Dott. Daniel Michael Portolani

leggi (1)

Dott. Daniel Michael Portolani

psicologo, psicoterapeuta, consulente sessuale

Depressione

Buongiorno,
da molto tempo mi trovo in una situazione piuttosto strana. Pensavo si trattasse solamente di un periodo, invece mi sto rendendo conto che qualcosa non funziona e che non sono "normale".
Mi capita spesso di sentirmi a disagio nell'uscire con amici, non ho un parco di relazioni ampio. In famiglia non parlo mai di nulla con i miei genitori, sono sempre taciturno e fatico molto a parlare con loro di qualsiasi argomento e questa cosa mi provoca un senso di colpa enorme. Non so cosa possano pensare di un ragazzo così "strano".
Ma questo non succede solo con loro. Con amici mi limito ad ascoltare i loro discorsi, rispondendo con frasi fatte o luoghi comuni. Molto difficilmente argomento in modo vario esprimendo le mie opinioni, probabilmente per la paura di sentirmi giudicato, di non riuscire a far valere la mia tesi e di risultare il "perdente" della discussione.
Probabilmente metto tutto sul piano competitivo e non sul piano costruttivo, ma è più forte di me.
Sono molto spesso triste, ho dei momenti in cui non so che senso dare alla mia vita.

Ho un ottimo lavoro, guadagno bene, ho una bella macchina, una moto... ma sento che qualcosa mi manca.

Do molta importanza all'apparenza, noto spesso i dettagli in maniera maniacale. Un classico esempio è l'automobile pulita, in ogni minimo dettaglio. Me ne prendo molta cura. Mi piace farmi notare per quel che possiedo, non sono un ragazzo ricco ma nemmeno povero. Mi sono fatto l'idea che, a questo punto, io tenti di compensare la mancanza di stima degli altri nei miei confronti tramite ammirazione/invidia, derivante dal possesso di beni.

Ho avuto solo una storia importante con una ragazza, finita più di 3 anni fa. Ora vorrei avere una storia, ma relazionarmi risulta difficile e non vedo un futuro sereno davanti a me. Non sono un bel ragazzo e questo mi blocca già di partenza.

Ho messo più dettagli possibili per descrivermi e spero possano risultare utili per un'analisi veloce.
Cosa ho che non va? Perché ho così paura ad esprimermi? Quando parlo con qualcuno, evito totalmente lo sguardo e parlo guardando altro, quasi a monosillabi.
Dov'è il problema?

Caro Matteo, dal Suo messaggio emerge una difficoltà esistenziale che si delinea nei caratteri di una chiusura di orizzonti di attesa e progettualità, con un racconto di sè decisamente improntato su una medesimezza difettuale, "sbagliata", "strana". E' più che legittimo pertanto, in una situazione del genere, che Lei sperimenti una tonalità affettiva negativa che Lei nel titolo riconduce a quella che, spesso impropriamente, chiamiamo "depressione" e si senta molto triste! La Sua storia di vita merita di essere approfondita poichè è in essa che vanno ricercati i motivi di questa Sua modalità di fare esperienza, e quindi, le risposte alle domande che Lei intelligentemente pone. Questo è possibile tramite un percorso terapeutico con un professionista che La aiuti a comprendere in che modo Lei si muove nel mondo, ne fa esperienza, si rapporta a sè e agli altri, si racconta secondo una trama più o meno coerente, identitaria, e ricca di progettualità. Si rivolga a un professionista nella Sua zona, alla Sua età merita a maggior ragione di ricominciare a progettarsi quanto prima nel futuro secondo identità, autenticità e serenità. In bocca al lupo! Cordialità