Dott. Davide Bonfanti

Dott. Davide Bonfanti

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

Sento di aver buttato via la vita e non essermene neppure accorto

Ho vissuto molti anni in famiglia all'ombra di una sorella piu' vecchia di 9 anni: mi spiego meglio, lei andava bene a scuola con facilita',io facevo una gran fatica con scarsi risultati,lei faceva e disfaceva usciva con amici e motorette,tornava quando gli pareva facendo infuriare i miei,io per indole e perche' molto chiuso avevo e ho un solo vero amico col quale peraltro oggi ci sentiamo poco per vari motivi, uscivo pochissimo e avendo scoperto in me il dono della Musica ho passato forse la giovinezza chiuso nella mia camera a suonare il piano che era di mia madre.Insomma mi sono chiuso li',quello era il mio mondo.Ho strappato una maturita' coi denti,in mezzo ai continui discorsi di casa (sorella studiosa,fratello asino). Va be per farla breve, mia sorella va via di casa,si laurea Medico,fa e distrugge il matrimonio,nel 1992 mia madre lascia questo mondo improvvisamente cosi' padre e sorella decidono'per il mio bene' di farmi piantare l'Universita' (tanto non combinerei nulla) e sbattermi a lavorare da un parente,che per cinque anni mi infligge umiliazioni di ogni tipo. Ad oggi con una moglie e un figlio di 11 anni,un lavoro di ripiego usurante sento di aver buttato via la vita e non essermene neppure accorto,per tutto 'l'affetto' che ho sempre avuto intorno.
Buongiorno signor Luigi, il mio punto di vista non so aggiunge qualcosa al suo ma lo voglio condividere perché sento che ha bisogno di essere accolta la sua sofferenza.La descrizione che da della sua esistenza in maniera biografica è cruda, e spero che possa cambiare, tuttavia anche se non è esplicito ha convissuto anni con un affetto l'invidia e anche la gelosia che non sono stati purtroppo letti e affrontati, ma sembra quasi legittimati nel suo essere passivamente spostato dall'università al lavoro di "ripiego". Sembra che sia vissuto in un modello familiare apparentemente matriarcale, perché non credo che la logica meritocratica spiega tutto. Questo modello familiare culturale non ha dato adito alle sue frustrazioni di essere riconosciute e qualcosa nel suo modo di farne fronte non ha funzionato, non si è adattato ad un ruolo secondario, in questo ci vedo la sua ribellione, che negli anni della scuola al'ansia ha preso una forma di ritiro compensatorio. Le auguro di poter recuperare un senso di identità più integro, facendo le dovute differenzzazzioni tra sue scelte idiosincrasiche e schemi e adattamenti appresi. Se ritiene può contattarmi essendo anche io di Genova, Auguri cordiali saluti