Dott. Davide Dellai

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Dott. Davide Dellai

Psicoanalista - Psicoterapeuta - Neuropsicologo Clinico

La paura di essere lesbica mi sta facendo pensare al suicidio.

Salve a tutti,
Scrivo perché non riesco più a vivere in questo modo. Cerco di essere breve. Mi sono sempre piaciuti i ragazzi, ricordo che fin da piccolina attiravo la loro attenzione e ho sempre avuto questa ansia di dover trovare il mio lui, l'uomo che mi amasse per quella che sono, il mio principe azzurro. Premetto che vado da una psicologa e abbiamo notato che il rapporto con mio padre (che non mi si caca minimamente) ha generato in me una profonda insicurezza basata sul fatto che un uomo non mi amerà mai. Verso il 12/13 anni ricordo di aver cercato su internet ragazze che si baciavano, mi piaceva guardarle. Per poi vedere per un paio d'anni video Lesbo, così ho imparato a masturbarmi. Ma quando uscivo di casa, non avevo il minimo dubbio riguardo a ciò che mi piacesse. A 16 ho perso la verginità e da lì fino a adesso sono stata con tantissimi uomini (13 per la precisione), perdevo subito la testa per loro. Bastava che mi dicessere che ero bella e che mi dessero un minimo di attenzioni e io mi innamoravo come una pera cotta, facendo lo zerbino la maggior parte delle volte. Nel frattempo ho iniziato a masturbarmi con video etero belli spinti, sesso veramente violento (come piace farlo a me d'altra parte) e da 2 anni a questa parte ormai nemmeno vedo più video Lesbo. L'incubo è cominciato 8 mesi, decido quasi di punto in bianco di lasciare il mio ragazzo dopo un anno e mezzo. Premetto sono sempre stata una ragazza ansiosa, che doveva programmare tutto, avere tutto sotto controllo e tutto ciò l ho riportato anche nella mia relazione. Ma ad un certo punto sono esplosa, mi ero stufata di fare la baby sitter, volevo un ragazzo intelligente, con le palle. Prendo la mia decisione e da lì inizia il calvario. Un giorno stavo vedendo un film, e vedo una coppia lesbica. Illuminazione! E se fossi anche io così e non me ne fossi mai resa conto? Io premetto di essermi sempre sentita diversa rispetto alle altre ragazze, ma diversa nel senso che ho sempre amato il sesso e non mi sono mai vergognata a dirlo, anzi! Le ragazze di solito sono tutte finte pudiche, cosa odiosa. Da lì ho iniziato a interrogarmi tutti i santi giorni, a osservare le ragazze, vedere se mi provassero qualcosa. Attacchi di panico, ansia. Ma in tutto ciò continuavo ad essere attratta dagli uomini, ad uscire con loro. Ma il dubbio doveva sempre ritornare. "Ma sei sicura?" "E se ti stessi accontentando?" "Magari con una ragazza è tutto più semplice, è facile!". Io lo ammetto il corpo femminile è bello, bellissimo. E ammetto anche di avere una velata curiosità. Ma finisce lì, io voglio sporsarmi, avere un marito e tanti bambini. Comunque in questi 8 mesi, ho avuto periodi in cui davvero mi sentivo di nuovo me stessa, e capivo che quella era solo una fantasia. Poi dopo l'estate di nuovo nel buco nero. Arrivo a dei momenti in cui la testa mi dice "finché non lo accetti, starai sempre così". Ma accettare che cosa esattamente? Ho conosciuto ragazze bellissime nella mia vita, non ho mai avuto l'istinto di baciarle o toccarle. Adesso se li penso è perché mi sforzo di pensarlo per mettermi alla prova. Io non mi ci vedo a toccare la vagina di un'altra donna, né tanto meno leccarla. Ma poi ancora "sei sicura?" "e se il tuo destino non prevede per te quello che tu prevedi per te stessa?". È come se certe volte qualcosa mi dicesse che quella è la mia strada, ma poi come cazzo può essere possibile una cosa del genere? Io sto impazzendo non ce la faccio più. A E SOTTOLINEO, IO SONO LA PERSONA MENO OMOFOBA DI QUESTO MODO. ANZI HO SEMPRE SEMPRE SOSTENUTO OMOSESSUALI, TRANS, TUTTI! Per me ognuno ha il diritto di vivere la sua vita come vuole! Il fatto è che io adesso sto mettendo in dubbio QUALSIASI COSA. È come se non riuscissi a dare più una risposta certa a nulla! Io vado anche da una psicologa e lei mi ha detto che la vita in cui mi proietto, quella in cui io sono lesbica è come se fosse la mia Anti-Elena. Eppure è come se niente mi tranquillizzasse. Sono convinta che questo dubbio, questa ossessione me la porterò dietro per sempre. Il cervello a volte dice "dai, esci allo scoperto!" , ma esco allo scoperto di che cosa? Io ripeto non ce la faccio più... quando poi esco di casa (perché a volte rimugina così tanto che non riesco a fare niente, se non dormire) e vedo una bella ragazza, ma non riesco proprio a immaginare io che ci provo. È modo se mi proiettassi in una versione alternativa della mia vita. In cui però non mi ci vedo per niente, per questo sto male, inizio a piangere, ho attacchi di panico, non riesco a mangiare. Ho pensato per fino di farla finita... ma che cazzo mi succede?
Tutto questo è l'inizio del processo che mi porterà ad accettare la mia omosessualità oppure sto impazzendo oppure non lo so semplicemente finirò per uccidermi appresso a tutti sti pensieri?
PS. Io non tutto ciò mi frequento con 2 mesi con un ragazzo, che mi piace molto. Finalmente intelligente con degli obbiettivi. Quando sto con lui so che mi piace (ho anche pianto all'idea di perderlo). Il sesso mi piace (anche se lui non dura da morire) ma mi piace quando mi tocca, mi ha fatto anche raggiungere l'orgasmo. E soprattutto io non mi sono mai masturbata su una donna, anzi se mi tocco e penso a lui che mi scopa io vengo in 2 secondi. Solo che quando poi so che me ne sto per tornare a casa e non sto con lui inizio già a stare malissimo perché so che ricomincerò a staccarmi il cervello su quello che mi ossessiona.
Aiutatemi... io non voglio essere così!

Gentile Elena,

il suo scritto è davvero moltodettagliato ed esprime una grande libertà, anche dai termini che sceglie d'utilizzare.

Quella libertà che viene così ben manifestata dalle sue parole penso potrà anche essere la chiave per riuscire a comprendere bene ciò che prova, specie negli incontri con la psicologa.

La libertà di affrontare ogni argomento, di vederne le possibili associazioni e le cause. La libertà di creare opzioni per orientarsi nelle decisioni.

Dalle sue parole è faticoso intuire quale sia il suo orientamento sessuale e forse non sarebbe giusto risolvere così una questione tanto delicata.

Certo è questo, la sessualità ha una potente funzione- anche simbolica- nella vita d'ognuno, sia come elemento vitale ma anche in alcune dinamiche di fuga dalla realtà.

La libertà di esprimersi, di parlarne liberamente in un contesto attento e consapevole dell'intera sua vita, cui sopra scrivevo, è lo strumento più efficace per far chiarezza.

Ci potrebbe volere del tempo e si potrebbe trovare ad esplorare terreni interiori ancora sconosciuti ma anche per questo affascinanti.

Cordialmente

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Dott.Davide Dellai

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