Dott.ssa Claudia Moceo

Dott.ssa Claudia Moceo

Psicologa/Psicoterapeuta

IPERCONTROLLO E IPOCONDRIA

Buonasera dottori. Sono una ragazza di 31 anni che ultimamente sta vivendo un vero e proprio incubo a causa di una forte ipocondria!! Da premettere che soffro di disturbo di ansia generalizzata e di DOC. Attualmente mi trovo in uno stato di ipercontrollo, alquanto eccessivo, del mio corpo!! Monitoro costantemente la mia pelle in cerca di macchie, nei, lividi insoliti, linfonodi o di vene più evidenti e ad ogni minima variazione entro subito in un profondo stato di angoscia! Controllo spesso la temperatura del corpo, i battiti, la pressione e la saturazione !Inoltre ho notato che sono diventata super sensibile agli stimoli esterni! Basta che qualcosa mi sfiori ( come ad esempio un capello) per scatenare in me diversi sintomi e strane sensazioni sulla pelle come ad esempio formicolii !! Quando immagino di avere una grave malattia mi fisso talmente tanto sui possibili sintomi che finisco per sentirli veramente!!ad esempio ultimamente sono fissata di avere una malattia neurologica e sento addosso formicolii, fascicolazioni, tremori e dolori in molte parti del corpo compresi mani e piedi! Oppure quando vengo a conoscenza di persone che hanno avuto un infarto inizio a provare dolori al petto e palpitazioni! in 2 mesi non so quante malattie mi sia autodiagnostica! Ogni giorno provo sintomi diversi che associo a gravi malattie diverse! Non vivo più! Passo le giornate a pensare ossessivamente a tutti i sintomi e più ci penso e più li sento innescando un circolo vizioso dal quale non so più come uscirne!! La mia situazione sta diventando alquanto invalidante perchè non riesco più a rilassarmi! sto in un costante e debilitante stato di tensione dalla testa fino ai piedi che non fa altro che aumentare i miei dolori e fastidi!! Inoltre, la mia ipocondria è cambiata in quanto ho sviluppato una fortissima ansia a sottopormi a visite e accertamenti e ciò non fa altro che aumentare ancora di più la mia angoscia al pensiero di avere una grave malattia! Perchè da un lato vorrei sottopormi a tutte le indagini diagnostiche per stare più tranquilla ma allo stesso tempo tremo al pensiero di ricevere i risultati! Quindi mi sento come se fossi in un limbo!

Buonasera Annalisa,

dare conforto a un vissuto così potente non è una cosa facile. Potrei rassicurarla sul fatto che l'Ipocondria è un disturbo che non ha, praticamente, riscontro nella realtà, ovverosia il suo timore di ogni genere di malattia  sarebbe presto confutato da qualsiasi indagine medica ma, probabilmente, questo lei lo sa già. Probabilmente saprà già anche che una delle caratteristiche dell'ansia patologica è quella di essere irrazionale e, per questo, difficile da gestire, perché non si basa su dati di realtà, ma su timori che originano dal nostro mondo interno.

Mentre leggevo il suo fiume di paure pensavo alla mancanza di un argine, a un corso d'acqua accelerato che non incontra sul suo cammino nulla che lo freni o lo rallenti, come se lei avesse perso il controllo su ciò che accade e non potesse farci nulla, e mi sono chiesta quanta solitudine possa esserci in lei, se ha qualcuno accanto, in famiglia, tra gli amici, che sia un punto fermo e un luogo caldo in cui riposare. Perché la paura si vince col calore prima che con il coraggio. E' quando amiamo e siamo amati, quando sentiamo di avere un posto sicuro dentro e fuori di noi che possiamo affrontare i terrori della vita. Tutti i nostri problemi hanno sempre origine in questa sfera, tutto il dolore che proviamo, le disarmonie, le incapacitazioni, hanno origine in un nucleo freddo in cui l'amore per noi stessi non è arrivato.

Fare l'analisi di dove originano le sue paure non è possibile in questa sede, ma vorrei dirle che da qualunque parte esse arrivino e per quanto possano sovrastarla e spaventarla c'è sempre la possibilità di un respiro da prendere, sempre uno spazio di vita da abbracciare per agguantare un po' di pace. Don Pino Puglisi diceva che chi nasce all'inferno deve fare esperienza di un pezzo di paradiso per credere che sia dell'altro. Io non conosco la sua storia, non so se quest'ansia di cui parla sia arrivata adesso o sia cresciuta con lei da sempre, posso dirle però che l'inferno si può attraversare e superare, prima di tutto con la speranza, poi con l'ascolto dei propri sogni e delle proprie necessità che troppo spesso maltrattiamo o disconosciamo. Sono convinta che il cambiamento inizi sempre quando decidiamo che siamo troppo stanchi per ascoltare il male che ci parla e decidiamo di non farlo più, quando decidiamo di investire sul bene che possediamo e che dobbiamo darci. "Darci del bene" significa darci da mangiare cose buone per la mente e per il cuore, significa alimentare quella parte di noi in cui risiede la vita e che ci invita a prendere il volo, abbandonando la "sopravvivenza"  per sentire questa vita in pienezza, Questa è una possibilità aperta a tutti, un naturale aspetto dell'animo umano che spesso dimentichiamo.

Le suggerisco alcuni spunti su cui riflettere, se vorrà:

  • Faccia il punto della situazione: ho chiaro chi sono, cosa voglio, dove sto andando?
  • La mia vita è quella che ho sempre desiderato che fosse?
  • A cosa mi sento chiamata? Cosa mi soddisfa? Dove trovo pace?

Coraggio, Annalisa, la nostra oscurità la vinciamo facendo entrare in noi la luce.

Dott.ssa Claudia Moceo

domande e risposte

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