Dieta

Salve. Sono Maria ho 20 anni, peso 115kg, ciò non mi rende affatto felice. Non mi piace il mio corpo, non mi piacciono le forme che prende, non trovo mai la mia taglia in giro.

Vorrei tanto poter dimagrire, ho iniziato ad ingrassare per i problemi che ho avuto in famiglia.. A 10 anni mia madre andò via di casa, da allora tutto cambiò, nessuno (anche ora) mi ha mai dato le dovute attenzioni.

Purtroppo non ho un lavoro e non ho soldi per poter pagare un dietologo o uno psichiatra per potermi sfogare, quelli convenzionati purtroppo si deve aspettare mesi e mesi.. Io voglio perdere tutto quel peso in eccesso.. Voglio sentirmi bella, e non un ammasso di grasso.

A 12/15 anni mi hanno presa in giro brutalmente, dandomi della grassona, balena e quant'altro. C'è stato un periodo dove pensavo a come fosse stato se non ci fossi più stata. Avrei bisogno di un vostro consiglio.

Salve Maria,

per parlare di obesità è necessario avere un BMI, ovvero un indice di massa corporea maggiore di 30. Un esperto in campo di nutrizione può dirti se si tratta, dunque di sovrappeso oppure obesità. Detto questo, comprendo il disagio che descrivi nel messaggio. Io ho avuto un'esperienza di formazione professionale presso il centro di chirurgia bariatrica di Viterbo e, posso dirti che ho avuto modo di conoscere molte storie, diverse dalla tua ma c'è un minimo comun denominatore in quasi tutte: il cibo come strumento per qualcosa e non solo come fine; la grande insoddisfazione per il proprio corpo e la relativa percezione negativa; la sensazione di non riuscire a perdere peso e di non essere adeguatamente forti per dimagrire; il cibo, legato insieme a tanti sensi di colpa, rabbia, frustrazione, bisogni, desideri, vergogna, ansia. Posso dirti che il disagio del corpo non è proporzionato all'entità del sovrappeso, quindi ci sono numerosi fattori che ruotano intorno alla problematica.

Si legge dalle tue parole un profondo disagio e, a tratti, un senso di sconforto. Sicuramente un primo passo (anche se sono consapevole delle lunghe liste di attesa), è proprio quello di prenotarsi presso un servizio pubblico, in attesa anche di un lavoro che possa aprirti alla possibilità di rivolgerti anche privatamente, per effettuare una consulenza duplice: con dietologo e con lo psicologo, quest'ultimo possibilmente non "uno qualsiasi" ma una persona che si occupa di problematiche legate all'alimentazione. Rimango disponibile per dubbi o ulteriori domande.