Dott. Charbel Farah

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Dott. Charbel Farah

Psicoterapeuta cognitivo comportamentale (in for)

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Salve, sono una mamma di un ragazzo di 30 anni che da pochi giorni ha perso il lavoro. Il problema non è questo, anche, ma quello che mi preoccupa di più è che sta h24 dentro la sua stanza. Amici ne aveva molti prima, faceva lo scout per tantissimi anni, poi ha lasciato per via del lavoro, non poteva conciliare entrambi. Con l'andare del tempo quegli amici rimasti hanno preso strade diverse: chi si è sposato, chi è partito per l'estero. Insomma, è rimasto con due amici, di cui uno si sposerà a breve.

Nel lavoro ha fatto amicizia con una collega più grande ma già impegnata, con gli altri no, anche perché erano in pochi. Sono davvero dispiaciuta, non riesco a vederlo sempre buttato nel letto: non guarda tv, niente libri, niente passeggiate, niente palestra, solo cellulare e gioco al pc. Stop. Però, se lo chiamano questi due amici, subito esce o li fa venire a casa.

Non ascolta nessuno, gli abbiamo parlato ma ora è così. Cosa mi suggerite? Aspettare e pazientare, anche perché ad agosto nell'ambito lavorativo è tutto fermo, magari con nuovi stimoli uscirà da questo stato. Non dormo la notte anche perché lui rimane sveglio fino a tardi per stare al pc a giocare. Ha un carattere particolare sicuramente, molto chiuso a casa, non parla di nulla a meno che non faccia domande. Non so se ha mai avuto una relazione, nulla, non dice nulla, è riservatissimo. Ma quando è fuori con gli altri è allegro.

Aiutatemi a capire cosa devo fare: se pazientare o devo davvero preoccuparmi. 🙏 Grazie

Gentile Patrizia,
la sua preoccupazione è comprensibile: dopo la perdita del lavoro è normale che suo figlio si sia chiuso un po’ in se stesso. (strategie di “autoprotezione”: servono a ridurre il contatto con emozioni difficili come vergogna, paura, delusione. In altre parole, non sempre sono un rifiuto del mondo, ma un modo — non molto funzionale — per recuperare equilibrio).

Il fatto che però esca ancora con gli amici e con loro sia allegro è un segnale positivo, perché significa che il desiderio di relazione c’è. (questo fa pensare più a una fase di ritiro reattivo, legato alla perdita, piuttosto che a una chiusura permanente o a una condizione patologica).

In questa fase può essere utile mostrarsi disponibile e proporre piccole attività senza forzarlo troppo.

Se però il ritiro dovesse prolungarsi per mesi o comparissero segnali più marcati di tristezza o malessere, allora potrebbe essere utile incoraggiarlo con delicatezza — a parlare con uno psicologo.

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Dott.Charbel Farah

Psicoterapeuta cognitivo comportamentale (in for) - Roma

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