Dott. Daniele Rondanini

Dott. Daniele Rondanini

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

Sono fidanzata da un anno con un ragazzo che faceva uso di cocaina

Salve. Sono una ragazza di 22 anni. Sono fidanzata da un anno con un ragazzo di 30. Fa uso di cocaina da quando aveva meno della mia età. Tutto questo anno ho scoperto che lui non ha mai smesso. Ha sempre fatto uso di cocaina e negli ultimi mesi si è ridotto a farlo da solo in camera sua. Ora sono tre mesi che non lo fa e ne sono sicura per il semplice fatto che sta anche smettendo di fumare e lui non voleva assolutamente smettere. E inoltre gli ho chiesto di dirmi tutte le bugie a fin di perdonarlo e lasciarmi tutto alle spalle. Ora io non sono abbastanza scioccata dal fatto che sia così dipendente o, come dice lui, lo era. Il punto è che non sono sicura che dopo 10 e forse più anni di uso di cocaina in due mesi si possa dire che abbia smesso. Ora, io ho pensato di informarmi su qualche clinica di disintossicazione, ma lui lavora in proprio e non può assolutamente smettere di lavorare altrimenti la sua attività va in rovina. Però ha tre mesi a partire da ottobre completamente liberi, ma è troppo lontano e dovrei aspettare troppo per farlo andare in una clinica. Non so come fare e aiutarlo. Lui continua a dire che non la vuole più vedere e non ci ricasca e nemmeno ci vuole pensare. Ci posso anche credere ma se poi si presenta un occasione in cui possa cedere? Ha 30 anni e dovrebbe essere un uomo e io non posso sempre stargli appresso come una mamma. Sono giovane e di rovinarmi la vita con una persona che potrebbe continuare a farlo non ne ho voglia. Mi serve un consiglio su come risolvere il problema. Magari anche uno psicologo in zona con qualche terapia settimanale. Grazie

Cara Claudia capisco bene il suo disagio e i suoi dubbi. Dubbi non infondati per il fatto che l'uso continuativo di una sostanza come la cocaina non è facilmente superabile. La buona volontà, pur necessaria, che sicuramente riconosciamo al suo ragazzo, non è generalmente sufficiente, in quanto la condizione psicologica profonda che è coinvolta, è in primo luogo coinvolta, non è direttamente trattabile con i buoni propositi. Opero da anni in un servizio Dipendenze della Asl e so come facili siano le recidive. Però la cura è essenzialmente psicoterapeutica, in quanto c'è bisogno di ricostituire un proprio assetto psichico ed emozionale coinvolgendo il proprio mondo interno più precoce, quello nel quale eravamo dipendenti naturalmente da figure di attaccamento. Lì qualcosa di non sufficientemente rassicurante ha determinato una domanda di accudimento che è rimasta attiva e che si è rivolta illusoriamente alla sostanza. Detto questo, e anche quando compreso in profondità, è però necessaria una nuova sapiente relazione terapeutica per restaurare quel che non è andato bene, affidandosi a un curante, con pazienza fiducia e tenacia. Quanto a lei, si trova certo di fronte a una situazione non banale. Può dare a lui i suggerimenti giusti, anche ricorrendo al fatto di condividere con lui gli esiti di questa corrispondenza con lo psicologo. Se ritenete, potete contattarmi. Un saluto cordiale.