Adoro la mia professione e, soprattutto, entrare nella psiche e nel cuore della persona con la
massima empatia per “soffrire con lei” e da qui, sempre con grande sensibilità e nel pieno rispetto
per la propria sofferenza e dolore, cerco di attingere a quella parte razionale e professionale di me
per portare l’utente stesso ad uscire dai propri disagi e combattere le proprie problematiche,
facendolo così non più sentire schiavo dei suoi mali ma libero.
Già nei primi cinque incontri, la persona può intravedere un miglioramento, sia psichico che delle
condizioni di vita.
Adoro la mia professione e, soprattutto, entrare nella psiche e nel cuore della persona con la
massima empatia per “soffrire con lei” e da qui, sempre con grande sensibilità e nel pieno rispetto
per la propria sofferenza e dolore, cerco di attingere a quella parte razionale e professionale di me
per portare l’utente stesso ad uscire dai propri disagi e combattere le proprie problematiche,
facendolo così non più sentire schiavo dei suoi mali ma libero.
Già nei primi cinque incontri, la persona può intravedere un miglioramento, sia psichico che delle
condizioni di vita.
Qual è il mio valore aggiunto
In alcune occasioni, gli utenti mi chiedono come mai ho scelto di svolgere la professione di
psicoterapeuta? In questi casi...sorrido...Sorrido perché ciò che faccio non lo decido io
razionalmente...ciò che facciamo, prima che lo decidiamo con la parte razionale della psiche
CONSAPEVOLMENTE, la nostra parte INCONSCIA lo ha già deciso anzitempo...
Così ho scelto di svolgere questa professione...o meglio il mio inconscio...
Lo stesso inconscio che in situazione di aiuto agli utenti mi porta ad accogliere e capire un altro
inconscio...lo stesso inconscio che mi permette, insieme ad una forte sensibilità ed empatia, di
focalizzare l’attenzione sulla problematica della persona che ho di fronte, e in questo modo accogliere il disagio e aiutare l’utente stesso a dare un significato alla sua sofferenza; in questo
modo, l’utente che si è rivolto a me per chiedere aiuto, non si sente solo ma “preso dolcemente per
mano” ed aiutato ad affrontare la vita in modo più sereno, libero da limiti e schemi e retaggi del
passato e traumi irrisolti. Dimodoche, la vita non risulta subita ma vissuta in prima persona e più
serenamente.