quando tu non gli dai ragione per sfinimento. Dice sempre che il mondo fa schifo e che il genere umano dovrebbe implodere su se stesso. All'inizio forse nascondeva meglio questo suo lato disfattista. Fra l'altro, questo suo modo di essere lo porta ad avere pochissimi amici, se non nessuno stretto. Lascia sempre poco spazio alle opinioni altrui, parla addosso alle persone e non fa proprio nulla per rendersi un minimo simpatico. A me invece piace stare sempre in compagnia e usciamo sempre con i miei amici, anche se poi quando usciamo trova sempre un modo per lamentarsi... Che sia il caos, che sia il cibo, che sia l'atteggiamento di qualcuno che non gli piace. Sinceramente, mi rendo conto di aver sposato una persona pesante. Alle volte mi sento sopraffatta anche io da questa negatività, nel senso che se questa è l'antifona mi passa la voglia di organizzare le cose con lui e preferisco organizzarmi da sola. Fra l'altro mi accorgo che sto arrivando a quel punto che, pur di evitare di discutere e di intristirmi, non dico neanche piú la mia. Tanto se le opinioni non coincidono, è solo scontro... Non c'è apertura. Questo suo modo onestamente fa male anche all'attrazione fisica... Lo vedo piú brutto, mi fa innervosire, e non ho proprio voglia di avvicinarmi a lui. Inoltre, so che è brutto dirlo, ma mi sembra che anche dell'aspetto fisico, non che sia mai stato fondamentale per me, non gliene freghi niente. Mangia male ed è ingrassato, e a voglia che tento di farlo mangiare meglio... Niente, dopo un po', va di nuovo di pizza, pasta e zero verdure. Non è che voglio uno fissato, però sono dell'idea che un minimo ci si debba curare agli occhi del proprio compagno/a. Non so, non riesco a uscire da questo loop di mal sopportazione. Lui è anche figlio unico con una mamma un po' chioccia... Quindi anche questo. Cosa dovrei fare? Abbiamo parlato spesso di questi argomenti, lui dice di essere un po' migliorato... Un po' sí, ma credo che l'indole sia quella... Ripeto, a me sembra che all'inizio non fosse cosí pesante... O forse ero io che non me ne rendevo conto.

Cara Irma,
quello che stai vivendo è tutt’altro che raro: il primo anno di matrimonio rappresenta spesso una fase complessa e delicata. Anche dopo anni di relazione, il passaggio alla convivenza “ufficiale” può mettere in luce dinamiche nuove o sottovalutate, che diventano più evidenti nel quotidiano. È proprio quando si entra nella vita condivisa in modo stabile che si affacciano aspetti come la gestione delle differenze caratteriali, lo stile comunicativo, l'autonomia individuale e l’idea (a volte idealizzata) di come “dovrebbe” essere un partner.

Dal tuo racconto emerge un carico importante di frustrazione, legato sia al carattere chiuso e polemico di tuo marito, sia al tuo sentirti compressa, poco ascoltata e disconfermata. Questo genera una perdita di attrazione e una progressiva chiusura emotiva, che è comprensibile e legittima.

Il primo passo è prendere consapevolezza di cosa ti sta comunicando questo disagio: forse, in passato, alcuni segnali c’erano ma ora diventano insostenibili perché li vivi ogni giorno in modo diretto e costante. Questo non significa che sia troppo tardi, ma che è il momento di affrontare questi nodi in modo lucido e costruttivo.

Ti consiglio di:

  • Parlare apertamente con tuo marito in un contesto non conflittuale, esprimendo non accuse, ma bisogni e vissuti.
  • Valutare, insieme o da sola, un percorso di psicoterapia individuale per chiarire i tuoi sentimenti e il tuo orientamento emotivo.
  • E, se entrambi siete disponibili, intraprendere una terapia di coppia, che può offrire uno spazio protetto per comprendere le dinamiche relazionali, migliorare la comunicazione e decidere con maggiore consapevolezza come proseguire.

Ricordati che non si tratta di trovare un colpevole, ma di capire se e come è possibile riattivare un dialogo autentico e rispettoso dei bisogni di entrambi.
A volte, è proprio da un momento di crisi che può nascere un cambiamento vero.

Un caro saluto,
Dott. Charbel Farah.  

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Dott.Charbel Farah

Psicoterapeuta cognitivo comportamentale (in for) - Roma

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