Dott.ssa Federica Leonardi

Dott.ssa Federica Leonardi

psicologo, psicoterapeuta, psicodiagnosta

L'ansia nel 2019

L’ansia nel 2019

Sempre più spesso mi capita di ricevere nel mio studio giovani ragazzi, tra i 19 e i 40 anni soprattutto, con problematiche relative all’ansia. “Dottoressa soffro di attacchi di panico, ma no forse è ansia oppure preoccupazione, agitazione, insomma non ce la faccio più, sto troppo male!”. Frase ricorrente che ho sentito pronunciare mentre tremavano, sudavano, respiravano affannosamente, si muovevano nervosamente o balbettavano.

Penso che innanzitutto sia importante fare chiarezza proprio sulla differenza tra attacchi di panico, ansia e preoccupazione, si tratta di esperienze interiori che si distinguono sia per intensità che per caratteristiche. La particolarità di un attacco di panico è la comparsa improvvisa di paura o disagio che raggiunge il picco in pochi minuti, periodo durante il quale si verificano quattro e più di 13 sintomi fisici o cognitivi, come: palpitazioni o tachicardia, sudorazione eccessiva, tremori o scosse, dispnea o sensazione di soffocamento, dolore o fastidio al petto, nausea o dolori addominali, sensazioni di respiro corto, difficoltà a respirare o disturbare, sensazione di vertigine o svenimento, brividi o vampate di calore, sensazioni di torpore o formicolio, sentimenti di irrealtà (derealizzazione) o di distaccamento da sé (depersonalizzazione), paura di perdere il controllo o di impazzire e paura di morire. L’ansia è altamente correlata alla preoccupazione eccessiva per potenziali “pericoli” o minacce future e i sintomi possono essere simili a quelli dell’attacco di panico ma l’intensità è inferiore.

La preoccupazione è una sensazione che possiamo toccare con mano, fa riferimento a situazioni oggettive, è legata ad un reale problema da risolvere che richiede energia mentale e fisica per reagire, per esempio siamo preoccupati per una situazione lavorativa, per un disguido con un amico, per un problema di salute di nostra madre, o altro. L’ansia è invece spesso legata a situazioni più generali ed indefinite che ci fanno sentire agitati e tesi senza capirne nemmeno il motivo, è strettamente legata al pensiero irrazionale, ad una proiezione di qualcosa che ancora non è accaduto ma potrebbe accadere. Un’ulteriore distinzione sta nel fatto che la preoccupazione è limitata nel tempo e circoscritta ad un evento o situazione ben precisa mentre l’ansia, oltre ad essere aspecifica, è ricorrente e pervasiva, si insinua nei molti aspetti della vita di chi ne soffre e si estende a tutte le aree della vita portando negatività, malessere e incertezza in ogni cosa che facciamo. la preoccupazione è più facile da gestire rispetto all’ansia che sembra essere fuori del nostro controllo. Anche se siamo estremamente preoccupati per qualcosa, a un certo livello, sappiamo che il problema transitorio si risolverà o che faremo qualcosa per sistemare la situazione. L’ansia invece sembra che provenga dall’interno in modo casuale provocando sintomi apparentemente incontenibili, la situazione sembra ingestibile e che non ci sia modo di fermarla.

La preoccupazione può essere fastidiosa ma non ci impedisce di vivere giorno per giorno, non ti limita nel continuare a lavorare e a socializzare. L'ansia, d'altra parte, cambia la nostra capacità di funzionare, può arrivare a compromettere la nostra vita sociale, lavorativa, relazionale e familiare.

Anche gli effetti a lungo termine di preoccupazione e ansia sono diversi. La preoccupazione lascia in eredità stress e nervosismo mentre l’ansia ci rende spaventati e insicuri. Le persone preferiscono parlare delle proprie preoccupazioni ma sono più in difficoltà nel rivelare agli altri di soffrire di ansia, è come se la prima fosse socialmente accettabile mentre della seconda ci si debba vergognare e quindi lo si debba nascondere. Questo accade perché viviamo in una società in cui non sembra consono mostrarsi impauriti e incerti, il modello a cui tendere è quello della persona sicura, determinata e di successo. Non dovremmo spaventarci nell’ammettere di provare ansia o nel chiedere aiuto ma dovremmo farlo di fronte ai sintomi che abbiamo, campanelli d’allarme del nostro benessere psico-fisico.

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