La possessività nelle coppie di adolescenti: comprenderla per prevenirla
La possessività nelle relazioni adolescenziali è un fenomeno sempre più osservato da insegnanti, psicologi e genitori. Pur essendo spesso confusa con il “vero amore”, la gelosia intensa e il controllo dell’altro rappresentano forme precoci di relazioni disfunzionali che possono evolvere in dinamiche abusive in età adulta. Comprenderne le radici e intervenire precocemente è fondamentale per promuovere benessere emotivo e relazioni sane.
L’adolescenza è la fase in cui si definisce il proprio valore personale. Molti ragazzi cercano conferme affettive continue dal partner, vedendo nella relazione una fonte primaria di sicurezza. Questo può portare alla paura dell’abbandono e a comportamenti di controllo.
Film, social e modelli culturali spesso rappresentano l’amore come fusione totale, gelosia come prova di sentimento e disponibilità assoluta come norma. Gli adolescenti, ancora privi di strumenti critici maturi, possono interpretare la gelosia come segno di importanza.
Chi teme di “non essere abbastanza” può sviluppare comportamenti possessivi: controllare il telefono del partner, volere aggiornamenti costanti, limitare le uscite con gli amici, interpretare ogni distanza come minaccia.
I social amplificano insicurezze e confronti continui. Like, commenti, visualizzazioni possono essere letti come segnali di infedeltà o disinteresse, attivando ansia e gelosia. Il gruppo dei pari, inoltre, rinforza stereotipi: “se non è geloso non ti ama”, “se esce da sola vuol dire che vuole altri”.
Messaggi continui per sapere dove si trova l’altro.
Richieste di password o accesso ai device.
Limitazione degli amici del partner, soprattutto del sesso opposto.
Controllo del modo di vestire.
Rabbia o ritiro se l’altro dedica tempo ad attività autonome.
Sensazione costante di dover “rassicurare”.
Interpretazione catastrofica di ogni conflitto o malinteso.
Questi segnali non definiscono per forza una relazione violenta, ma indicano un terreno di fragilità che può evolvere in dinamiche coercitive.
La possessività genera nel tempo:
Perdita di autonomia, perché uno dei due rinuncia ad attività e relazioni.
Ansia da prestazione affettiva, con paura costante di sbagliare.
Erosione dell’autostima, soprattutto nella persona controllata.
Dipendenza emotiva, perché si lega la propria sicurezza al partner.
Normalizzazione della gelosia, rendendo difficile riconoscere segnali di abuso in futuro.
Inserire percorsi strutturati sulla gestione delle emozioni, sulla comunicazione assertiva e sui confini personali aiuta a prevenire dinamiche tossiche. Gli adolescenti devono imparare che amore non significa fusione, ma reciprocità e rispetto.
Creare spazi sicuri in cui i ragazzi possano parlare delle loro relazioni, senza giudizio, permette di intercettare precocemente i comportamenti problematici.
Gli adulti significativi — genitori e insegnanti — dovrebbero incarnare relazioni basate su rispetto, autonomia e responsabilità. Gli adolescenti apprendono molto dall’osservazione.
Educare all’uso consapevole dei social, al valore della privacy e alla gestione dei confitti online è fondamentale per limitare derive di controllo.
Attività che valorizzano talenti e punti di forza riducono ansie da abbandono e necessità di controllo.
La possessività nelle coppie adolescenti è un fenomeno comprensibile, ma non va mai normalizzato. È il segnale di un bisogno: sicurezza, conferma, paura di perdere l’altro. Riconoscerlo, parlarne e fornire strumenti educativi adeguati permette ai giovani di costruire relazioni affettive sane, in cui l’amore non è controllo, ma libertà condivisa.
Psicologo, Psicoterapeuta - Lecco
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