Dott.ssa Elisa Danza

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Dott.ssa Elisa Danza

psicologo e psicoterapeuta psicodinamica

Sono escluso dalla mia famiglia

Salve,
Sono un ragazzo di 24 anni, non vivo più con i miei genitori da 4 anni per studiare e lavorare.
Ormai da 2 mesi causa quarantena sono tornato a vivere con i miei genitori e mio fratello maggiore.
La situazione famigliare è molto tranquilla, sia economicamente che sentimentalmente (i miei genitori si amano ancora dopo tanti anni di matrimonio) il problema è che io non mi sento partecipe della vita famigliare.
Mi sento costantemente giudicato e accusato, nel momento in cui in casa si parla di politica, attualità ecc... avendo idee contrastanti sono sempre messo su un fronte differente e non riesco ad esprimere la mia idea senza arrivare al punto di non voler più parlare.
Inoltre vedo da parte dei miei genitori sempre un sostegno incondizionato a mio fratello e una sensazione di sfiducia nei miei confronti.
Io e mio fratello non abbiamo un bel rapporto, sin da piccoli lui raramente si è comportata in modo fraterno e io adesso non riesco a superare il rancore nei sui confronti, inoltre, abbiamo modi di approcciarsi alla vita completamente diversi e incompatibile.
Questo mi porta ad avere sempre meno rapporti con lui e discutere sempre più con i miei genitori.
Mi sento solo in famiglia, passo le giornate in silenzio con la paura di parlare per non essere additato, i miei genitori dicono che questo atteggiamento indica una mia arroganza e la mia presunzione (non escludo che io posso esserlo ma il mio silenzio è una difesa).
Vorrei capire come poter far valere la mia parola e il mio pensiero agli occhi dei miei genitori o se devo cambiare qualcosa di me stesso per farmi accettare dalla mia famiglia.

Buongiorno Roberto

Ricordi sempre che la comunicazione sincera e "sentita" potrebbe essere un buon aiuto. Lei è un ragazzo che si è sempre dato da fare, e autonomo da ciò che riporta. Questa situazione di quarantena, l'ha portata (inconsciamente) a "regredire" al ruolo di solo figlio, all'interno della sua famiglia. Deve però ricordarsi che ora "non è più solo figlio", ma un adulto con i propri pensieri e le proprie attitudini. Cerchi di non avere un atteggiamento di "difesa" verso i suoi, chiudendosi ed evitando di parlare, ma di confronto. So che cambiare alcune dinamiche familiari è molto complicato, ma ha diritto di poter esprime i suoi pensieri. Se per caso dovesse accadere di non venir compreso e ascoltato, si ricordi che lei è riuscito ad andare avanti in autonomia, fino al momento in cui siamo stati costretti tutti in quarantena. Utilizzi questo periodo per comprendere se può avere un confronto efficace e proficuo coi suoi. Al termine di tutto questo, lei ritornerà alla sua vita, sapendo che ha tentato una comunicazione con la sua famiglia.

Auguro buona fortuna