La mia vita dominata da paure e ansie

Salve a tutti, sono una ragazza di 32 anni.

Sto vivendo un periodo critico: sto con un ragazzo da quasi 8 anni, i miei non sono stati molto entusiasti di questa relazione (sia per suo padre che era solito bere, sia per il fatto che lui non ha un lavoro fisso) ma a parte questo, la situazione si è aggravata da quando nel 2012, un anno dopo la morte del padre, la sorella 15enne è rimasta incinta (gravidanza voluta, tanto che ha appena avuto il secondo figlio) e lo stesso il fratello dopo due anni (adesso sono entrambi sposati e sembra procedere tutto bene). Io sono sempre stata contraria a tutto (anche Dario devo dire non è mai stato favorevole) e dunque all'inizio ci sono rimasta male, successivamente però ero entusiasta all'idea che dovevo essere la madrina.

La mia è una famiglia che tiene ai valori e immaginate come l'ha presa, me ne hanno dette di tutti i colori, mi hanno fatto passare la gioia di essere madrina e in seguito mi hanno quasi costretta a lasciarlo...Lui non ha mai saputo nulla a riguardo. Adesso da circa un anno i miei si sono resi conto e hanno capito di aver sbagliato, ma solo a fin di bene ed io lo capisco, per carità, ma il problema è che solo adesso sto risentendo le conseguenze del loro "lavaggio di cervello".

Il che mi ha portato ad aprire gli occhi (come mi hanno sempre detto), ma a chiudere il cuore. Vivo male la mia storia, è come se li stessi tradendo e mancando di rispetto. Per rimediare a questo, cerco di ascoltarli sempre (anche troppo), rispetto gli orari e praticamente vivo del loro giudizio, prendo le loro parole come oro che cola.

Anche in campo sessuale è tutto diverso: il rispetto degli orari mi costringe a non rilassarmi, ad avere ansia e paura di ritardare (per non parlare poi della paura di gravidanze indesiderate il che mi porta ad rapporti molto limitati). Tutto è cambiato in peggio, prima potevo dire di essere felice, adesso vivo di paure ed ansie, ho paura del matrimonio, di avere una famiglia e di stare con lui (i miei mi hanno influenzato troppo in precedenza e solo adesso sto pagando a caro prezzo le conseguenze, ovvero i miei dubbi e le mie ansie)...forse ciò deriva anche dalla rabbia e rancore nei confronti della sua famiglia, che non riesco ancora ad accettare. Ogni volta che vedo la madre o la sorella con la propria famiglia, sento quella brutta sensazione allo stomaco. Tutto questo non doveva succedere. Odio la sorella che ha fatto bene i suoi calcoli e si è creta una famiglia e soprattutto la madre che glielo ha permesso mettendosi per giunta in casa uno sconosciuto: cavolo ha ancora un figlio da sposare! Perché fare le cose in grande come lo si fa nella normalità! Temo di non riuscire più ad essere buona e cara, mi è rimasta troppa rabbia e per giunta sentimenti di invidia nel guardare questa gente felice, come se nulla fosse! E il brutto è che tengo tutto dentro, non ho il coraggio di parlare con i "colpevoli"...sto male, e mi dispiace per il mio amore che inizialmente gli ho scaricato addosso tutta la rabbia (mia e quella della mia famiglia indirettamente), ha sofferto e soffre tutt'ora, non voglio deluderlo con questi miei pensieri negativi, mi ama troppo....e soprattutto non posso dirgli tutto ciò che hanno pensato i miei e che le mie paure derivano da questo (ripeto lo hanno solo fatto in buona fede non sono persone cattive)..come risolvere? Questo è l'unico modo per parlare con uno psicologo, al mio paese non esistono e non posso recarmi fuori..conto sul vostro supporto, l'unica via d'uscita.

Gentile Laura, la sua narrazione mette in campo conflitti notevoli  con i suoi genitori,  con il suo ragazzo,  con sua  famiglia  di cui non approva niente e verso la quale prova rabbia e invidia, come se la stessa fosse felice. Una ragazza di 15 anni, non ancora matura e adulta, che mette al mondo un figlio non è nella condizione migliore per essere serena come madre. Può essere aiutata a sua volta dalla propria madre per portare avanti le incombenze affettive ed educative che le competono come giovane mamma. E' quello che presumibilmente sta avvenendo. Lei descrive la sua famiglia come serena che cerca di vedere quello che a loro parere potrebbe essere il suo benessere. Questo che potrebbe essere un vantaggio, averli come guida, costituirebbe anche un elemento di incertezza per lei che si sente divisa tra l'affetto per il suo ragazzo e la visione critica dei suoi genitori sulla vostra relazione. Di conseguenza i conflitti interiorizzati creano, in lei, un accavallarsi di pensieri, sentimenti, emozioni che si evidenziano in un perenne stato d'ansia. A mio parere, dovrebbe cominciare a parlarne con qualche amica e soprattutto con il suo ragazzo, mostrandogli i suoi dubbi, i suoi tormenti, i suoi pensieri. Lo so che è difficile ma non può non portare alla luce sentimenti così dirompenti che minano la sua felicità e la sua tranquillità. Cordiali saluti.