Dott. Filippo Arnoldi

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Dott. Filippo Arnoldi

Psicologo e Pedagogista. Psicoterapeuta in Formazione.

Bambino di 3 anni aggressivo

Buongiorno, Mio figlio di tre anni e tre mesi è sempre stato un bambino molto allegro, molto socievole, va al nido da due anni e le educatrici lo classificano come leader positivo poiché molto coinvolgente con gli altri bambini e molto scherzoso con le educatrici. Ha sempre avuto un temperamento molto deciso, a 9 mesi ha iniziato a dire le prime parole ed ora si esprime molto bene e riesce a comunicare esattamente cosa gli va bene e cosa no fornendo spiegazioni anche dettagliate. Sembrava andare tutto bene, molto energico e fumantino quindi comunque molto faticoso per noi, ma al contempo simpatico, sensibile e dolce. Da tre settimane a questa parte è cambiato qualcosa e sono veramente preoccupata. Si oppone fortemente a tutto quello che non gli va bene, e questo già lo faceva, ma ora siamo ad un altro livello, mi picchia ( prima mai osato), parolacce (sei una cacca, una pipì, puzzi ecc ecc), sputa e mi urla in faccia. Io cerco di rimanere calma ma ferma, dicendogli che capisco che è arrabbiato ma che non mi deve picchiare. Lui reagisce facendo tutto ancora più forte anticipandomi pure quello che mi vuole fare (qui poi io vado in difficoltà perché il mio istinto mi porterebbe a reagire in maniera forte, in tutta onestà vorrei tirargli un bello schiaffone, ma cerco di ristabilire un clima positivo ma lui si oppone così lo lascio sfogare allontanandomi fisicamente da lui comunicandogli che se fa così io non ci sto). Quando si è calmato cerco di capire cosa l’ha fatto arrabbiare siccome spesso basta un niente. Lui mi risponde che è arrabbiato con me perché l’ho picchiato, urlato e sputato (praticamente le cose che fa lui), che io lo faccio sempre arrabbiare e poi mi dice cosa l’ha fatto arrabbiare ( che può essere la cosa più banale del tipo io ho detto che avevo una cosa quando non ce l’avevo). Dopo un po’ mi dice “mamma ridi?” Perché è il suo modo per chiedermi se va tutto bene. Io gli dico che non mi è piaciuto quello che ha fatto (facendo un elenco di due cose specifiche) e lui mi risponde “eh pazienza”. Lo punisco anche, per esempio niente cartoni, o lo riporto a casa da un posto che a lui piace tanto quando inizia con le sue scenate e non mi vergogno a dire che l ho già chiuso in camera da solo, ma niente lui continua imperterrito, a volte mi dice anche “va bene” con aria di sfida e piuttosto va a letto da solo senza chiamarmi. Mi sembra in generale “arrogante”, non ha paura di niente, anche con estranei lui entra a gamba tesa e chiede e dice esattamente quello che vuole e non si lascia intimorire nemmeno da una parola detta da un esterno e contesta dicendo “ io non sono d’accordo “ oppure “ tutti lo fanno ma io no” . Ho l’impressione che lui si creda un adulto per come si approccia alla gente. Capisco che questa fase è classificata come abbastanza normale, ma qui secondo me siamo ad un livello ben oltre, sopratutto perché lui ha compiuto da poco tre anni ed è già così difficile da gestire. In casa vive un clima sereno, siamo due genitori impegnati ma presenti, non vede liti in casa e sia io che il suo papà siamo due persone tranquille che comunichiamo sempre tranquillamente, sopratutto davanti a lui. Io sono molto sensibile in generale quindi cerco sempre di accoglierlo. Sono veramente preoccupata e affranta, non capisco cosa sbagliamo

Buongiorno Simona,

dice che è iniziato da 3 settimane.

E’ successo qualcosa che ha provocato l’inizio di queste reazioni in suo figlio?

Nonostante posso sembrarti più maturo, è un bambino di 3 anni ha ha difficoltà a gestire la frustrazione e probabilmente ha molta ansia.

Importante offrirgli l’opportunità di rassicurazione quando ti chiede: “mamma ridi?”. Ti sta chiedendo se il tuo amore è rimasto.

Avere dei rituali, una routine, più contatto fisico potrebbero ridurre le ansie. Rallentare i ritmi della giornata.

Potresti anche leggerli delle storie per bambini che parlano della rabbia.

Eviterei delle punizioni che lo fanno sentire cattivo: tipo chiuderlo in camera.

Mentre suggerirei:

“Mi allontano perché questo comportamento non lo accetto, ma ti voglio bene.”

Quando passa il momento di rabbia, poi chiedergli di sistemare

Dare rinforzi positivi fisici verbali. Fargli notare i suoi atteggiamenti, comportamenti positivi.

Cerca di evitare di entrare in una situazione di simmetria/potere.

A volte riuscire a sdrammatizzare, il tono della voce, lo sguardo del volto possono aiutare ad evitare l’esplosione di rabbia o entrare in una dinamica di lotta per il potere.

Io lavoro con i bambini e che hanno spesso questi atteggiamenti.

Se ha bisogno mi contatti.

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Dott.Filippo Arnoldi

Psicologo e Pedagogista. Psicoterapeuta in Formazione. - Bergamo

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