Dott.ssa Claudia Moceo

Dott.ssa Claudia Moceo

Psicologa/Psicoterapeuta

Come capire se un bambino ha un disturbo dell' apprendimento

Buongiorno, sono una mamma di un bambino di 6 anni, frequenta la seconda elementare e già dall'anno scorso la maestra mi ha fatto notare che il bambino in classe non riesce a stare al passo con i compagni, vuoi perché si distrae e lei pensa che ci sia qualche problema legato all aspetto cognitivo... Cosa che mi ha molto turbata, perché il bambino nel corso dei 6 anni di vita non ha mai manifestato difficoltà in nessun campo. È un bambino molto attivo di quelli come si dice che non stancano mai, è socievole, fa sport gioca a calcetto, frequenta l'oratorio, in estate ha fatto un corso di nuoto, già a tre anni andava in bici senza ruote, ha parlato bene e in modo chiaro già da piccolo. I lati di lui che non riesco a gestire sono la testardaggine è un po' prepotente non si rassegna facilmente ai no, è molto attivo e questo credo influisca molto nel suo rendimento scolastico, anche se in classe sta seduto magari si distrae mentalmente. Vorrei un aiuto per capire se il bambino possa realmente avere difficoltà cognitive o sia più un problema di approccio suo negativo alle cose scolastiche?

Buongiorno signora,

dalle sue parole avverto il timore relativo ad eventuali problemi "cognitivi" da parte del suo bambino, ma mi chiedo cosa intenda per "cognitivo". A volte il termine è usato impropriamente per fare riferimento all'intelligenza, teme questo? In realtà la sfera cognitiva abbraccia tutti gli aspetti legati alla conoscenza: attenzione, memoria, percezione, immaginazione, anche questi sono aspetti cognitivi. "Non stare al passo" con i compagni di scuola non significa avere problemi di intelligenza, se questo è quello che teme. Se il problema di suo figlio fosse legato a un disturbo dell'apprendimento non significherebbe essere da meno di altri o avere una vita più difficile o complicata. Significherebbe soltanto che quell'aspetto è più delicato di altri e merita attenzione per essere superato. Le difficoltà dell'apprendimento sono comuni e, oggi più di ieri, si dà voce a tutti quei bambini che in anni passati sarebbero stati considerati semplicemente pigri o svogliati. Il punto è che va bene sperimentare difficoltà, nessuno ne è indenne. Difficoltà affettive, cognitive (nel significato reale e non dell'immaginario collettivo), spirituali, fanno parte della natura umana, non c'è modo di evitarle. Però la cosa bella è che non sono queste il vero problema, quanto piuttosto il modo in cui scegliamo di affrontarle. Grandi pensatori e personaggi che hanno fatto la storia avevano disturbi dell'apprendimenro e questo non li ha fermati, persino Einstein o Beethoven, solo per citarne due, avevano problemi di apprendimento. Il fatto è che viviamo in un mondo in cui ci è chiesto di stare dentro a schemi ben precisi e quando usciamo da questi schemi ci sentiamo diversi e inadeguati, ma non è così.  Suo figlio non ha niente che non vada, va bene "non stare al passo" se il suo modo di "funzionare" è diverso, l'importante è imparare le strategie da usare perché impari a usare il suo potenziale al 100% e questo può farlo senza dubbio. Si rivolga a un/a psicoterapeuta specialista in questo campo e faccia un primo passo per capire se si tratta di un disturbo dell'apprendimento. Se lo è, saprà dare a suo figlio gli strumenti necessari per fronteggiare al meglio le sue difficoltà. 

Signora non abbia paura, la vita è pesante quando manca il sostegno, l'appoggio e l'amore delle persone che ci circondano. Non faccia mancare questo a suo figlio e vedrà che tutto si affronta e nulla di tutto questo potrà impeditgli di crescere con serenità.

Cordialmente,

Dott.ssa Claudia Moceo

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