Dott. Francesco Damiano Logiudice

leggi (15)

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Figli adulti non accettano nuovo compagno della mamma

Buongiorno, sono separata da 10 anni, e i miei 3 figli di 23, 20 e 15 anni vivono con me. Frequento da circa 5 anni una nuova persona che abita a 100 km di distanza da me. Viene a casa nostra 1 volta a settimana e ogni tanto a weekend alterni. Capita, davvero poche volte all'anno che si fermi a dormire per motivi di lavoro in giornate diverse da quelle calendarizzate ( deve partire abito vicino treni) . Le mie figlie maggiori dimostrano insofferenza, evidente disappunto. A loro non piace, potevo scegliere meglio, non è simpatico, quella è casa loro, devo avvisare, non è il suo ostello etc.. Una situazione davvero per me imbarazzante a 51 anni, dover pensare di vivere una nuova relazione come se fossi io a dover uscire di casa ( loro mai) o a farla diventare clandestina. Ho sempre pensato a loro, anche adesso ovviamente e mi rendo conto che non è facile, ma niente viene loro sottratto. Nulla. Il padre ha una compagna, ma siccome i figli non vivono con lui è molto più semplice, se la" gode" lui e non la vedono loro. Quindi è bravo.. Per una madre separata non è così. Mi fanno sentire a disagio. Entrano lo vedono, salutano e se vanno. Litighiamo spesso. Cosa posso fare? Grazie

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL