Dott.ssa Chiara Todaro

Dott.ssa Chiara Todaro

Psicologo, Psicoterapeuta

Rifiuto per la scuola

Buon pomeriggio, Vi scrivo perchè da 3 giorni è iniziata la scuola e già mio figlio di 14 anni (che frequenta la classe 1) è entrato in crisi perchè non gli piace l'ambiente e si trova a disagio anche con i compagni. Non parla con nessuno. Stiamo cercando in ogni modo a farlo ragionare ma proprio non vuole sapere (preferirebbe una scuola serale piuttosto che andare anche in qualche altro Istituto). Ha difficoltà ad interagire con i compagni (dice: ho 5 anni per conoscerli) e ha problemi a prendere i mezzi pubblici. Vive in uno stato di ansia continuativo, trasmettendola anche a noi. Non ragiona e non accetta suggerimenti o consiglio per vivere al meglio la situazione. E' vero che si tratta dei primi tre giorni, ma conoscendolo la situazione andrà solo peggiorando. Come potrei aiutarlo? Forse è prematura rivolgerci ad un professionista? Grazie

Buon pomeriggio Serena, grazie per aver condiviso la situazione di suo figlio. È comprensibile che i primi giorni di scuola possano generare ansia, ma da quanto descrive sembra che il disagio e la difficoltà di adattamento siano già molto intensi. La sua esperienza di rifiuto della scuola, il senso di isolamento dai compagni e l’ansia continua indicano che non si tratta solo di un momento passeggero, ma di una difficoltà reale nel gestire l’ansia e le relazioni sociali. A 14 anni, i ragazzi hanno bisogno di sentirsi accolti e compresi, ma spesso non riescono a comunicare ciò che provano, reagendo con chiusura o rifiuto. Cercare di farlo ragionare in questo momento può essere controproducente, perché l’ansia tende a bloccare la mente razionale. Alcune strategie che può provare fin da subito includono: ascolto empatico fargli sentire che può parlare senza giudizio, anche solo raccontando piccoli dettagli della giornata. Affrontare una sola difficoltà alla volta, ad esempio accompagnarlo nei primi spostamenti con i mezzi pubblici o pianificare brevi momenti di interazione con un compagno. Mantenere orari regolari, prevedere momenti di pausa e attività che lo rilassano, per ridurre il senso di sopraffazione. Non forzare il confronto con i compagni: lasciarlo osservare e prendere confidenza a suo ritmo. Parlarne con i docenti: informare gli insegnanti delle difficoltà di suo figlio può favorire un ambiente scolastico più accogliente e coordinare interventi in classe per sostenere l’inclusione e ridurre la pressione sociale. Vista l’intensità dei sintomi e il fatto che l’ansia si trasmette anche in famiglia, non è prematuro rivolgersi a un professionista. Un percorso psicologico mirato può aiutarlo a: comprendere e gestire l’ansia; sviluppare strategie di adattamento e socializzazione; migliorare l’autonomia e la sicurezza nell’affrontare la scuola e i mezzi pubblici; rafforzare l'autostima e arginare il senso di inadeguatezza e fallimento che potrebbe forse vivere in questo momento.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Todaro

domande e risposte articoli pubblicati

Dott.ssaChiara Todaro

Psicologo, Psicoterapeuta - Lecco

  • Consulenza e Psicoterapia individuale, di coppia e familiare
CONTATTAMI