Dott.ssa Daria Carli Giori

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Dott.ssa Daria Carli Giori

psicologa, psicoterapeuta, terapeuta E.M.D.R.

Crisi con mia madre

Buongiorno, sono una studentessa universitaria di 25 anni. Da quando ho iniziato il percorso universitario, non ho più lo stesso rapporto che avevo con i miei genitori, o meglio, percepisco molto di più l'astio che prova mia madre nei miei confronti. Ho frequentato una scuola superiore privata conseguendo un diploma con ottimi risultati. All'università è iniziato il mio crollo da studentessa, gli esami non li passavo con i voti che i miei genitori volevano (o 30 o 30L) e per ogni voto che ottenevo o esame ostico che superavo non mi veniva riconosciuto come risultato positivo.
Ricordo perfettamente la prima bocciatura ad un esame al primo anno: Tornai a casa, comunicai l'esito e mia madre iniziò a urlarmi addosso insulti più o meno pesanti (sei un'idiota, non sai fare un c**** etc.) spaccando anche un vaso e facendomi raccogliere i cocci. Da quel momento in poi decisi di escludere i miei genitori dalla mia carriera universitaria, ma visto che non mi laureavo, mia madre con cadenza quasi settimanale mi ricordava quanto fossi un'idiota, incapace e che non concluderà mai niente nella vita. Intanto ho preso diversi chili, quindi oltre ad essere un'incapace all'università, per lei sono tutt'ora anche un'obesa. Ho smesso di rispondere ai suoi insulti e resto zitta, anche perché dovessi rispondere potrei beccarmi anche uno schiaffo e lei mi sbraita addosso che la fisso come se fossi handicappata. Mi viene recriminato tutto, dal fatto che hanno dovuto spendere soldi per la scuola privata, che ha speso per crescermi e che mi ha comprato cose quando non era tenuta a farlo, al fatto che non riesco a laurearmi (mi manca solo un'esame e la tesi è pronta) e che lei alla mia età già lavorava (mia madre ha abbandonato gli studi universitari) e che se n'era già andata via di casa e che non doveva più essere un peso per la famiglia. Mi fa sentire più come se fossi una voce di spesa in un registro contabile che una figlia;
Capisco che forse lei voglia solo che io cresca, che finalmente guadagni la mia indipendenza, ma non è così facile al giorno d'oggi. Anche se dovessi trovare un lavoretto cosa che ho fatto visto che do ripetizioni private a ragazzi delle medie e superiori comunque mia madre non è soddisfatta. Lei mi vuole fuori di casa con un contratto a tempo indeterminato e sistemata. Lei intende il mondo come Obiettivo-Premio, peccato che se l'obiettivo non viene raggiunto allora sei una nullità, l'errore non può esistere e se rimani indietro sei un'imbecille.
L'unico motivo per cui io vi contatto è per riuscire a trovare un metodo per cui i suoi insulti mi scivolino addosso anziché restarmi attaccati portandomi a crisi di pianto, attacchi d'ansia e in generale un discreto disgusto verso quella persona che è mia madre. Lei stessa ha dichiarato apertamente che non le piaccio, che non mi rispetta e che fondamentalmente sono semplicemente un peso, che lei ha investito su di me e che io non avendo raggiunto queste aspettative sono essenzialmente una nullità.
Vorrei capire se sono io pazza a non vedere l'amore che mia madre prova per me oppure se lei, attraverso di me, vuole rivivere una vita che non ha vissuto obbligandomi a seguire le sue regole e i suoi desideri. Dovrei davvero annullarmi per una donna che ha già vissuto la sua vita per evitare di soffrire ad ogni insulto che ricevo?

Gentile Martina,

Dalle sue parole emerge una profonda sofferenza che forse la accompagna già da tempo nel rapporto con sua madre. Sicuramente lei non è “pazza” come teme, anzi, nel bene e nel male ha saputo difendersi e sopravvivere in un contesto familiare disfunzionale (il ruolo di suo padre non è ben chiaro all’interno della diade madre-figlia). Sua madre con i suoi agiti dimostra avere fragilità che proietta all’esterno, purtroppo nei suoi confronti: lei ha trovato forme di difesa e strategie (il cibo, il silenzio) che hanno alleviato il suo dolore.

Il mondo dominato dai numeri, dai voti, dall’obiettivo-premio, un mondo in bianco e nero come lo vive sua madre non esiste: la vita è ricca di colori e sfumature, di “errori e voti inferiori al 30”, di piccole grandi crisi dalle quali nascono nuove opportunità.

Un percorso di consulenza potrebbe esserle di aiuto, ma non certo per “non sentire, annullandosi”, bensì l’opposto: attraverso un percorso di consapevolezza di sé e di sviluppo di risorse insite in lei potrebbe trovare una preziosa opportunità per trovare il proprio spazio, la propria identità di giovane donna che nonostante tutto ha raggiunto un importante obiettivo concludendo un percorso universitario (manca davvero poco!) e che si è impegnata a raggiungere una minima indipendenza economica con le ripetizioni scolastiche.

Cordiali saluti.

Dottoressa Daria Carli Giori

Psicologa Psicoterapeuta a Sesto Calende (VA) e online. 

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Dott.ssaDaria Carli Giori

psicologa, psicoterapeuta, terapeuta E.M.D.R. - Varese

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