Dott.ssa Emanuela Mezzani

Dott.ssa Emanuela Mezzani

Psicologa / Psicoterapeuta / Psicotraumatologa - E.M.D.R.

Cura Ludopatia fallita

Buongiorno a tutti,
mia madre da diversi anni è affetta da questa malattia, a cui abbiamo più volte provato ed aiutata a superare, ma non ha portato alcun effetto ed anzi la situazione è sempre più grave.

Tutte le iniziative messe in atto sono pertanto fallite, dai tentativi di fargli prendere coscienza alle minacce, dall'accompagnamento presso i centri specializzati (che ha abbandonato dopo pochi mesi in quanto riteneva "di essere guarita"), al blocco delle carte di credito ed accesso ai contanti.

Nessuna soluzione ha funzionato, se non per un limitatissimo periodo di tempo (i giorni successivi).

Cercando sul forum si consiglia di bloccare l'accesso al denaro peccato che non si faccia mai menzione al fatto che i soldi per chi ha questa malattia, non sono un problema: in un modo o nell'altro riesce ad ottenerli con piccoli prestiti e sappiamo tutti come l'ottenimento di denaro possa portare a situazioni ancora più gravi. In questo caso siamo già in situazioni di debiti, fortunatamente tutti rientrati, ma per quanto andrà bene? Quanto manca prima che incontri la persona sbagliata?

Come molti casi, di sua iniziativa non accetta alcun tipo di cura, seppur consapevole di avere un problema, ritiene di poter essere in grado di uscirne da sola, ma senza alcuna possibilità di riuscita.

Chiedendo al medico di famiglia la risposta è stata che "essendo in grado di intendere e di volere" non si può fare nulla senza la sua volontà, ma continuo a domandarmi come una persona affetta da una grave dipendenza possa essere classificata come tale in grado di intendere e volere, perlomeno nello specifico ambito del gioco e della cura di una malattia, e sopratutto non esiste alcuno strumento che consenta di iniziare un processo di cura a prescindere dalla sua volontà (non sto parlando qui di di efficacia e di riuscita della cura, ma almeno tentativo).

Il danno non è solo di tipo economico (prosciuga praticamente tutta la sua pensione, e forse anche di più), ma anche psicologico di chi le sta attorno.

Quali suggerimenti potete darmi?

Grazie mille!

Caro M.,

non è semplice la richiesta che esprime, proprio perchè la dipendenza in generale come disturbo è molto complesso, vi convergono implicazioni diverse e egualmente importanti; la prima, anche se non la più diretta, è che essendo una pratica sostanzialmente legale, non perseguibile, rientra nella legittimità, vanificando molti degli interventi per eliminarla. L'unico consiglio che posso darle è di riuscire ad avvicinarla ad un professionista che con tatto, pazienza e comprensione riesca a svelare i suoi bisogni reali, compensati dal gioco, i nodi relazionali irrisolti e fare breccia in lei con una buona alleanza terapeutica. In questi casi è proprio una sana relazione terapeutica il punto di partenza per un intervento  che in seguito potrà comprendere anche una presa in carico multidisciplinare.

Saluti