Centro PsicoMedicina Sistemica

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psicoterapeuta, neuropsicologo, specialista Medicina psicosomatica e PNEI,

In modi vari faccio sempre fallire i miei tentativi con le ragazze.

Sono C., ho bisogno di un vostro parere. Ho 48 anni e non ho mai avuto una ragazza, ho avuto molte relazioni sessuali ma tutte a pagamento, cerchero' di riassumere in breve la mia storia per inquadrare meglio il discorso. Premesso che non ho dubbi sulla mia eterosessualita', ho iniziato ad interessarmi alle ragazze verso i 18 anni, dai 18 ai 23 anni non ho avuto nessuna storia, solo rifiuti, alche' ho iniziato ad odiare le donne, convinto che la colpa era loro se non riuscivo a conquistare una ragazza. Questo e' andato avanti per circa 15 anni, a 38 anni ho trovato una persona che mi ha di nuovo fatto battere il cuore, ma il risultato e' stato sempre lo stesso. Dopo 4 mesi di profonda depressione sono riuscito a riprendermi e ho ricominciato la mia ricerca, ma nonostante tutto fino ad oggi i miei risultati sono stati sempre quelli,riesco a far interessare a me le ragazze, sono una persona simpatica ed estroversa, ma al momento di concludere il risultato e' sempre quello: “sei una persona stupenda ma siamo solo amici“, questa frase e' diventata il mio tormento. Anche le poche volte che nella mia vita sono riuscito ad uscire da solo con una ragazza (5 o 6) al momento di concludere mi blocco e non riesco a parlare e fare qualsiasi cosa, con ovvi risultati. Ormai mi sono convinto che il problema e' nella mia testa, in modi vari faccio sempre fallire i miei tentativi. Venerdi' ho raggiunto l'apice, sono riuscito ad organizzare un'uscita per un gelato con una ragazza che conosco da 2 anni, era la prima volta che accettava di uscire da sola con me, dopo una serata perfetta dove abbiamo parlato, scherzato, creato feeling la invito a salire da me, accetta senza dubbi. Continuiamo a parlare, scherzare, giocare, ma ovviamente ad un certo punto gli argomenti finiscono, le mi guarda negli occhi come a dirmi“ insomma, adesso che si fa?“ Ed io sono rimasto muto a guardarla come un deficente, dentro di me volevo abbracciarla, baciarla, coccolarla, ma qualcosa mi ha completamente paralizzato, e lei ovviamente con la scusa che era stanca se ne e' andata, posso solo immaginare cosa pensa lei adesso di me. Avevo tutto su un piatto d'argento e l'ho sprecato come al solito. Sono 3 giorni che questa cosa mi rimbalza nella testa, dormo pochissimo, non riesco a concentrarmi, datemi un consiglio...

Non è facile rispondere via mail, anche perché le domande che avrei voglia di farle sarebbero tante. Ma cercherò di darle degli spunti su cui riflettere…

Prima domanda:

  • se vado avanti nel conoscere una persona cosa può succedere?
  • Se dovessi darmi un voto quanto mi darei?
  • Ho stima di me?
  • Qualcuno dei miei genitori mi ha deluso o io ho deluso loro?
  • Sono esattamente il figlio che loro avrebbero voluto?
Queste sono domande alle quali mi piacerebbe avere una risposta, per poi poterle dare delle indicazioni. L’unica cosa che mi sembra di leggere fra le righe e che la paura del rifiuto è più forte dell’angoscia di perdere qualcuno. Ma ho un dubbio… tutto questo è accaduto in seguito alle delusioni che ha avuto o la ferita è più profonda? Lo strano e che le risposte le abbiamo tutte, basta solo guardarci dentro, ma a volte questo fa paura.

Attendo una risposta se ha piacere

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