Infanzia traumatica e violenta: come i vissuti precoci influenzano l’adulto
Bambini cresciuti in contesti violenti o svalutanti imparano spesso a vedersi come “meno” degli altri: incapaci, sbagliati, indegni di affetto. Questi vissuti interiorizzati diventano schemi profondi, che accompagnano il senso di sé anche da adulti.
La violenza genera paura costante: il bambino impara a sorvegliare ogni gesto o parola, sviluppando ansia, ipersensibilità e difficoltà a fidarsi degli altri. Anche da adulto, questa ipervigilanza può manifestarsi come stress cronico, irritabilità o difficoltà relazionali.
Chi ha subito svalutazione o abusi spesso fatica a gestire emozioni come rabbia, tristezza o paura, o tende a reprimere i propri bisogni. Da adulti, possono emergere difficoltà a stabilire legami affettivi sicuri, paura dell’abbandono o attaccamento ansioso o evitante.
Un bambino che cresce in un contesto violento può interiorizzare la violenza come “normale”, rischiando di riprodurla nelle relazioni adulte o di accettarla come parte inevitabile della vita.
Le esperienze infantili traumatiche possono manifestarsi in diversi modi:
Bassa autostima: sensazione di non meritare amore, successo o attenzione.
Ansia e depressione: paura costante, senso di inadeguatezza, tristezza profonda.
Difficoltà relazionali: difficoltà a fidarsi, a stabilire confini, a gestire conflitti.
Sovracompensazione o perfezionismo: bisogno di dimostrare valore per sentirsi accettati.
Comportamenti autodistruttivi: abuso di sostanze, relazioni tossiche, autolesionismo.
Ripetizione di schemi familiari disfunzionali: replicare dinamiche abusive con partner o figli.
Non tutte le persone reagiscono allo stesso modo: la resilienza, il sostegno sociale e la possibilità di elaborare il trauma giocano un ruolo cruciale nel mitigare gli effetti.
Molte persone pensano che il trauma infantile “passi da solo” con l’età, ma i vissuti precoci modellano strutture neurali, schemi cognitivi ed emotivi. In altre parole, il cervello impara certe modalità di risposta al mondo: ipercontrollo, evitamento, sfiducia.
Per spezzare questi schemi, è necessario un lavoro consapevole e guidato.
Percorsi psicologici o psicoterapeutici (come la terapia cognitivo-comportamentale, la schema therapy o la psicoterapia psicodinamica) aiutano a:
riconoscere schemi interiorizzati;
elaborare emozioni represse;
costruire nuove strategie relazionali;
rafforzare autostima e senso di sicurezza.
Amici, gruppi di supporto, comunità possono offrire validazione, ascolto e senso di appartenenza, contrastando isolamento e sfiducia.
Imparare a riconoscere emozioni, bisogni e limiti permette di gestire meglio conflitti, relazioni e stress quotidiano.
Coltivare gentilezza verso sé stessi è fondamentale per ridurre senso di colpa, vergogna e autocritica derivanti dai vissuti infantili.
Chi desidera costruire una famiglia può beneficiare di percorsi mirati per interrompere la trasmissione intergenerazionale di schemi disfunzionali.
Psicologo, Psicoterapeuta - Lecco
commenta questa pubblicazione
Sii il primo a commentare questo articolo...
Clicca qui per inserire un commento