Dott.ssa Chiara Satanassi

leggi (30)

Dott.ssa Chiara Satanassi

psicologa, psicoterapeuta cognitiva costruttivista

È una fase che passerà quando sarà un po' più grande?

Buongiorno, ho 27 anni e sono mamma di uno splendido bimbo di quasi 4. Il padre mi ha lasciata quando il bimbo aveva 8 mesi, e da allora è sempre stato poco presente. Abbiamo sempre vissuto nella casa dei nonni. Io purtroppo ho affrontato un periodo di depressione durante il suo primo anno e mezzo di vita. Ho sempre lavorato e quindi sono sempre stata tutto il giorno fuori casa. Mia madre ha sempre tenuto il bambino e si è sostituita alla mia figura. Da un anno ho un nuovo compagno con il quale ora convivo. Premetto che il mio bimbo è stato molto coccolato ma anche molto viziato dalla nonna. Ogni volta che provo a insegnargli qualcosa e dargli qualche regola, mi sento ammonire e criticare da lei, che mi interrompe e consola il bambino. All'asilo non lo abbiamo mandato perché lei non voleva, ci è andato due giorni e ha sempre pianto, io non potevo stare a casa da lavoro tutte le mattine per portarlo e stare lì con lui e lei non ha mai voluto farlo. Io purtroppo essendo sola, senza appoggio del padre, e dovendo stare in casa dei miei (sottolineo che nel frattempo li ho sempre aiutati moltissimo economicamente e che loro mi hanno sempre pregata di stare lì e cacciata allo stesso tempo come se avessi fatto qualcosa di male a qualcuno) mi sono trovata a stare zitta, non replicare, anche perché essendo lei molto possessiva, orgogliosa e rigida (con me) si arrivava solamente a litigare pesantemente, e mi veniva detto che sono io il problema. Io ho sempre amato mio figlio ma non mi è mai stato permesso di fare “la mamma“; sicuramente io ho sbagliato tutto, dovevo andarmene di casa subito e metterlo all'asilo, ma avevo 23 anni, ero sola e confusa. Anziché venire aiutata io, lei ha protetto mio figlio, giustamente ma forse eccessivamente. Sono sempre stata a casa con i miei e mio figlio, uscivo solamente una sera a settimana quando lui ormai dormiva per svagarmi un po'. Da quando ci siamo trasferiti (aprile), lui non vuole più venire a casa con me la sera quando vado a prenderlo dalla nonna. Lei prova a convincerlo ma senza essere davvero convinta neanche lei, e dice che mi devo riconquistare mio figlio perché ho preferito il mio compagno e una nuova casa. Insomma, mi sta facendo pesare il fatto che io voglia vivere e crescere mio figlio come mi pare. Io finora ho sempre mollato e lasciato dormire lì il bimbo. Per quanto riguarda il mio compagno, è un pochino più severo di me, ma sa che oltre non può andare. Sta facendo di tutto per andare d'accordo col bimbo anche se non condivide il modo in cui lo stiamo viziando e spesso mi fa notare che stiamo sbagliando. Tuttavia, lui è dalla mia parte e vuole aiutarmi e so che mi ama davvero. Ha visto la mia disperazione in questa cosa e mi è stato accanto. Mio figlio non vuole mai essere ripreso su nulla, per convincerlo a stare con me la sera devo promettergli mari e monti ed anche se lo portiamo in capo al mondo alla fine chiede della nonna. Dice che non gli piaccio né io, né la casa, né il mio ragazzo. Se mai capita che la nonna lo riprenda seriamente, però, lui chiede di me. Insomma, ha capito come gira, ma io nel frattempo soffro. Sul padre non serve contarci, lo vede due volte al mese e ovviamente suo figlio lo fa abbastanza controvoglia in quanto non è mai stato parte di nulla e non cambierà mai. Tutta la forza di affrontare questa situazione devo averla io, ma non è semplice, mi sento rinfacciare tutto ogni giorno, mia madre mi ha persino detto che se posso permettermi di andare a lavorare è grazie a lei. Scusate per il papiro, vorrei solamente spiegarmi il meglio possibile e cercare di capire come riavvicinare a me mio figlio, anche perché noi ci amiamo e stiamo molto bene insieme, e non ho nessuna intenzione di perderlo. Ho sbagliato così tanto? Devo rinunciare per forza alla vita che vorrei perché comporta un cambiamento importante anche per lui? Cosa devo cambiare? È una fase che passerà quando sarà un po' più grande? Io mi sento una ragazza normalissima e quello che vorrei è solamente una famiglia unita in cui potermi esprimere liberamente con mio figlio, con gioia e tranquillità. Grazie infinite

Gentile Chiara,

Ho letto attentamente la sua email e comprendo bene le sue difficoltà, sia con il suo bimbo sia con sua mamma.

I problemi sono diversi dunque, l'uno di carattere psico-educativo con il piccolo, il quale ha bisogno certamente di stabilità ed equilibrio e l'altro con sua mamma che si è sostituita a lei come lei stessa scrive e che non sembra sempre sostenerla nell'educazione del bimbo.

I rapporti purtroppo non cambiano con il tempo perché "è una fase" ma occorre modificarne l approccio attraverso la comprensione attenta dei meccanismi che li sorreggono.

Se se la sentisse di inteaprendere un percorso di psicoeducazione per aiutarla a migliorare la gestione del bambino sarebbe l'ideale; il "circle of security", un breve ma molto utile percorso sulla genitorialita' che io faccio.

Inoltre credo sarebbe importante per lei migliorare il rapporto con sua mamma attraverso qualche colloquio .

Sono a disposizione se crede.

Per ora le faccio un grande in bocca al lupo per tutto

domande e risposte

Dott.ssaChiara Satanassi

psicologa, psicoterapeuta cognitiva costruttivista - Bologna

  • Terapia breve strategica
  • Paranoia e Manie di Persecuzione
  • EMDR
  • Consulenza e Psicoterapia individuale, di coppia e familiare
  • Attacchi di Panico
  • Psicologia dell'infanzia e dell'adolescenza
  • Disturbi d'Ansia e dell'Umore
  • Eiaculazione precoce
  • Vaginismo
  • Problematiche legate all'autostima
  • Ossessioni e compulsioni
  • Disturbo ossessivo compulsivo
  • Fobia sociale e timidezza eccessiva
  • Fobie (claustrofobia, agorafobia..)
  • Disturbi di personalita'
  • Ansia generalizzata
  • Percorsi di elaborazione del lutto
  • Depressione Post Partum
  • Difficoltà di autostima
  • Comunicazione assertiva
  • Supporto Psicologico Online
CONTATTAMI