Dott. Davide Dellai

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Dott. Davide Dellai

Psicoanalista - Psicoterapeuta - Neuropsicologo Clinico

Attacchi di panico da due anni a causa di un gioco

Buonasera, circa due anni fa ho utilizzato un visore per giocare in realtà virtuale per circa un paio d ore constatando la nitidezza e la spettacolarità dell essere all interno dell auto o di un astronave in prima persona; la mattina seguente dopo una mattinata a lavoro torno a casa col pensiero vivido del gioco nella mia mente come se la realtà in cui stessi vivendo fosse anch 'essa virtuale, da quel momento comincio ad agitarmi e a pensare che il gioco mi avesse dato effetti collaterali, mi faccio inondare dalla paura, cuore che batte, tremolio, fino a che sono finito al pronto soccorso con la diagnosi di attacco di panico, quindi gocce di lexotan e via. Da quel giorno è iniziato il mio calvario perché la paura della paura mi portava a scappare via da luoghi chiusi , affollati, agorafobia e stati ansiosi. Ho passato circa due anni tra psicologi e cure farmacologiche, la situazione è migliorata di molto, non scappo più da situazioni che per me sembravano pericolose, ma allo stesso tempo permane un senso di allerta e quindi di ansia anticipatoria, fame d aria ecc..nei posti chiusi, al cinema e nei posti affollati. Ultimamente ho anche fastidio nel mangiare e digerire in quanto sento che l apparato addominale cel ho sempre in tensione grazie per avermi dato un attimo del Vs tempo.

Gentile Alessio,

L'esperienza virtuale sta diventando sempre più un fatto sempre più immersivo e totalizzante.

Questo probabilmente è stato anche per lei ma facendole vivere poi delle sensazioni d'ansia e di panico.

Probabilmente si sarebbero attivate lo stesso, anche in altri modi.

La mente ha attinto da un accadimento sensibilmente rilevante ( la realtà virtuale) e l'ha utilizzato per manifestare un conflitto interiore che comunque era già presente ma "dormiente".

Ha fatto bene ad arginare il disagio nei modi da lei scelti ma, se ancora vive gradi d'ansia rilevanti ( anche se non così intensi come quando ha trovato rifugio in pronto soccorso) significa che il suo lavoro interiore e psicologico non è ancora stato completato interamente.

Cordialmente

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Psicoanalista - Psicoterapeuta - Neuropsicologo Clinico - Vicenza

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