Figlia Senza Amici

Salve,
Ho una figlia di 15 anni e sono separato da quando mia figlia aveva 6 anni. Pochi giorni fa nell'ennesimo tentativo di spronare mia figlia a sentire qualche sua amica, per organizzarsi ed uscire da casa e nn farla stare incollata a tv e cellulare, probabilmente ho toccato i tasti giusti e si è aperta un pochino con me.. Scoppiando in lacrime.

Mi ha riferito che già ha vissuto elementari e medie senza "amici", o per usare le sue parole "ho passato elementari e bruttissime.. Sola. Pensavo che alle superiori fosse diverso..."
Le chiesi come mai sentiva solo due amiche, essendo tante persone in classe, e mi ha elencato dei motivi razionali per cui sentiva solo una o due compagne di classe (i motivi sono perché le altre stanno in vacanza fuori) ed era molto dispiaciuta del fatto che se non si muoveva lei, nn si facevano mai sentire e ogni volta che volesse organizzare qualcosa si rifiutano sempre di farla.

Io credo che si sia fatta delle aspettative molto grandi in merito alle amicizie alle scuole superiori. E ora che vede sia tutto come prima, si auto vittimizza e crede se stessa la causa di tutto.
Onestamente non so come comportarmi, e l'unica cosa che mi venne in quel momento fu di dirle che poteva tranquillamente chiederer di aggregarsi a loro se erano uscite, percchè se si tratta di unn amico non è una cosa umiliante; oppure di organizzare da li a due 3 giorni e no la mattina per la sera.. Comunque provare a farsi sentire di più e provare a interessarsi di qualcosa in comune.
Io purtroppo ho un carattere molto estremista e sin da bambino, sono stato il tipo che preferiva restare solo piuttosto che avere accanto gente che non mi piaceva. Non sono rammaricato delle mie scelte, ma non voglio le mia figlia cresca con questa idea un po cinica della vita. Voglio sia felice e piena di amici, perchè ha vissuto in fase di separazione molti eventi che un bambino non dovrebbe mai vedere o sentire (per quanto non sia mai stato nulla di veramente serio).. posso dire di di sentirmi in colpa per non averle dato una famiglia "normale".. ma genitori separati..

Non so come farle aprire gli occhi. Essendo in pubertà ho paura che mal interpreti i miei consigli e che si chiuda sempre più.
Ho pensato più e pù volte di andare io a seguire una terapia per cercare di capirmi e imparare a trattare ora con mia figlia in piena pubertà... ma purtroppo non posso permettermelo a livello economico..

Come posso aiutarla a risolvere la sua angoscia senza entrare nel merito della coltivazione di una amicizia, perché penso sia una cosa che deve imparare da sola e trovare il suo metodo. Ho molta paura di questa fase ed essendo lei chiusa vorrei poterla aiutare senza diventare apprensivo e/o "ossessivo" e senza ottenere effetti totalmenti opposti a quelli desiderati?

Spero di essermi fatto capire e di essere stato chiaro nell'esposizione. Grazie Dell'attenzione

Salve Michele,

comprendo la sana e non "ossessiva apprensione" che prova per sua figlia e sicuramente stiamo parlando di un'età particolarmente delicata. In questa età il gruppo dei coetanei diventa importante al pari di quello genitoriale nella costruzione dell'identità stessa degli adolescenti. Immagino che la sua accoglienza e vicinanza emotiva sia stata percepita da sua figlia, tanto da reagire nel pianto che ha descritto. A volte, la chiusura implica difficoltà che sfociano poi in problematiche piu o meno pervasive, dove è importante intervenire con consulenze psicologiche. Ho lavorato con tanti ragazzi e le posso dire che sicuramente l'aiuto del genitore per favorire occasioni e possibilità di apertura e di interazione dei propri figli è prezioso ma lo è altrettanto un percorso che conduca sua figlia a sentirsi autoefficace nelle relazioni con gli altri. E' opportuno indagare meglio come "funziona" questa difficoltà che vive sua figlia: è sempre chiusa, oppure ci sono situazioni in cui non lo è? Quando cerca di organizzare qualcosa perchè gli altri si rifiutano? Cosa avviene nello specifico quanto lei interagisce con i pari?

E' lodevole che lei voglia intraprendere una terapia e sicuramente presso la ASL di Latina potrà trovare servizi per andare incontro alle sue esigenze economiche. Le posso dire che per aiutare bambini e ragazzi, si effettuano spesso dei parent training, quindi incontri dedicati ai genitori per un supporto alla genitorialità se necessario. Ripeto è altrettanto importante che sua figlia abbia la possibilità di sperimentare un percorso di crescita, dove apprenda che possono sorgere difficoltà a volte nel relazionarsi agli altri ma la sua reazione a determinate situazioni o momenti costituisce il l'80 % della sensazione di riuscita o "frustrazione/senso di fallimento". Sperimentandosi, step by step, lo apprenderà.

Rimango disponibile per altri dubbi o domande ulteriori.